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Tempi d’oro per le multinazionali svizzere

Anche per la borsa svizzera il 2005 è stato un anno d'oro Keystone

Nel 2005, le grandi imprese elvetiche hanno registrato degli utili record. Ma per il momento, in Svizzera, né l'impiego né i salari ne hanno beneficiato.

Benché basate in Svizzera, le multinazionali sono attive soprattutto all’estero e realizzano buona parte dei profitti al di fuori delle frontiere nazionali.

Per Credit Suisse, UBS, Roche, Novartis e altri, quello appena trascorso sarà verosimilmente ricordato come un anno storico in termini di guadagno.

Il gruppo bancario UBS, da gennaio a settembre, ha realizzato un utile netto di 7,5 miliardi di franchi, in aumento del 27% rispetto all’anno precedente. Nel solo 3° trimestre, l’incremento è stato del 71% su base annua.

Il numero uno delle banche svizzere ha così registrato il suo miglior risultato in assoluto su tre mesi.

Anche il rivale Credit Suisse ha visto il proprio beneficio netto crescere del 42% a 1,92 miliardi di franchi nel corso del 3° trimestre. Da gennaio a settembre, l’utile netto è stato di 4,7 miliardi.

Stesso discorso per il gruppo elettrotecnico ABB, che ha quasi triplicato i profitti, e per i gruppi farmaceutici Roche e Novartis, nonché per il gigante agro-alimentare Nestlé, che ha chiuso un 2005 da incorniciare.

Utili da record

Il 2005 per i grandi gruppi elvetici si annuncia come un anno record. Recentemente, il quotidiano “Le Temps” stimava che gli utili cumulati delle aziende quotate all’SMI, l’indice faro della Borsa svizzera, dovrebbero raggiungere i 60 miliardi di franchi.

Tuttavia, questi risultati eccezionali non hanno per il momento avuto un impatto rilevante sull’economia elvetica.

Infatti, nella maggior parte dei settori economici,gli aumenti salariali previsti per il 2006 dovrebbero aggirarsi attorno al 2%.

Ma non è tutto. Gli ottimi risultati delle multinazionali elvetiche hanno avuto un effetto limitato sul mercato del lavoro.

UBS, per esempio, a fine 2005 contava 70’502 impieghi a tempo pieno, più 3’095 dall’inizio dell’anno. Ma il numero dei nuovi salariati in Svizzera non è aumentato che di 847 unità, contro le 2248 nel resto del mondo.

Le grandi aziende svizzere realizzano i propri benefici principalmente all’estero, in particolare nelle regioni dell’Asia-Pacifico e negli Stati Uniti. La Svizzera funge principalmente da base operativa.

Mercato interno stagnante

Un’analisi confermata dall’istituto di ricerche congiunturali KOF del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) rileva che “le aziende svizzere orientate verso i mercati d’esportazione hanno visto la propria produzione crescere maggiormente rispetto alle imprese concentrate sul mercato interno”.

Il peso della finanza, del turismo, dei macchinari e della chimica-farmaceutica resta intatto per il paese.

Tuttavia, questi settori chiave dell’economia svizzera non progrediscono più così velocemente come in passato. La loro crescita è inferiore a quella registrata dai concorrenti europei e americani.

Detto questo, il futuro per gli svizzeri potrebbe comunque essere più roseo. I guadagni miliardari delle multinazionali avranno delle importanti ricadute fiscali e, secondo il Segretariato di stato dell’economia (Seco), il mercato del lavoro si sta distendendo e le società cominciano ad assumere nuovo personale.

L’istituto Créa dell’università di Losanna prevede che “la crescita dell’economia svizzera si rafforzerà quest’anno” e calcola per il 2006 un incremento del prodotto interno lordo (PIL) del 2%.

swissinfo, Luigino Canal
(traduzione: swissinfo, Michel de Marchi)

Il Financial Times ha recentemente pubblicato una classifica delle più grandi imprese europee, secondo la capitalizzazione borsistica.

Quattro multinazionali svizzere figurano tra le prime 5 società europee.

Dietro al primo della classe, il gruppo francese Total, figurano Novartis, Nestlé, Roche e UBS.

Vent’anni fa, una sola azienda svizzera figurava tra le prime 10 d’Europa: la Società di Banca Svizzera (SBS, al 6° rango) che ha poi fusionato con UBS nel 1998.

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