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La Svizzera toglie l’embargo all’Iraq

I capitali trafugati dal deposto regime potranno servire a ridare dignità e speranza agli iracheni Keystone

Il governo elvetico ha reso noto la decisione di revocare quasi tutte le sanzioni imposte contro l'Iraq.

La disposizione fa seguito all’adozione della risoluzione 1483 da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

La Svizzera ha annunciato la revoca di quasi tutte le sanzioni imposte all’Iraq aderendo, alla vigilia del vertice del G8 ad Evian, alla risoluzione che ha abolito l’embargo, adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite lo scorso 22 maggio.

“La normalizzazione del commercio è un passo necessario affinché la comunità internazionale imbastisca nuove relazioni con l’Iraq”, dichiara a swissinfo Othmar Wyss, responsabile dei controlli alle esportazioni e delle sanzioni al Segretariato di Stato dell’economia (seco).

Con questa decisione vengono tolti i blocchi alle transazioni di capitali, quali i trasferimenti monetari e gli investimenti, nonché le attività import-export tra i due Paesi.

“Occorrerà del tempo prima che le imprese svizzere siano in un grado di esportare nuovamente in Iraq, ma è un primo importante passo avanti”, aggiunge Othmar Wyss.

Rimane in vigore, invece, il congelamento dei beni patrimoniali di Saddam Hussein e di altri alti funzionari del deposto regime iracheno.

I beni culturali trafugati

Il blocco degli averi, appartenenti all’ex regime iracheno e ad enti ad esso legati, è stato allargato ad alti responsabili di Baghdad ed ai loro familiari. Chi possiede o gestisce tali averi deve mettersi in contatto con il Segretariato di Stato dell’economia.

Questa estensione del blocco degli averi entrerà in vigore non appena lo speciale comitato ONU per le sanzioni avrà pubblicato l’elenco delle persone e delle società i cui conti vanno bloccati.

“Non sappiamo ancora a chi verranno applicate queste misure: dipenderà dalla lista che verrà pubblicata dall’Onu. Appena avremo l’elenco dei nominativi, lo pubblicheremo e gli istituti finanziari ne prenderanno atto”, precisa il responsabile dei controlli alle esportazioni e delle sanzioni al seco.

Per facilitare il ritorno in Iraq dei beni culturali trafugati, sono state inoltre introdotte nuove sanzioni sulla compravendita di beni culturali, artistici ed archeologici. Il divieto è rafforzato da un obbligo di dichiarazione per i possessori di tali beni artistici.

Le relazioni tra Svizzera e Iraq rimarranno tuttavia sottoposte a diverse restrizioni: il commercio di armi, ad esempio, continua ad essere vietato.

swissinfo e agenzie

La Svizzera si allinea alla decisione adottata settimana scorsa dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha abolito le sanzioni imposte all’Iraq.

Tolti i divieti alle transazioni finanziarie ed agli investimenti, viene invece esteso il blocco degli averi appartenenti ai responsabili del deposto regime iracheno.

Nuove sanzioni per lottare contro il commercio di opere d’arte trafugate durante i saccheggi.

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