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Nel 2015 record domande di accesso a documenti ufficiali

Jean-Philippe Walter ha illustrato il rapporto Keystone/MARCEL BIERI sda-ats

(Keystone-ATS) Lo scorso anno le richieste di media e privati cittadini di poter accedere a documenti ufficiali hanno registrato un record: 597 in tutto.

È quanto emerge dal 23esimo rapporto di attività dell’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza (IFPDT) pubblicato oggi.

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A dieci anni dall’entrata in vigore della Legge sulla trasparenza (LTras), che garantisce l’accesso ai documenti ufficiali, il bilancio è globalmente positivo, ha detto Jean-Philippe Walter, che ha assicurato la transizione fra l’ex mister dati Hanspeter Thür e l’attuale responsabile, Adrian Lobsiger. Nel 54% dei casi (319) le autorità hanno concesso un accesso illimitato ai documenti e nel 21% (217) un accesso parziale. In 98 casi (16%) invece è stata completamente negata la possibilità di visionare i documenti. Le restanti richieste sono state ritirate o sono ancora in sospeso.

Bisogna comunque restare vigili perché “ancora troppe amministrazioni ricorrono al principio di eccezione senza giustificazione per evitare di rendere pubblici documenti”, ha aggiunto Walter.

In altri casi si utilizzano gli emolumenti come mezzo dissuasivo: gli ufficio incaricati fatturano infatti le spese di ricerca. Si è passato da 2’600 franchi nel 2014 a oltre 13’600 lo scorso anno. Il 97% delle richieste sono state trattate gratuitamente, ma in 17 casi è stata reclamata una partecipazione alle spese.

Adrian Lobsiger ha denunciato le resistenze di alcuni uffici federali come l’Ispettorato federale della sicurezza nucleare, l’Ufficio federale dell’agricoltura e la Segreteria di Stato all’economia. “Nei settori tecnici, gli esperti hanno tendenza a non voler rendere pubbliche informazioni che giudicano troppo sensibili”, ha spiegato.

Diversi uffici vorrebbero modificare le regole sulla trasparenza, ma “ci opporremo a questi tentativi. In particolare non vogliamo che l’accesso venga limitato passando da ordinanze tecniche, senza revisione della legge”, ha puntualizzato Lobsiger. Mister dati si è anche opposto contro una limitazione del principio di trasparenza nell’ambito della prossima revisione della legge, per quanto riguarda un’eventuale esclusione dal campo d’applicazione dei rapporti concernenti vigilanza, ispezione, audit o controllo delle autorità federali.

Per quanto riguarda la protezione dei dati e della sfera personale, ci sono alcuni settori sensibili. Il numero AVS, ad esempio, da anni viene sempre più utilizzato anche al di fuori del settore delle assicurazioni sociali per identificare una persona, una pratica che aumenta notevolmente il rischio di violazione della protezione dei dati. L’IFPDT ritiene che solo con numeri di identificazione specifici ad ogni settore si possa ridurre il pericolo che i dati vengano incrociati in modo abusivo e ha chiesto al Consiglio federale di prendere una decisione di principio in materia.

La videosorveglianza inoltre viene utilizzata sempre più di frequente in uffici, nei negozi, negli edifici abitativi anche quando non è necessaria a garantire la sicurezza di persone e beni. Ci sono poi le nuove tecnologie dell’informazione che sempre più spesso permettono di tracciare le persone, conoscere i loro spostamenti e le loro abitudini di consumo.

Il 2016 sarà un anno importante per la protezione dei dati visto che sarà messo a punto un testo per la protezione dei dati valido per tutti gli stati dell’Unione europea e dell’AELS. Per l’Incaricato federale della protezione dei dati la prossima revisione della Legge sulla trasparenza dovrà ricalcare il quadro giuridico europeo e permettere una reale autodeterminazione in quest’ambito per garantire che ognuno possa avere il controllo sui dati che lo riguardano.

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