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Il vorace appetito dei cannoni da neve

Alcuni cannoni accanto ad una macchia di neve artificiale a Flims, nel canton Grigioni Keystone

Per far fronte ai cambiamenti climatici, sempre più stazioni turistiche invernali utilizzano dei cannoni da neve in modo da prolungare la lucrosa stagione dello sci.

I loro effetti sull’ambiente sono ancora poco conosciuti, ma il fabbisogno energetico e le quantità di acqua di cui necessitano suscitano molti interrogativi.

L’inverno è stato misero. Soprattutto a basse quote, la neve è stata una rarità. Ma, secondo le funivie svizzere, la stagione invernale “non si è rivelata così drammatica come si temeva”.

Secondo le prime stime, le cifre d’affari sono diminuite del 5%. I piccoli luoghi di villeggiatura nelle pre-Alpi se la sono cavata piuttosto male. Altre stazioni hanno invece registrato risultati “buoni o molto buoni”.

Ciò si spiega con il fatto che, ad alte quote, il problema dell’innevamento non è ancora particolarmente acuto. E, soprattutto, con l’utilizzo sempre più diffuso di cannoni per la produzione di neve artificiale.

Questi ultimi sono ormai abituali nelle stazioni più rinomate. Secondo la Commissione internazionale per la protezione delle Alpi, in Svizzera sono già stati investiti 330 milioni di euro per l’acquisto d’impianti per l’innevamento.

Mentre da un lato l’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica (OCSE) annuncia che il riscaldamento climatico causerà problemi sempre maggiori ad un numero crescente di luoghi di villeggiatura invernali, dall’altro la stessa OCSE invita ad un utilizzo parsimonioso dei cannoni da neve.

Le Alpi si prosciugano?

I cannoni da neve necessitano di acqua e di energia elettrica. I loro effetti a lungo termine sull’ambiente sono poco chiari e non ancora sufficientemente studiati.

Recentemente si sono però sentite le prime voci che, provenienti dal mondo scientifico, avvertono dei rischi di un prosciugamento sempre più evidente dell’ecosistema alpino.

Ogni anno, sull’insieme delle Alpi, 24’000 ettari di piste da sci vengono “innevati” sfruttando 95 milioni di metri cubici di acqua. Ciò equivale al fabbisogno di acqua di una città di 1.5 milioni di abitanti, sottolinea Carmen de Jong dell’Istituto per lo studio dell’alta montagna dell’Università di Savoia, in Francia.

Molta energia

Alcune conseguenze sono già visibili: nelle Alpi francesi, durante i mesi invernali diversi fiumi hanno un deflusso del 70% inferiore rispetto a prima dell’introduzione dei cannoni da neve. Ne risultano effetti negativi su flora e fauna.

Notevole pure il fabbisogno energetico dei cannoni. La Commissione internazionale per la protezione delle Alpi parla di 600 GWh, ciò che equivale all’energia consumata da 130’000 economie domestiche di 4 persone.

Per quel che riguarda la Svizzera non sono disponibili dati ufficiali sui consumi di acqua e di elettricità. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente ciò si spiega con il fatto che le autorizzazioni per i cannoni da neve sono di responsabilità cantonale o comunale.

Sciare su concimi artificiali

Questi cannoni sono in grado di produrre neve soltanto a temperature attorno ai –4 gradi centigradi. Da alcuni anni tuttavia la soglia di congelamento dell’acqua viene modificata grazie all’aiuto di speciali additivi.

In gennaio, l’utilizzo di concimi artificiali sulla pista del Lauberhorn per permettere lo svolgimento delle gare di coppa del mondo di sci aveva suscitato numerose polemiche. Nell’occasione, i responsabili della pista vi avevano sparso una quantità di nitrato d’ammonio 20 volte superiore a quella raccomandata su scala annuale.

Ora, la Confederazione intende studiare il caso e trarne le dovute conseguenze. I risultati dell’analisi, che dovrà considerare “sia i bisogni dell’ambiente sia quelli degli sport invernali”, dovrebbero essere pubblicati prima dell’inizio del prossimo inverno.

swissinfo, Andreas Keiser
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

In Svizzera viene innevato artificialmente circa il 20% delle piste. Questa percentuale è raddoppiata nel corso degli ultimi 5 anni.

Secondo molti esperti, il numero di chilometri di piste innevate artificialmente raddoppierà nuovamente nei prossimi 5 anni.

L’associazione delle funivie svizzere ritiene che, al proposito, si renderanno necessari 800 milioni di franchi di nuovi investimenti.

In paragone agli altri Stati alpini, l’utilizzo di cannoni da neve in Svizzera è piuttosto limitato. Ad esempio, in Austria la coltre bianca è artificiale sul 50% delle piste, in Francia sul 66% ed in Italia sul 80%.

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