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Il numero di frontalieri segna nuovi record

colonna di automobili davanti a una dogana.
In Ticino lavorano oltre 67'800 frontalieri, nel cantone di Ginevra 85'100 e in quello di Basilea Città 33'700. Keystone / Karl Mathis

Il mercato del lavoro svizzero apre sempre di più ai Paesi limitrofi. Il numero di frontalieri è cresciuto quest'anno superando quota 325'000, un primato. L'aumento è particolarmente marcato in Ticino e a Ginevra.

Dopo un lieve calo nel 2018, quest’anno il numero di frontalieri che lavorano in SvizzeraCollegamento esterno ha fatto un balzo in avanti: 325’291 persone hanno attraversato il confine ogni giorno nel terzo trimestre del 2019, un primato storico. Il picco precedente risale al 2017 con 316’491 frontalieri registrati. Il fenomeno si spiega almeno in parte con la congiuntura economicaCollegamento esterno piuttosto favorevole in Svizzera negli ultimi anni e la situazione tranquilla sul mercato del lavoroCollegamento esterno.

L’incremento riguarda principalmente i lavoratori provenienti dalla Francia (+7166 in un anno) e dall’Italia (+5551). La forza lavoro tedesca è stagnante (+25).

Diversi fattori possono spiegare queste differenze, dice Giovanni Ferro LuzziCollegamento esterno, professore di economia all’università di Ginevra e alla Scuola universitaria professionale di management. “Penso che la situazione sul mercato del lavoro sia migliore in Germania rispetto alla Francia e l’Italia, sia se si considera il tasso di disoccupazione che le rimunerazioni relative”.

Il mercato del lavoro tedesco è forse anche più flessibile, con meno vincoli associati ai contratti a tempo indeterminato, osserva il professore. E il potere d’acquisto in Germania è più alto. “Passare del tempo nei mezzi di trasporto per attraversare il confine con la Svizzera sembra quindi meno attraente per i lavoratori tedeschi che per quelli italiani e francesi”, sottolinea Giovanni Ferro Luzzi.

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Il Ticino accoglie il maggior dei nuovi frontalieri (+4944), seguito dai cantoni di Ginevra (+3971) e di Vaud (+1481). La situazione rimane stabile nel cantone di Zurigo, mentre nella regione di Basilea il numero di frontalieri è persino in leggera flessione. “Il bacino di reclutamento è relativamente limitato in Ticino e a Ginevra”, rileva Giovanni Ferro Luzzi. Quando la loro situazione economica è buona, queste regioni si aprono logicamente all’Italia e alla Francia”.

Anche l’accesso all’alloggio può influire sulla scelta di fare i pendolari transfrontalieri: è più facile ed economico stabilirsi nella Svizzera tedesca che a Ginevra. “Le condizioni di residenza nella regione vicino a Ginevra, appena oltre confine, sono nettamente migliori”, aggiunge il professore di economia.

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Secondo l’ultima inchiestaCollegamento esterno del Centro di ricerca congiunturale (KOF) del Politecnico federale di Zurigo, le prospettive del mercato del lavoro svizzero sono piuttosto fosche. Le valutazioni e le aspettative delle aziende attive nel settore industriale si sono fortemente deteriorate. L’ottimismo rimane però elevato nei settori delle costruzioni, delle banche e di altri servizi.

Complessivamente, sembrerebbe che il rallentamento dell’economia mondiale stia cominciando a ripercuotersi sulla congiuntura svizzeraCollegamento esterno. Il futuro ci dirà se questo declino della crescita avrà un impatto sull’evoluzione del numero di frontalieri.


(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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