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Pascal Couchepin lascia il governo

Pascal Couchepin dirige il Dipartimento federale dell'interno dal 2003 Keystone

Il consigliere federale Pascal Couchepin, 67 anni, ha annunciato che lascerà il governo svizzero il 31 ottobre. Il ministro dell'interno dice addio all'esecutivo federale dopo 11 anni di servizio.

La notizia era nell’aria già da qualche settimana, ma la conferma è giunta soltanto oggi. La lettera che annuncia la partenza di Couchepin è stata letta venerdì mattina da Chiara Simoneschi, presidente della Camera del popolo (Consiglio nazionale), in apertura dell’ultima giornata di sessione delle Camere.

«Ho ricevuto una lettera che mi ha profondamente commossa», ha dichiarato Chiara Simoneschi prima di leggere la missiva del consigliere federale di fronte ai deputati.

Ringraziando Couchepin per aver avvertito l’Assemblea federale prima della stampa, Simoneschi ha pure espresso riconoscenza al ministro uscente per la sua attività alla testa del Dipartimento federale dell’interno (DFI) e soprattutto per il suo lavoro da «magistrato e capo di Stato».

Couchepin è poi entrato nella sala della Camera del popolo. I deputati si sono alzati e lo hanno applaudito. Il consigliere federale vallesano lascerà il governo a fine ottobre, ossia dopo la votazione popolare sull’aumento dell’IVA per l’assicurazione invalidità, che si terrà il 27 settembre.

«Ho vinto quasi tutte le elezioni»

«Ho deciso alcuni mesi fa, è il momento giusto, sono soddisfatto della mia vita», ha detto Couchepin dopo l’annuncio delle dimissioni.

«La calorosa accoglienza riservatami dal Consiglio nazionale mi ha commosso: dimostra che, al di là delle divergenze politiche, si può instaurare un rapporto di stima», ha affermato il consigliere federale liberale radicale durante una conferenza stampa. «Non sono sempre stato popolare, ma ho vinto quasi tutte le votazioni».

In nome del governo, si legge sul sito dell’Amministrazione federale, Couchepin ha condotto 22 campagne di voto: in 19 casi il popolo e i cantoni hanno seguito le indicazioni dell’esecutivo.

Due volte presidente

Ex sindaco di Martigny, in Vallese, Couchepin ha iniziato la sua carriera politica a Palzzo federale nel 1979 (Consiglio nazionale). Nel 1998 è poi stato eletto nell’esecutivo federale, subentrando al collega di partito Jean-Pascal Delamuraz.

Dopo aver diretto il Dipartimento federale dell’economia (DFE), il ministro è passato nel 2003 al DFI. È stato presidente della Confederazione nel 2003 e 2008.

Uno dei successi di Couchepin alla testa del DFE rimarrà l’accettazione, in occasione della votazione popolare del maggio 2000, degli accordi bilaterali con l’Unione europea.

Più controverso invece il periodo trascorso a capo del DFI. Le proposte del ministro in ambito sanitario e sociale, come ad esempio l’introduzione del pensionamento a 67 anni o le misure per contenere l’aumento dei costi della salute, sono state fonti di critiche e attacchi da più parti.

Avversario di qualità

Il Partito liberale radicale (PLR, centro destra) si è detto fiero di essere stato rappresentato in Consiglio federale da un magistrato dotato «delle più grandi competenze professionali e politiche e di un profondo senso dello Stato».

Il deputato del Partito popolare democratico (centro) Dominique de Buman ha descritto Couchepin come un uomo rispettoso delle istituzioni e destinato a rimanere negli annali in quanto grande ministro. Il suo bilancio, ha detto de Buman, è tuttavia mitigato, in particolare nel campo della cultura e nella questione dei premi dell’assicurazione malattia.

Con le dimissioni di Pascal Couchepin, ha affermato il presidente dei socialisti Christian Levrat, siamo di fronte alla partenza di un uomo di Stato. Anche Levrat ha però sottolineato la politica di smantellamento sociale e i vari cantieri aperti lasciati dal vallesano in ambito sanitario.

Più critico l’ex collega di governo non rieletto Christoph Blocher (Unione democratica di centro, destra nazional conservatrice), secondo cui Couchepin è stato un ministro troppo attaccato alla tattica e non abbastanza orientato in favore del benessere del paese.

Il presidente dei Verdi, Ueli Leuenberger, ha infine dichiarato di perdere un avversario di qualità.

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Successione incerta

Il PLR dovrà ora trovare un candidato di spessore per succedere a Couchepin. Tra i nomi in circolazione vi sono quelli del deputato neocastellano Didier Burkhalter e della parlamentare ginevrina Martine Brunschwig-Graf.

Il rispetto delle tradizioni vorrebbe che il seggio fosse occupato da un altro radicale romando, o perlomeno latino. In quest’ottica, Burkhalter potrebbe essere favorito.

Secondo alcuni media, non è tuttavia da escludere una candidatura del presidente del PLR Fulvio Pelli, sebbene il ticinese abbia smentito tale ipotesi.

Tra gli scenari possibili vi è poi quello che i liberali radicali vengano scavalcati dai popolari democratici, che non nascondono le proprie ambizioni di sottrarre un seggio al PLR, dopo la perdita di uno dei loro due mandati nel 2003, con l’esclusione della consigliera federale Ruth Metzler, andato a vantaggio dell’UDC.

swissinfo.ch e agenzie

Pascal Couchepin è nato a Martigny (Vallese) il 5 aprile 1942. Ha conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università di Losanna e il brevetto di avvocato-notaio nel suo cantone di origine.

Membro del Partito liberale radicale vallesano, Pascal Couchepin è stato eletto in Consiglio nazionale nel 1979 ed è entrato in Governo nel 1998.

Fino alla fine del 2002 ha diretto il Dipartimento federale dell’economia, mentre dal 2003 è titolare di quello dell’Interno, che comprende sicurezza sociale, sanità, educazione, formazione, ricerca e cultura.

Ha ricoperto la carica di Presidente della Confederazione nel 2003 e nel 2008.

Quando avrà lasciato il governo alla fine di ottobre, Pascal Couchepin avrà diritto a una pensione annua di 208’500 franchi, ciò che corrisponde alla metà del suo salario attuale.

Nel caso in cui Couchepin si dedicasse ancora a un’attività lucrativa, questa somma verrebbe ridotta.

Il decreto federale sulle retribuzioni dei magistrati prevede in effetti che un ex ministro non può guadagnare più dei magistrati in carica.

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