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Italia: Emanuela Orlandi, primo indagato dopo 26 anni

(Keystone-ATS) ROMA – Dopo oltre 26 anni l’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi registra la prima svolta concreta: il primo nome finito sul registro degli indagati. Si tratta di “Mario”, il telefonista, in realtà un pregiudicato affiliato alla banda della Magliana e in particolare agli ordini di Enrico De Pedis. Ora il “telefonista” potrebbe dare informazioni per chiarire il giallo della scomparsa della figlia quindicenne di un funzionario del Vaticano.
Gli investigatori spiegano che si tratta di un gregario della banda della Magliana, non un personaggio di primissimo piano, ma uno che conosceva bene Enrico De Pedis alias “Renatino”, e i suoi segreti compreso quello della sparizione-rapimento e presunto omicidio di Emanuela Orlandi. Il suo curriculum racconta di rapine, estorsioni, ma mai di condanne per omicidi tant’è che ora è libero.
Sarebbe questo l’identikit del “telefonista” che spiegò di chiamarsi Mario e che chiamò a casa di Emanuela Orlandi il 28 giugno del 1983, sei giorni dopo la scomparsa della figlia quindicenne del postino personale di papa Wojtyla, commesso della segreteria vaticana. Quella telefonata venne registrata e per anni quella voce è rimasta uno dei tanti misteri che avvolgono la scomparsa della Orlandi.
Un mistero svelato dall’ex compagna di De Pedis, Sabrina Minardi, con le dichiariazioni di ieri al procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo. La donna, che un anno e mezzo fa raccontò di aver conosciuto Emanuela Orlandi durante la sua prigionia e di aver saputo da De Pedis che era stata uccisa, ora ha riconosciuto e dato un nome ala voce del telefonista.
Quel nome è finito nel registro degli indagati per le ipotesi di reato di omicidio aggravato dalle sevizie e dalla minore età della vittima e rapimento a scopo di estorsione. Ma oltre al telefonista gli inquirenti hanno nel mirino anche uno dei presunti rapitori della ragazza. Nessun nome per ora, si tratta di un’ipotesi che ha bisogno di ulteriori riscontri.
La procura dà credito alla versione di Sabrina Minardi e fonti giudiziarie parlano ora di un racconto “coerente” e che confermerebbe le prime verità della ex amante di De Pedis. Insomma anche la procura di Roma è convinta che Emanuela Orlandi sia morta.
La Minardi ora si trova in una località protetta e gli è stata assegnata una tutela. Secondo le rivelazioni da lei fornite nel giugno del 2008, De Pedism su mandato del cardinale Marcinkus, avrebbe sequestrato Emanuela Orlandi e ne avrebbe gettato il cadavere in una betoniera.

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