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Grazie a una protesi spinale, un malato di Parkinson torna a camminare

Un malato di Parkinson con gravi problemi di mobilità può ora camminare senza cadere grazie a un nuovo impianto spinale sperimentale che stimola i muscoli delle gambe.

Marc, 63 anni, convive con la malattia di Parkinson in fase avanzata dal 1996. La dopamina e poi la stimolazione cerebrale profonda, a cui è stato sottoposto nel 2004, hanno contribuito a curare i tremori e la rigidità. Ma l’uomo ha anche sviluppato gravi difficoltà di deambulazione, tra cui problemi di equilibrio e blocco dell’andatura.

Dopo aver ricevuto l’impianto, che mira a ripristinare la normale stimolazione dei muscoli delle gambe da parte della colonna vertebrale, il paziente di Bordeaux ha sperimentato una “rinascita” e una riconquista dell’indipendenza, in quanto può nuovamente camminare in modo più normale senza cadere.

“Praticamente non riuscivo più a camminare senza cadere frequentemente, più volte al giorno. In alcune situazioni, come l’ingresso in un ascensore, mi bloccavo sul posto, come se fossi congelato, si potrebbe dire”, ha raccontato. “Ora non ho più paura nemmeno delle scale. Ogni domenica vado al lago e cammino per circa sei chilometri. È incredibile”.

All’ospedale universitario di Losanna (CHUV) gli è stata applicata una neuroprotesi, costituita da un campo di elettrodi posizionati sul midollo spinale. In combinazione con un generatore di impulsi elettrici sotto la pelle dell’addome, il dispositivo fornisce impulsi elettrici al midollo spinale per attivare i muscoli delle gambe.

Il paziente indossa un sensore di movimento su ciascuna gamba e quando inizia a camminare l’impianto si accende automaticamente e inizia a fornire impulsi di stimolazione ai neuroni spinali. L’obiettivo è correggere i segnali anomali inviati dal cervello, lungo la colonna vertebrale, alle gambe per ripristinare il movimento normale.

Il Parkinson è una malattia neurologica degenerativa caratterizzata da sintomi quali tremori, rigidità e difficoltà di equilibrio e coordinazione. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’incidenza della malattia è raddoppiata negli ultimi 25 anni. Le stime globali indicano che nel 2019 ne soffrivano più di 8,5 milioni di persone.

Presentato in uno studio sulla rivista Nature Medicine, l’impianto deve ancora essere sottoposto a una sperimentazione clinica completa. Ma il team franco-svizzero, che lavora a un progetto di lunga data per lo sviluppo di interfacce cervello-macchina atte a superare la paralisi, spera che la sua tecnologia possa offrire un approccio completamente nuovo al trattamento dei deficit di movimento nelle persone affette dal morbo di Parkinson.

“È impressionante vedere come stimolando elettricamente il midollo spinale in modo mirato, allo stesso modo in cui abbiamo fatto con i pazienti paraplegici, possiamo correggere i disturbi della deambulazione causati dal morbo di Parkinson”, ha dichiarato Jocelyne Bloch, neurochirurga e professoressa presso l’ospedale universitario CHUV di Losanna, che ha co-diretto il lavoro.

Grégoire Courtine, professore di neuroscienze presso il Politecnico federale di Losanna (EPFL), l’Università di Losanna e il CHUV, ha dichiarato che l’équipe prevede di effettuare test clinici su sei nuovi pazienti il prossimo anno. Courtine ha affermato che la “prova di fattibilità” richiederà almeno cinque anni di sviluppo e test per perfezionare la tecnologia.

>> Video: ecco come un uomo olandese rimasto paralizzato in seguito a un incidente torna a camminare:

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