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Il federalismo elvetico come modello per lo Sri Lanka

Keystone

Rappresentanti Tamil si incontrano lunedì con alcuni delegati del dipartimento degli esteri per discutere del modello federale svizzero.

La visita di Berna cade a pochi giorni dall’importante accordo tra la guerriglia tamil e il governo dello Sri Lanka.

Dopo quasi 20 anni di guerra civile in Sri Lanka, con oltre 60 mila morti e un milione di profughi, il governo dello Sri Lanka e i rappresentanti del movimento «Tigri per la liberazione dell’Eelam Tamil» (LTTE, secessionisti) si sono accordati giovedì ad Oslo per la creazione di una federazione in cui convivere pacificamente.

Ciò è stato possibile dopo cinque anni di negoziati, mediati dal governo norvegese. Nel marzo scorso le parti avevano concordato un cessate il fuoco, che sostanzialmente ha retto.

I rappresentati delle Tigri tamil arrivano a Berna domenica e incontrano lunedì alcuni addetti del dipartimento degli esteri elvetico per uno scambio di idee sul modello di stato federale svizzero.

Le trattative di pace

Gli svizzeri non si considerano in competizione con i norvegesi nelle trattive di pace, ma il modello cantonale svizzero interessa le parti in causa. Nel conflitto srilankese Berna da qualche anno si è impegnata inoltre nell’aiuto umanitario e nell’opera di sminamento. Senza contare che in Svizzera vive una nutrita comunità tamil, che conta più di 30 mila persone.

Lunedì due importanti rappresentanti del LTTE incontrano una delegazione del dipartimento federale degli esteri per discutere:”In che modo la Svizzera può essere d’aiuto, con la sua esperienza, nella costruzione di una struttura di governo federalista”, dichiara a swissinfoManuel Sager, portavoce del DFAE (Dipartimento federale degli affari esteri).

Quale sia esattamente il modello non è ancora chiaro. Il sistema della Svizzera è uno di quelli presi in esame, insieme al Canada, l’Australia, la Germania e l’India.

Modello svizzero

Gli esperti ritengono che il sistema svizzero abbia molto da offrire allo Sri Lanka. “La Svizzera è uno dei pochissimi governi federali che si basa sulla multiculturalità”, spiega Thomas Fleiner, docente all’istituto di studi federalisti all’Università di Friburgo. “La costituzione svizzera e tutto il sistema legislativo ne sono fortemente influenzati.”

La composizione etnica dello Sri Lanka comprende cingalesi e tamil, ma anche minoranze musulmane e cristiane. la Svizzera, che ha imparato a trattare con le esigenze delle minoranze, non solo a livello federale, ma anche a livello cantonale, ha in questo ambito qualcosa da insegnare. Per Fleiner perché il federalismo abbia una possibilità di successo, lo Sri Lanka dovrà tener conto proprio della diversità culturale dell’isola.

Nessuna garanzia

Ma Fleiner teme che ci siano poche possibilità di successo di un sistema federale in Sri Lanka. “L’idea non è particolarmente amata nell’isola oggi, in quanto il Paese è basato sul sistema “Westminster”: un sistema di maggioranza, in cui il vincitore prende tutto”.

Fa eco alle osservazioni di Fleiner la comunità tamil svizzera, che ha accolto l’accordo di Oslo come una decisione storica. “Per i tamil, l’accordo è accettabile da tutti”, dichiara Anton Ponrajah, presidente della Federazione svizzera delle organizzazioni tamil. “Sarà più difficile per il governo ottenere l’appoggio dei politici cingalesi che sono quelli che hanno più da perdere”.

Un nuovo Sri Lanka

Secondo il Prof. Fleiner, non è molto realistico attendersi che il modello svizzero vada a pennello per lo Sri Lanka. “Il federalismo svizzero considera ad esempio il compromesso come un bene, di alto valore politico” dice Fleiner a swissinfo. “Tiene conto delle minoranze quando si tratta di modifiche costituzionali o nella composizione del governo.”

Ponrajah è d’accordo sul fatto che sebbene il sistema svizzero abbia molto da offrire, trapiantarlo semplicemente in Sri Lanka non sarebbe di grande aiuto. “Il federalismo svizzero è il risultato di circostanze particolari. Vi sono alcuni elementi che lo Sri Lanka potrebbe utilizzare, ma dobbiamo trovare il nostro sistema particolare”.

swissinfo, Scott Capper

Il direttore dell’Ufficio federale dei rifugiati (UFR) Jean-Daniel Gerber ha dichiarato ai microfoni della radio svizzerotedesca DRS che lo Sri Lanka può ormai essere considerato un paese sicuro e che quindi la situazione dei tamil residenti in Svizzera va riesaminata. Per il momento l’UFR fa affidamento sulle partenze volontarie.

La guerra civile ha imperversato in Sri Lanka per 19 anni.
I morti a causa del conflitto sono più di 60 mila.
L’ultimo accordo tra il movimento separatista delle Tigri Tamil e il governo dello Sri Lanka è stato raggiunto giovedì ad Oslo.
Prevede la creazione di uno stato federale.
In Svizzera vivono più di 30 mila tamil. L’emigrazione è cominciata a metà degli anni ’80.

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