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Montreux: bilancio positivo per la Francofonia

La "foto di famiglia" della Francofonia, realizzata sabato a Montreux Keystone

Il 13esimo Vertice della Francofonia si è chiuso domenica a Montreux con la firma di un documento, in cui le delegazioni di una sessantina di paesi riaffermano il loro sostegno alla lingua e alla cultura francese. Diritti umani, sviluppo sostenibile e buon governo sono stati inoltre al centro delle discussioni.

La “Dichiarazione di Montreux”, come è stato chiamato il documento finale, auspica tra l’altro una riforma della gestione economica mondiale, attraverso un rafforzamento della cooperazione tra le Nazioni unite e le altre istituzioni economiche e politiche internazionali, tra cui il G20, che riunisce le 20 principali potenze economiche del pianeta.

In tale ambito, i paesi partecipanti al Vertice, ribadiscono il ruolo della Francofonia nelle relazioni internazionali e la volontà di promuovere la lingua francese e l’educazione in un mondo globalizzato. Lo sviluppo durevole e il rispetto dei diritti umani figurano inoltre tra le visioni e le sfide future, alle quali hanno aderito le delegazioni della sessantina di paesi riuniti a Montreux, nel canton Vaud.

“La Svizzera si rallegra dei risultati concreti e costruttivi raggiunti in questi giorni”, si legge in una nota pubblicata domenica dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Tra questi risultati, la creazione di una rete di specialisti scientifici, che faranno capo al Politecnico federale di Losanna, e l’istituzione di un gruppo di ambasciatori francofoni, incaricati di cooperare con le istituzioni che promuovono gli obbiettivi della Francofonia.

“Impegno fecondo” della Svizzera

Aprendo i lavori del Vertice, Doris Leuthard aveva invitato i presenti ad “avere il coraggio di assumersi impegni importanti, concreti e tangibili”. La presidente della Confederazione Leuthard aveva inoltre chiesto al mondo francofono di cercare di influenzare forum come il G8 o il G20, in particolare per quanto riguarda la riforma del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Dinnanzi ad una quarantina di capi di Stato e di governo dei cinque continenti, Doris Leuthard aveva inoltre affermato venerdì che “colpi di Stato e francofonia sono diventati incompatibili”. La presidente della Confederazione aveva sollecitato un “un rapido ristabilimento dello Stato di diritto nei paesi sospesi” dall’Organizzazione internazionale della francofonia (OIF), ossia la Guinea e il Madagascar.

Durante il Vertice sono stati accolti cinque nuovi paesi, con uno statuto di osservatori. Si tratta di Estonia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Repubblica domenicana e Emirati Arabi uniti. Rieletto all’unanimità per un terzo mandato di quattro anni, il segretario generale dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) Abdou Diouf ha sottolineato “l’impegno fecondo” dimostrato dalla Svizzera nell’organizzazione del Vertice.

Critiche alle derive del sistema finanziario

Lodando la Svizzera, quale “esempio perfetto” di coabitazione tra quattro comunità linguistiche, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha lanciato sabato un appello al cambiamento nella gestione politica ed economica mondiale. Ora che la crisi economica “è un po’ passata non bisogna continuare come prima”, ha affermato durante il suo discorso il capo di Stato francese.

Sarkozy ha denunciato in particolare le derive del sistema monetario internazionale e la “straordinaria volatilità” del corso delle quotazioni delle materie prime. Il presidente francese si è pure detto favorevole a “finanziamenti innovativi”, ad esempio una tassa sulle transazioni finanziarie, a favore dell’aiuto allo sviluppo e della lotta contro il riscaldamento climatico.

A detta di Sarkozy non è “normale” che interi continenti, come l’Africa e il Sudamerica, o potenze come l’India, non siano rappresentante nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. “Credo nel G199”, ma bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni, ha aggiunto pronunciandosi contro la regola del consenso che prevale spesso nelle organizzazioni internazionali.

Promozione della democrazia

Organizzato sul suolo elvetico dopo la sospensione del Madagascar da parte dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF), il Vertice ha permesso non solo di lanciare appelli o proposte, ma anche di fare il punto della situazione su tutta una serie di tematiche che esulano dal semplice ambito linguistico francofono, tra cui diritti umani, accesso all’acqua, clima e altro ancora.

Per la ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey, che aveva diretto i lavori preparatori, la Francofonia vuole essere non da ultimo “uno spazio per la promozione della democrazia, dei diritti umani e dello sviluppo”.

Per l’organizzazione dell’evento le Camere federali hanno stanziato 30 milioni di franchi, di cui dieci sono stati investiti nella sicurezza. L’esercito ha mobilitato 5’000 soldati per la protezione dello spazio aereo e altri compiti di appoggio alla polizia. L’onere finanziario e organizzativo ha suscitato alcune critiche in Svizzera.

Amnesty International ha dal canto suo ammonito che le buone intenzioni non bastano e ha esortato i capi di stato presenti a tracciare un bilancio trasparente e pubblico delle misure messe in atto per realizzare le promesse fatte a Bamako nel 2000 in materia di democrazia, buon governo e rispetto dei diritti umani.

L’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) comprende 56 Stati e governi e 14 osservatori provenienti dai cinque continenti. L’elemento che accomuna i membri è la lingua.

La Conferenza dei ministri degli Affari esteri o dei responsabili della Francofonia si tiene ogni anno per garantire la continuità tra i vertici, a scadenza biennale. Il Consiglio permanente, presieduto dal segretario generale, è incaricato della preparazione del vertice.

Dal 1989, la Svizzera partecipa al vertice dei capi di Stato e di governo dei paesi di lingua francese. Nel 1995, il parlamento si è espresso a grande maggioranza a favore dell’adesione all’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF).

In quanto quarto maggior contribuente dopo Francia, Canada e Belgio francofono, la Confederazione ha assunto un ruolo fondamentale in seno all’organizzazione.

Il XIII Vertice della Francofonia si è svolto a Montreux dal 22 al 24 ottobre 2010, anno in cui la Francofonia festeggia il suo 40° anniversario.

Al Vertice tenuto nella località turistica vodese hanno preso parte 1400 delegati di una sessantina di paesi, tra cui una quarantina di capi di stato e di governo. L’evento è stato seguito da circa 600 giornalisti.

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