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Il rapporto Colonna sull’UNRWA può ripristinare la fiducia nell’agenzia ONU?

Persona parla in conferenza
L'ex ministra degli affari esteri francesi, Catherine Colonna, ha presentato lunedì a New York il suo rapporto sulla neutralità dell'UNRWA. Keystone

Molto atteso, il rapporto indipendente sulla neutralità dell'UNRWA non rileva disfunzioni di rilievo in seno all'agenzia delle Nazioni Unite. Tuttavia, è possibile che non rassicurerà Stati Uniti e Israele.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (UNRWA) è “insostituibile e indispensabile”, ma sussistono “problemi di neutralità”. È questa, in sostanza, la conclusione di un rapporto indipendenteCollegamento esterno, pubblicato lunedì pomeriggio, sul funzionamento dell’organizzazione guidata dallo svizzero Philippe Lazzarini.

Il testo era molto atteso in particolare dai Paesi finanziatori, i quali hanno sospeso i contributi all’agenzia accusata da Israele di essere stata infiltrata da Hamas. Non è però sicuro che il rapporto basterà a ripristinare la fiducia, ritengono i due esperti intervistati da SWI swissinfo.ch.

Il “rapporto Colonna” – dal nome dell’ex ministra degli esteri francese, Catherine Colonna, presidente del comitato d’inchiesta – era stato commissionato dal segretario generale dell’ONU Antonio Guterres in seguito alle accuse israeliane secondo cui 12 impiegati dell’UNRWA avrebbero partecipato agli attacchi di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023. Tre istituti di ricerca scandinavi hanno contribuito al lavoro del comitato.

Per ciò che riguarda le accuse contro il personale dell’agenzia, che impiega 13’000 persone a Gaza, il rapporto sottolinea che Tel Aviv non ha presentato prove. Il che non vuol dire che non esistono, ha precisato la stessa Colonna durante una conferenza stampa a New York. Le 12 persone accusate da Israele sono oggetto di un’inchiesta separata tuttora in corso, condotta dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni (OIOS).

Il rapporto rileva che l’organizzazione, che fornisce aiuto di emergenza e servizi sanitari e educativi a circa 6 milioni di persone in Medio Oriente, dispone di numerosi meccanismi volti a garantire il rispetto dei principi umanitari, tra cui la neutralità. Secondo il documento, queste misure sono più sofisticate di quelle in vigore presso altre agenzie ONU.

Ciononostante, il comitato d’inchiesta ritiene che dei progressi siano necessari. Ha dunque espresso una cinquantina di raccomandazioni per migliorare la governance, la neutralità o ancora la comunicazione dell’organizzazione nei confronti dei Paesi finanziatori.

Altri sviluppi

Rassicurare i donatori

In risposta alle critiche israeliane, i principali Paesi donatori avevano deciso in gennaio di sospendere i contributi finanziari all’organizzazione, creando una voragine di 450 milioni di dollari. Da allora, diversi di loro, tra cui l’Unione Europea e il Canada, hanno ripristinato i versamenti mentre altri, come Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera, hanno preferito aspettare i risultati dell’inchiesta.

“Questo rapporto rassicurerà probabilmente alcuni finanziatori che esitano, mostrando che i rischi associati al finanziamento dell’UNRWA sono gestibili. Ma non penso basti per convincere gli Stati Uniti sul corto termine”, afferma Richard Gowan, direttore degli affari ONU presso il think tank International Crisis Group, di New York.

Il Congresso degli Stati Unti, stretti alleati di Tel Aviv, ha recentemente deciso di proibire per un anno il finanziamento dell’organizzazione e non si esprimerà su futuri versamenti prima del marzo del 2025. Da parte sua, il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) svizzero ha dichiarato martedì che “analizzerà in dettaglio” il rapporto prima di prendere una decisione riguardante il contributo di 20 milioni di franchi per il 2024. Il Governo si consulterà con le commissioni di politica estera delle due camere del Parlamento.

La scelta svizzera di sospendere il finanziamento sulla base di semplici accuse senza aspettare i risultati delle inchieste ha suscitato critiche nel Paese. Interpellato dopo la pubblicazione del rapporto, Riccardo Bocco, professore emerito all’IHEID di Ginevra, non nasconde la sua preoccupazione: “Secondo me, la domanda importante è: su quale base i parlamentari svizzeri prenderanno delle decisioni? Verificheranno le informazioni ricevute?”.

Intervistato dalla Radiotelevisione della svizzera francese RTS lunedì, il consigliere nazionale dell’UDC (Unione democratica di centro, destra conservatrice), Pierre-André Page, respinge le critiche secondo cui il legislativo avrebbe agito troppo rapidamente. “Il rapporto Colonna fa una cinquantina di proposte per ottenere una migliore neutralità. Penso quindi ci siano elementi da migliorare prima di versare nuovamente questo sostegno”, ha affermato. 

Altri sviluppi

Le sfide per il futuro dell’UNRWA

Il Ministero degli esteri israeliano ha dichiarato che “il rapporto Colonna ignora la gravità del problema e propone soluzioni cosmetiche che non tengono conto delle dimensioni dell’infiltrazione di Hamas nell’UNRWA”. Queste misure includono un rinforzo della comunicazione tra l’agenzia e i suoi donatori e l’assunzione di più personale internazionale. Tel Aviv lancia un appello ai Paesi donatori affinché finanzino altre organizzazioni umanitarie attive a Gaza.

Le organizzazioni umanitarie con sede a Ginevra ritengono che questa opzione sia irrealistica. L’UNRWA impiega circa 30’000 persone a Gaza, in Cisgiordania, in Giordania, in Libano e in Siria. Secondo esperti ed esperte, è il mandato dell’UNRWA che irrita Israele, poiché garantisce il diritto di ritorno delle persone rifugiate palestinesi. Tel Aviv esige lo smantellamento dell’agenzia.

“Israele vorrebbe sbarazzarsi dell’UNRWA. Ma non può ottenerne la dissoluzione senza un voto dell’Assemblea generale dell’ONU, che non andrebbe sicuramente come Tel Aviv desidera”, dice Bocco. Secondo il professore, la strategia israeliana è quella di danneggiare l’immagine dell’organizzazione per indebolirla, in particolare dal punto di vista finanziario.

Le raccomandazioni del rapporto Colonna dovrebbero permettere all’agenzia di garantirsi un futuro. Secondo Gowan, le misure non verranno implementate nell’immediato, ora che l’UNRWA sta affrontando una crisi senza precedenti.

“Nel dopoguerra la sfida dell’UNRWA sarà quella di conservare la sua credibilità come principale attore internazionale nella Striscia di Gaza”, afferma Gowan. “La domanda non è sapere se può, oggi, implementare nuovi controlli o riesaminare i manuali scolastici, ma piuttosto: l’implementazione delle raccomandazioni dopo la fine delle ostilità permetterà di rispondere alle preoccupazioni israeliane e statunitensi?”.

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A cura di Virginie Mangin/livm

Traduzione: Zeno Zoccatelli

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