Politica agricola: contadini in genere soddisfatti delle decisioni del governo

L'Unione svizzera dei contadini (USC) e i produttori di latte sono soddisfatti delle decisioni del Consiglio federale sulla politica lattiera. Gli agricoltori romandi vogliono però continuare a battersi per prezzi alla produzione più alti.
Il mantenimento del prezzo di 77 centesimi al chilogrammo di latte è la decisione che risponde meglio alle attese della federazione dei Produttori svizzeri di latte (PSL), indicano oggi gli stessi produttori in un comunicato. «Qualsiasi altra decisione sarebbe stata inaccettabile». «Positivamente» giudicata anche la rinuncia ad aumentare i contingenti.
Anche l’USC, tramite il portavoce Urs Schneider, ha espresso soddisfazione per le decisioni sul prezzo e contingenti. L’USC reputa che la responsabilità sia ora nelle mani degli agricoltori.
Riguardo alla decisione di ridurre il prezzo dei foraggi, Schneider ha detto di ritenere che i produttori possano «sopravvivere». La reazione positiva dell’USC è venuta anche dalla decisione di concedere 400 franchi supplementari all’ettaro per prestazioni d’interesse generale. Su questo punto la PSL è invece più scettica.
Le decisioni del governo «non sono gravi come ci si poteva attendere», ha affermato Werner Salzmann, presidente del Centro contadino svizzero (BSZ). Salzmann considera il mantenimento al livello attuale del prezzo del latte un importante segnale politico. Il presidente del BSZ, che è anche uno degli organizzatori delle manifestazioni di lunedì davanti ai centri della Coop, critica invece la diminuzione del prezzo dei foraggi, che però è parzialmente compensata dall’aumento dei pagamenti diretti per prestazioni d’interesse generale.
I «comitati di contadini» e l’associazione romanda «Union des producteurs suisse (UPS)» vogliono continuare a battersi per prezzi più elevati (80 centesimi) alla produzione. Il segretario dell’UPS e consigliere nazionale Fernand Cuche (Verdi/NE) ha stigmatizzato la riduzione del prezzo dei mangimi: «è un regalo alle imprese di trasformazione e ai distributori», ha detto amareggiato.
Più globalmente Cuche condanna una contraddizione di fondo che il Consiglio federale non sembra «ancora aver capita». Il governo chiede ai contadini di essere più ecologici e competitivi allo steso tempo ma, secondo il consigliere nazionale, qualità e sicurezza non sono conciliabili con competitività.
Dal canto suo, la Federazione svizzera dei produttori di cereali considera ragionevole la riduzione del prezzo degli alimenti per animali visto che è compensata dai pagamenti diretti. Grazie a intense trattative ha ottenuto una riduzione del prezzo più contenuta di quanto inizialmente previsto.
Pure soddisfatti Bio Suisse e l’Unione delle contadine svizzere. L’innalzamento dei pagamenti diretti è un «complimento per l’agricoltura biologica», ha affermato Christof Dietler, segretario generale dell’associazione svizzera delle organizzazioni di agricoltura biologica (Bio Suisse). Le contadine ritengono che i pagamenti diretti siano uno strumento per eliminare la discriminazione del lavoro femminile in agricoltura.
swissinfo e agenzie

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