In Kosovo vince il partito di Kurti col 49,3%
In Kosovo, a scrutinio ormai pressoché completato (99,2%), si conferma la larga vittoria nelle elezioni parlamentari di ieri di Vetevendosje (Autodeterminazione, Vv, sinistra nazionalista), il partito del premier uscente Albin Kurti.
(Keystone-ATS) Con i voti per posta e quelli espressi dalla diaspora nelle ambasciate all’estero ancora da conteggiare, a Vetevendosje è andato il 49,3% dei consensi, seguito a grande distanza dal Partito democratico del Kosovo (Pdk, centrodestra) con il 21%, dalla Lega democratica del Kosovo (Ldk, centrodestra) con il 13,5%, e dalla Alleanza per il futuro del Kosovo (Aak, centrodestra) che ha ottenuto il 5,6%.
In termini di seggi, Vv ne ha conquistati 56 (sul totale di 120 nel parlamento di Pristina), il Pdk 23, Ldk 15, Aak 5. Dei tre partiti che erano in lizza in rappresentanza della minoranza serba, la più numerosa e importante del Paese, ad affermarsi largamente, come era nelle previsioni, è stata Srpska Lista (Sl), formazione strettamente legata alla dirigenza di Belgrado, alla quale è andato il 4,7% e tutti i 10 seggi spettanti per legge alla comunità serba in Kosovo. Cosa questa contestata da una delle altre due formazioni serbe, che sostiene di aver conquistato un seggio.
Dei 120 seggi del parlamento, 20 sono assegnati per legge alle minoranze, e di questi la metà spettano ai serbi.
L’affluenza alle urne, come riferito dalla commissione elettorale, è risultata del 44,9%, in crescita rispetto al 41% circa delle precedenti legislative svoltesi il 9 febbraio scorso. Grande soddisfazione per il risultato elettorale del suo partito Vetevendosje ha espresso il premier uscente Kurti, che nella tarda serata di ieri si è mostrato fiducioso sulla possibilità di formare ora un nuovo governo in tempi brevi, cosa che non gli era riuscita nei dieci mesi scorsi, dopo il voto di febbraio, circostanza questa che ha determinato il nuovo ricorso ieri alle urne.
Nonostante Vv non abbia la maggioranza assoluta di almeno il 50% e 61 seggi, gli osservatori ritengono che con le schede ancora da scrutinare e con l’appoggio di alcuni deputati delle minoranze, Kurti e il suo partito dovrebbero riuscire questa volta a formare un nuovo esecutivo, che avrà di fronte compiti non semplici, a cominciare dal risanamento economico, dal ripristino della credibilità internazionale e dalla prosecuzione del dialogo con la Serbia, che si tiene con la mediazione Ue e che è da tempo in una fase di prolungato stallo