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Il Tour è morto, viva il Tour

La stampa svizzera evoca le minacce che gravano sul futuro del Tour swissinfo.ch

Dopo l'esclusione dal Tour de France della maglia gialla danese Michael Rasmussen, la stampa svizzera spera in un profondo rinnovamento del ciclismo.

Memori delle molte reticenze con cui il mondo del ciclismo ha affrontato in altre occasioni i casi di doping, i giornali non risparmiano però espressioni di scetticismo.

Dopo la serie di esclusioni che hanno funestato l’edizione 2007 del Tour de France – dapprima il kazako Alexander Vinokourov, poi l’italiano Christian Moreni e infine Michael Rasmussen – la stampa svizzera spera che tutto ciò segni una svolta nell’evoluzione del ciclismo.

Una speranza che «24Heures» riassume nel titolo: «Il Tour ha superato una tappa importante nella lotta contro il doping. Il quotidiano romando scrive: «Le rivelazioni dei casi Vinokourov, Moreni e Rasmussen nella terza manifestazione sportiva più seguita al mondo è in effetti un’opportunità per il ciclismo e per tutti quanti credono ancora nelle virtù dello sport».

«Vogliamo uccidere il doping», titola dal canto suo il quotidiano romando Le Matin, citando Patrice Clerc, patron della società che gestisce il Tour de France. Il direttore della gara, Christian Proudhomme, dichiara sulle colonne dello stesso giornale di voler «rendere il Tour a quanti lo amano e lo seguono».

«Finalmente si è fatta pulizia», scrive con toni ottimisti L’Express. Pur ammettendo che «i problemi sono lontani dall’essere risolti» il quotidiano di Neuchâtel ritiene che «c’è la possibilità che le cose vadano per il verso giusto».

Il commentatore mete in rilievo in particolare il ruolo dello sponsor, Robobank, nel licenziare Michael Rasmussen e aggiunge «le istanze del ciclismo non devono far altro che imitare gli sponsor. Loro hanno dato l’esempio, ora bisogna solo seguirli».

Una farsa sportiva

Non mancano però le note più scettiche: «Dal punto di vista sportivo la gara è diventata una farsa», nota invece con amarezza il Bund. «Parigi sarà raggiunta domenica solo per motivi economici». Il quotidiano bernese non nasconde che vedrebbe di buon occhio un’interruzione immediata del Tour.

D’altro canto il Bund nota che se il Tour non ha più alcun valore sportivo, non è però privo di meriti perché ha «mostrato il funzionamento interno del settore e dei suoi meccanismi a milioni di appassionati» e «ha rivelato ciò che le voci critiche dicono da anni: la triste verità del ciclismo».

«Rasmussen ha mentito, ripetutamente», scrive dal canto suo la Neue Zürcher Zeitung. «È un atto sfrontato, ma ora lo si rappresenta come una mostruosità, come se nel ciclismo si trattasse di una rarità. Ma la menzogna fa parte della quotidianità del ciclismo».

Il quotidiano zurighese conclude laconicamente il suo commento con la frase «Anche nel 2008 inizierà un Tour. Con nuove regole del gioco – e nuove menzogne?»

Riferendosi ai nuovi scandali che accompagnano l’edizione di quest’anno del Tour, la Basler Zeitung titola in prima pagina «La campana a morto suona».

Nel suo editoriale il quotidiano basilese osserva che «il Tour senza maglia gialla è una capitolazione davanti al baratro del doping». La possibile vittoria finale dello spagnolo Alberto Contador, su cui gravano pesanti sospetti di doping, è liquidata con la frase: «Non sarebbe il primo a vincere il Tour con una cattiva reputazione».

Per i miracoli ci vuole tempo

«I miracoli hanno bisogno di più tempo», scrive dal canto suo il Tages Anzeiger, che tuttavia dà prova di un certo ottimismo sul futuro del ciclismo. «Oggi il ciclismo è la disciplina sportiva meglio controllata», osserva il quotidiano zurighese. «Ciò che è successo in questi giorni non può che aiutarlo».

«Il Tour de France è ormai una via crucis, le sue tappe delle immagini espiatorie», commenta la Tribune de Genève. La speranza sembra però l’ultima a morire: «Sì, una svolta è ancora possibile».

Il quotidiano ginevrino precisa però che per farlo sarà necessario «intensificare la lotta, serrare i ranghi e raccogliere le forze. E soprattutto sospendere a vita tutti quelli che condannano a morte il ciclismo».

swissinfo

Iniziato il 7 luglio e destinato a conludersi domenica a Parigi, sui Champs Elysée, il 94esimo Toru de France conta, oltre al prologo, 20 tappe, per un totale di 3550 km.
Delle 20 tappe, 11 si svolgono in pianura, 6 in montagna, una a mezza montagna e due contro il cronometro.

Maglia gialla, Michael Rasmussen è stato ritirato dal Tour dalla sua squadra Rabobank dopo aver vinto la tappa di mercoledì. L’espulsione decisa dallo sponsor della squadra danese è dovuta a informazioni false fornite dal corridore al suo direttore sportivo.

Rasmussen era stato avvertito a due riprese dall’Unione ciclistica internazionale (UCI) per non aver fornito informazioni sull’impiego del suo tempo al fine di poter essere sottoposto a test antidoping.

La squadra Coffidis ha dal canto suo confermato che il corridore italiano Christian Moreni è risultato positivo a un test antidoping prima di ritirarsi dal Tour.

Escluso dal Tour anche il kazaco Alexander Vinokourov. Un test effettuato dopo la sua vittoria alla 13esima tappa ha mostrato che il corridore aveva fatto ricorso ad una trasfusione di sangue. La sua squadra Astana ha abbandonato la gara.

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