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In Svizzera i mestieri hanno un sesso

La "giornata delle ragazze" vuole permettere di aprire gli occhi su nuovi orizzonti professionali Keystone Archive

Un giorno intero sul luogo di lavoro del padre: giovedì le allieve svizzere possono marinare ufficialmente la scuola per scoprire professioni tipicamente maschili.

Ancora oggi, la maggior parte delle ragazze limitano la loro scelta professionale ad un ristretto numero di attività lavorative.

Mentre i ragazzi devono passare un’altra giornata sui banchi scolastici, giovedì le allieve tra i 10 e i 15 anni di età hanno la possibilità di accompagnare per tutto il giorno il padre nel mondo del lavoro. E se il padre non fosse disponibile, possono seguire un parente, un conoscente o, eventualmente, la madre.

Organizzata per il secondo anno dalla Conferenza svizzera delle delegate alla parità, la “giornata delle ragazze” ha ottenuto una marea di adesioni. I promotori hanno ricevuto oltre 12’000 iscrizioni, rispetto alle 2’000 dell’anno scorso. Questa volta, quasi tutte le allieve hanno deciso di approfittare di questa importante occasione.

Alle ragazze è infatti offerta un’opportunità, forse unica, di vedere in che modo il padre trascorre la giornata per far vivere tutta la famiglia. E soprattutto, nelle intenzioni degli organizzatori, di avvicinare le future donne a numerose attività che rimangono predominio degli uomini.

“Ancora attualmente, al momento di iniziare un apprendistato, tre ragazze su quattro si limitano a scegliere tra una ventina di professioni”, fa notare Ursula Huber responsabile del Progetto di tirocinio 16+ per la Svizzera tedesca. I ragazzi si indirizzano invece verso un ventaglio molto più largo di attività che comprende un centinaio di mestieri.

Parità non ancora totale

In Svizzera, nonostante tutti gli sforzi compiuti negli ultimi decenni per sopprimere ogni discriminazione, rimangono tuttora grandi differenze tra i due sessi nel mondo del lavoro. Nel settore privato, ad esempio, i salari degli uomini superano di oltre il 20 % quelli delle donne.

Un divario che è dovuto solo in misura limitata ad abusi, dal momento che il principio “salario uguale per lavoro uguale” è garantito dal 1981 dalla Costituzione ed è regolato dal 1996 dalla legge sulla parità dei sessi.

Lavori e ranghi diversi

“Le ragioni di questo problema vanno ricercate soprattutto nel fatto che le donne svolgono lavori diversi dagli uomini e occupano posizioni diverse all’interno delle stesse ditte” sottolinea Maria Roth-Bernasconi, responsabile del progetto per la Svizzera francese e italiana.

Da un lato, gli uomini incontrano effettivamente meno ostacoli per far carriera: non a caso, quattro quinti dei posti dirigenziali rimangono in mani maschili. Dall’altro, per tutta una serie di condizionamenti sociali o familiari, le donne si “accontentano” di mestieri meno valorizzati e meno retribuiti.

Le rappresentanti del sesso femminile si ritrovano, quindi, quasi soltanto in uffici, negozi, alberghi, ristoranti e saloni per le cure estetiche. Un fenomeno rimasto praticamente immutato negli ultimi 20 anni.

Inibizioni sociali

La “giornata delle ragazze” rientra in un programma di sensibilizzazione nazionale destinato ad aprire gli orizzonti professionali delle giovani donne. Ma anche a dare loro maggior fiducia per superare le inibizioni sociali e culturali che esistono tuttora.

“Molto spesso le ragazze non osano indirizzarsi verso un lavoro considerato prettamente maschile, per non sentirsi diverse, per non essere prese in giro da compagne e compagni” spiega Monika Lichtsteiner, orientatrice professionale presso il Canton Berna.

In base alle sue esperienze è pure molto importante l’influsso del quadro familiare. Le professioni scelte dalle ragazze, che si situano quasi sempre nell’ambito dei servizi, assomigliano in fin dei conti ai lavori domestici, svolti generalmente dalla madre.

Anche la pubertà gioca un ruolo non trascurabile. “In questa età, in cui si trasformano fisicamente, le ragazze sentono un forte bisogno di femminilità e si rivolgono quindi verso professioni considerate più femminili” osserva Monika Lichtsteiner.

Politica familiare poco generosa

Si tratta quindi di spingere le ragazze verso attività ancora prettamente maschili, muratore ad esempio? “Le ragazze devono, in ogni caso, disporre di maggiori e migliori possibilità di scelta tra le varie professioni” ritiene Maria Roth-Bernasconi.

“Se è comprensibile che vi siano poche donne nell’edilizia, non vi è invece nessun motivo per giustificare il fatto che soltanto il 10 % degli informatici sono di sesso femminile”. Nessun motivo, tranne, forse, alcuni fattori di natura culturale e sociale.

Secondo la responsabile del Progetto 16+, è ancora necessario un cambiamento di mentalità. A differenza di altri paesi, in Svizzera alcuni campi, come la matematica, rimangono stranamente un bastione maschile.

Per migliorare le prospettive professionali delle donne è inoltre indispensabile un quadro sociale più favorevole. La politica familiare elvetica (assicurazione maternità, indennità per figli, asili nido, ecc.) non è sicuramente tra le più generose per permettere alle donne di esercitare le professioni più impegnative.

Armando Mombelli, swissinfo

Tre quarti delle ragazze limitano la scelta professionale ad una ventina di mestieri.
Tra uomo e donna sussistono differenze salariali del 20% nel settore privato.
Quattro quinti dei posti dirigenziali sono occupati da uomini.

La Conferenza svizzera delle delegate alla parità – che riunisce tutti gli uffici statali, cantonali e comunali – ha lanciato nel 1998 il progetto 16+ per favorire l’accesso ai posti di tirocinio delle ragazze.
In questo programma si inserisce la “giornata delle ragazze”, alla quale si sono iscritte 12’000 allieve tra i 10 e i 15 anni di tutta la Svizzera.
L’iniziativa, che ha raccolto anche il sostegno di 7’000 ditte, verrà ripetuta in futuro ogni anno, il secondo giovedì del mese di novembre.

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