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Assicurazione contro i pericoli naturali: la “doppia solidarietà” della Svizzera come modello?

terreni sommersi dall'acqua
Terreni sommersi dall'acqua a Thun, nel Canton Berna, 23 agosto 2005. Keystone

Il sistema assicurativo svizzero contro i pericoli naturali è unico al mondo. A vent’anni dalla devastante “alluvione del secolo”, l’approccio elvetico potrebbe ispirare altri Paesi che devono affrontare catastrofi naturali sempre più frequenti.

“Il fiume Aar si è incuneato nelle stradine e numerose case sono allagate. L’acqua ha raggiunto il primo piano delle abitazioni.” Iniziava così il resoconto di un giornalista di Swissinfo dal centro storico di Berna. Il quartiere della Matte si era ritrovato sott’acqua dopo le piogge torrenziali che si erano abbattute sulla Svizzera centrale e orientale il 21 e 22 agosto 2005. 

L’alluvione del 2005 è una delle peggiori catastrofi naturali della storia recente in Svizzera. Sei persone persero la vita e i danni materiali ammontarono a circa tre miliardi di franchi.

“Il cambiamento climatico rende sempre più difficile assicurare i rischi legati agli eventi estremi.”

Stefano Ceolotto, Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici. 

Vent’anni dopo, gli argini del fiume Aar sono stati in parte rinforzati e il quartiere della Matte ha ritrovato il suo fascino antico. Le riparazioni alle proprietà private sono state in gran parte coperte dal sistema svizzero di assicurazione contro i disastri naturali, unico nel suo genere, che ha versato 2,3 miliardi di franchi. 

Il rischio di una nuova grande inondazione, a Berna come in numerose altre regioni della Svizzera, non può essere escluso. Alluvioni, frane, grandine, incendi boschivi e altri eventi estremi sono sempre più intensi e frequenti in tutto il mondo a causa del cambiamento climatico. Diventano anche più costosi.

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Nel primo semestre 2025, i disastri naturali hanno causato danni assicurati per 80 miliardi di dollari. La cifra è quasi il doppio della media dello stesso periodo negli ultimi dieci anni, secondo le stime preliminari della società di riassicurazione Swiss Re. 

quartiere di berna sommerso dall'acqua
Il quartiere della Matte a Berna è stato sommerso dall’esondazione del fiume Aar, 23 agosto 2005. Keystone

“Il cambiamento climatico rende sempre più difficile assicurare i rischi legati agli eventi estremi, poiché questi diventano più dannosi, più frequenti e più variabili”, afferma Stefano Ceolotto, ricercatore del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici.

Alcuni assicuratori reagiscono alzando i premi, limitando la copertura o rinunciando a rinnovare le polizze nei luoghi ad alto rischio. Negli Stati Uniti, ad esempio, i premi assicurativi sulla casa sono cresciuti di quasi il 34% tra il 2018 e il 2023Collegamento esterno. Società private in California si rifiutano di proporre nuovi contratti nelle regioni che considerano a rischio di incendi. 

Il sistema assicurativo elvetico contro le catastrofi naturali sembra invece in grado di assorbire anche gli eventi più devastanti, come nel caso della frana che a fine maggio ha sepolto il villaggio di BlattenCollegamento esterno, in Vallese. Tutte le località in Svizzera restano assicurabili, anche nelle zone esposte ad un alto rischio di inondazioni, frane o valanghe, affermano gli esperti assicurativi intervistati di recente dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese RTSCollegamento esterno

Le compagnie assicurative svolgono inoltre un ruolo proattivo nella prevenzione dei danni, contribuendo a limitare i costi causati dai disastri naturali. È un sistema unico al mondo, che potrebbe ispirare altri Paesi.

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Solidarietà tra assicurati: tutti pagano lo stesso premio assicurativo 

La particolarità del sistema svizzero è il principio della doppia solidarietà: tutte le persone assicurate e tutte le compagnie assicurative condividono il rischio. 

Nella maggior parte dei Cantoni chi è proprietario di una casa è obbligato a stipulare un’assicurazione presso un istituto cantonale. Questi enti pubblici assicurano gli stabili contro incendi e danni causati dalla natura. I premi sono fissati per legge e si basano sul valore dell’immobile. Non crescono se l’edificio si trova in una zona a rischio, ad esempio vicino a corsi d’acqua soggetti a esondazioni. 

L’assicurazione obbligatoria copre tutta una serie di eventi naturali, tra cui alluvioni, tempeste e grandine (ma non i terremoti). 

La copertura è elevata anche nei Cantoni senza obbligo assicurativo, come il Vallese, dove il mercato è gestito da società private. Anche in questo caso, tutti i proprietari e le proprietarie pagano lo stesso premio, che è fissato dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA). Oggi oltre il 95% del parco immobiliare in Svizzera è coperto contro le catastrofi naturali. 

Questa copertura è essenziale. Più della metà degli edifici in Svizzera è esposta al rischio di inondazioni, secondo l’Associazione svizzera d’assicurazioni (ASA). La popolazione elvetica è tra le più vulnerabili in Europa.

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Solidarietà tra assicuratori: tutte le compagnie private condividono i costi 

Nei cantoni con l’obbligo di assicurazione, i danni sono coperti dagli istituti pubblici. In quelli con copertura privata, invece, i costi sono condivisi tra gli assicuratori. Questo offre un ulteriore livello di solidarietà che rende il sistema svizzero efficace. 

Dodici compagnie assicurative che coprono oltre il 90% del mercato dei rischi naturali nelle aree con copertura privata partecipano a un pool istituito dall’ASA (pool DNCollegamento esterno). Questo raggruppamento volontario è nato nel 1936 per ottimizzare la diversificazione e l’esposizione al rischio. 

Dopo una catastrofe, gli assicuratori del pool DN coprono collettivamente l’80% dei costi sulla base della loro quota di mercato. Il restante 20% è a carico dell’assicuratore che ha fornito la copertura. Il pool è uno dei motivi per cui le compagnie private continuano a offrire polizze in zone ad alto rischio, anche quando la copertura non è obbligatoria per legge. 

“Questo sistema garantisce premi accessibili e la sostenibilità della copertura contro i danni naturali, anche nelle zone dove il rischio è superiore alla media”, spiega Eduard Held, direttore del pool DN. 

Tra il 1970 e il 2023, le compagnie assicurative del pool hanno versato circa 7 miliardi di franchi in risarcimenti. L’alluvione del 2005 è stato l’evento più costoso, con indennizzi per oltre un miliardo di franchi. Il resto è stato coperto da istituti pubblici. 

carrozza trainata da cavalli su una strada sommersa dall'acqua
L’alluvione del 2005 (nell’immagine la città di Lucerna) è tra le peggiori catastrofi naturali della storia recente in Svizzera. Keystone

Basso divario assicurativo in Svizzera 

In molti altri Paesi, ad esempio in Italia, Giappone e Stati Uniti, l’assicurazione contro i pericoli naturali è facoltativa. Spesso è gestita da aziende private e non è inclusa in altri tipi di polizze. 

Questo contribuisce a incrementare il cosiddetto divario di protezione assicurativa, cioè la quota di perdite non coperta da una polizza. Un gap elevato riduce la capacità finanziaria di un’area, e dell’economia, di riprendersi dopo un disastro. 

Il divario assicurativo per le catastrofi naturali in Svizzera era del 26% nel 2024, secondo i dati più recentiCollegamento esterno di Swiss Re. Questo significa che su 100 franchi di danni, 26 non sono assicurati. È la quota più bassa, assieme a quella del Regno Unito (22%), tra i 13 Paesi considerati. La media a livello mondiale è del 43%. 

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Imparare dal modello assicurativo svizzero 

Le compagnie assicurative vorrebbero che i clienti paghino premi proporzionali al rischio, ha dichiarato al GuardianCollegamento esterno Eugenia Cacciatori, professoressa associata della Bayes Business School di Londra. “Questo è però problematico, perché chi è esposto a rischi molto elevati tende ad avere difficoltà ad ottenere l’assicurazione di cui ha bisogno”. 

Il modello in vigore in Svizzera potrebbe essere un’alternativa, secondo Cacciatori. Gli assicuratori non possono aumentare i premi in base al rischio, il che li spinge a investire nella riduzione dei danni potenziali. “[Le compagnie assicurative in Svizzera] sono fortemente coinvolte nelle discussioni sugli standard edilizi, mentre quelle in altri Paesi hanno appena iniziato a farlo”. 

Cacciatori sostiene che replicare l’approccio elvetico in nazioni con sistemi assicurativi consolidati e fortemente competitivi sarebbe complicato. Tuttavia, sottolinea che alcuni aspetti potrebbero essere fonte d’ispirazione, come la condivisione delle competenze tra assicuratori e l’incentivo a promuovere congiuntamente misure di prevenzione e di riduzione del rischio.

“La migliore protezione contro i danni è la prevenzione.”

Dominic Ramel, Mobiliare

“Il sistema svizzero si configura chiaramente come uno dei più efficienti d’Europa”, afferma a Swissinfo Stefano Ceolotto, coautore di un rapporto sui sistemi nazionali di assicurazione in EuropaCollegamento esterno. L’elemento più ammirevole è la collaborazione tra il settore assicurativo e i Governi locali e nazionale, ad esempio nella pianificazione del territorio e nella redazione di mappe di rischio, sottolinea. 

“Questo coinvolgimento del settore assicurativo al di là della semplice offerta di copertura assicurativa è ciò che altri Paesi dovrebbero cercare di replicare ed incentivare”, sostiene Ceolotto. 

La migliore protezione è la prevenzione 

L’alluvione dell’agosto 2005 è stata “un punto di svolta” per il settore assicurativo svizzero, afferma a Swissinfo Dominic Ramel, portavoce della Mobiliare, il più antico assicuratore privato svizzero. “Da allora abbiamo investito molto nella prevenzione”. 

Dall’evento del 2005 la collaborazione tra i Cantoni è stata notevolmente rafforzata, “ad esempio attraverso giornate dedicate alla sicurezza ed esercitazioni congiunte”, sottolinea l’ASA. Le mappe dei pericoli sono state aggiornate e nuove tecniche di valutazione del rischio sono state utilizzate per i luoghi più esposti. 

In Svizzera, il settore pubblico e quello privato investono complessivamente circa 3 miliardi di franchi all’anno in misure di prevenzione contro i pericoli naturali. Oggi, grazie a questi interventi e alle nuove ricerche, i danni causati dall’alluvione del 2005 sarebbero inferiori di un terzo, secondo l’ASA. 

“La migliore protezione contro i danni è la prevenzione”, riassume Dominic Ramel.

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A cura di Gabe Bullard/Vdv 

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