Riciclaggio: dure accuse dalla Francia, ma la Svizzera si difende

Dopo aver preso di mira il principato di Monaco e il Liechtenstein, si sapeva che la commisione parlamentare francese che indaga sul riciclaggio di denaro si sarebbe chinata sul caso elvetico. Il rapporto, reso pubblico mercoledì, è assai critico nei confronti della Svizzera. Ma il Dipartimento federale delle finanze respinge le accuse.
La Svizzera non intraprenderebbe che «una battaglia di facciata contro il riciclaggio» e vi dedicherebbe solo «dei mezzi notoriamente insufficienti», afferma il rapporto della commissione sul riciclaggio del parlamento francese, presieduta dal socialista Vincent Peillon. Nella lotta al riciclaggio, la Confederazione sarebbe in notevole ritardo sui suoi vicini dell’Unione europea.
Il documento di oltre 200 pagine, firmato dal relatore della commissione sul riciclaggio Arnaud Montebourg, stigmatizza la Svizzera come «un predatore della finanza mondiale», che ha tratto beneficio da una «redditizia neutralità», soprattutto all’epoca del nazionalsocialismo.
Secondo il rapporto, la Svizzera sarebbe un paese «associato alla delinquenza finanziaria internazionale», dove le autorità non prenderebbero misure contro il riciclaggio, se non «sotto la pressione internazionale», mentre le banche sarebbero «poco implicate nella lotta anti-riciclaggio» e gli intermediari finanziari» ne sarebbero completamente «assenti».
Il rapporto denuncia alla rinfusa «la lentezza delle reazioni degli istituti finanziari svizzeri, la cultura del segreto collegata ad una tradizione economica e ad una vera strategia di sviluppo finanziario profondamente radicata nella storia, il rifiuto delle autorità politiche di dar prova di volontarismo in materia, lo scoraggiamento degli svizzeri che si battono contro il riciclaggio».
A tre anni dall’entrata in vigore in Svizzera, il 1° aprile 1998, di una legge federale quadro sul riciclaggio di denaro, i deputati francesi premono per un rafforzamento dell’obbligo di diligenza, una regolamentazione di tutti i servizi finanziari offerti in Svizzera e più ampie eccezioni al segreto bancario.
«La Svizzera non ha alcun interesse oggettivo ad attirare in massa dei capitali che vogliono sottrarsi alla legislazione dell’Unione europea. Ponendosi in tale maniera ai margini, la Svizzera non fa che ostacolare le proprie ambizioni internazionali – aderire all’ONU entro il 2003 e all’Unione europea entro il 2008» conclude il rapporto.
Pronta la risposta del Dipartimento federale delle finanze (DFF), che ha emanato un comunicato poco dopo la pubblicazione del rapporto francese. «Il DFF», si legge nel comunicato, «respinge tutte le accuse di lassismo nella lotta contro il riciclaggio di denaro».
Il dipartimento di Kaspar Villiger relativizza poi l’importanza di rapporti come quello francese, ricordando che esso è in contraddizione con quanto constatato da organismi internazionali quali la «Financial Aktion Task Force». Certo, l’applicazione di una nuova legge comporta sempre delle difficoltà iniziali, ammette il comunicato, ma per la Svizzera «la lotta contro il riciclaggio di denaro è una priorità politica che viene attuata con misure concrete».
swissinfo e agenzie

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