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La Svizzera rimette il pollame in libertà

Polli svizzeri di nuovo all'aria aperta dal 1. maggio Keystone

Da lunedì 1. maggio, il pollame potrà di nuovo razzolare all'aperto in tutta la Svizzera. La situazione sul fronte dell'influenza aviaria si è infatti normalizzata.

Mercoledì, il Consiglio federale ha deciso di revocare l’obbligo di rinchiudere i volatili in vigore dal 20 febbraio.

Con il termine della migrazione verso Nord, al di sopra della Svizzera, della maggior parte degli uccelli acquatici e in seguito al rialzo della temperatura, nel mese di aprile non è stato trovato morto alcun uccello selvatico.

Lo scrive in una nota odierna il governo svizzero, il quale ha deciso che le misure di confinamento stabilite due mesi fa non sono più necessarie.

Rinchiusi per due mesi

Il provvedimento che vietava la tenuta all’aperto del pollame era stato deciso il 20 febbraio scorso, prima che venisse scoperto il primo caso d’influenza aviaria in Svizzera (26 febbraio) in un uccello selvatico ritrovato a Ginevra.

Da allora, tra gli uccelli selvatici sono stati scoperti 32 casi di influenza aviaria, l’ultimo dei quali il 31 marzo.

«Crediamo che in tutti i casi si tratti della forma N1 del virus H5, sebbene al momento sono giunte conferme soltanto per 9 volatili», indica a swissinfo Marcel Falk, portavoce dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV).

Secondo l’UFV, l’obbligo di rinchiudere il pollame ha impedito che l’epizoozia penetrasse nelle aziende di allevamento.

I produttori di pollame e i grandi distributori hanno accolto con soddisfazione la decisione del governo. «È una scelta giusta, dal momento che il pericolo di contaminazione da parte del virus dell’aviaria è fortemente diminuito in questi ultimi giorni», ha commentato Ruedi Zweifel, direttore dell’organizzazione mantello degli allevatori di pollame Aviforum.

Vigilanza alta

In un comunicato, l’UFV invita comunque a non abbassare la guardia: il virus resterà sicuramente presente per diversi anni tra la popolazione aviaria selvatica.

In questo senso, s’impone la vigilanza degli avicoltori e delle autorità.

«La questione del confinamento dei volatili sarà di nuovo affrontata in autunno, con la nuova ondata migratoria», ha rammentato la portavoce dell’UFV Cathy Maret.

Controlli

Proseguiranno inoltre i programmi di sorveglianza, sia a livello nazionale, con il prelievo di campioni sugli uccelli selvatici trovati morti, sia nella riserva delle Bolle di Magadino, nel canton Ticino, al momento della marcatura degli uccelli migratori.

L’UFV comunica pure che in assenza di nuovi casi, il divieto di tenere il pollame all’aperto verrà probabilmente revocato anche nelle zone di protezione e di sorveglianza della regione del lago di Costanza (tra le più colpite dall’aviaria in Svizzera).

Tuttavia, se in futuro si dovessero scoprire in queste zone nuovi casi di influenza aviaria, si dovranno ripristinare le misure messe in atto nelle ultime settimane.

swissinfo e agenzie

Dall’inizio dell’epizoozia nel 2003, una sessantina di Paesi – di cui 10 in Europa – hanno annunciato casi di influenza aviaria negli uccelli selvatici o di allevamento.

Su un migliaio di volatili analizzati in Svizzera, sono stati riscontrati 32 casi di virus H5 (concernenti esclusivamente uccelli acquatici). Finora, si è confermata la presenza della temuta variante N1 in 9 casi.

L’obbligo di allevamento in spazi chiusi per il pollame elvetico è stato introdotto dal Consiglio federale in due occasioni: dal 25 ottobre al 16 dicembre 2005 e dal 20 febbraio al 1. maggio 2006.

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