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Per un centro politico forte nel 2007

Ci saranno delle liste comuni PLR-PPD durante le elezioni federali del 2007? Keystone

Il ministro degli interni Pascal Couchepin chiama il Partito radicale e quello democristiano a collaborare strettamente in vista delle prossime elezioni federali.

La proposta del consigliere federale ha già suscitato interesse e scetticismo.

Il Partito liberale radicale (PLR) e il Partito popolare democratico (PPD) devono, alle prossime elezioni federali del 2007, congiungere le liste in tutti i cantoni.

Lo pensa il consigliere federale Pascal Couchepin, secondo il quale “è l’unico modo per contrapporsi con successo all’Unione democratica di centro (UDC) e al Parito socialista (PS)”.

“La concorrenza politica tra PLR e PPD è una cosa sbagliata nella situazione attuale”, afferma Couchepin in un’intervista alla “SonntagsZeitung”.

A suo avviso è invece necessaria una collaborazione fra i due partiti su una base contrattuale. “Su una congiunzione delle liste – aggiunge il ministro radicale-liberale – bisogna discutere già da adesso”.

Il caso di Martigny

L’esempio di Martigny (canton Vallese) rappresenta, agli occhi di Couchepin, quello che i due partiti del centro avrebbero da guadagnare con una più stretta collaborazione.

Durante le scorse elezioni comunali, il partito radicale ha ottenuto il 43% dei voti e i democristiani il 24%, mentre i socialisti hanno raccolto soltanto il 14% e l’UDC il 5% dei suffragi.

Per il ministro, in passato sindaco di Martigny, “quello che succede in Vallese può funzionare anche su scala nazionale”.

Le soluzioni migliori dal centro

“Grazie alla democrazia diretta, il PLR non si ridurrà ad un partito della classe media superiore capace di raccogliere il 5-10% dei voti, come è il caso dei partiti omologhi in Europa”, spiega Couchepin sulle pagine del giornale svizzero tedesco.

Contrariamente agli Stati dove il popolo può eleggere solamente le proprie autorità, i cittadini svizzeri si recano alle urne quattro volte all’anno. “E solo le soluzioni del centro politico permettono di vincere le votazioni”, sottolinea il consigliere federale.

Dopo aver fallito con la revisione dell’AVS e dell’AI, Pascal Couchepin è riuscito a far accettare la nuova legge sull’assicurazione malattia e la legge sulle cellule staminali, due oggetti che sono stati accolti dal popolo anche grazie alla collaborazione tra PLR e PPD.

Reazioni contrastanti

La proposta di Couchepin è giudicata “interessante” dalla presidente del PPD Doris Leuthard, secondo la quale “ci saranno, a lungo termine, tre poli: i socialisti, l’UDC ed un centro forte”.

Più scettici invece la presidente ad interim del PLR Marianne Kleiner ed il deputato radicale al Nazionale Peter Weigelt, che credono nella necessità di creare alleanze con l’UDC, visto che ad esempio “nella politica fiscale, i radicali sono più vicini alla destra che ai democristiani”.

Blocher al giusto posto, ma deve calmarsi

Per quanto riguarda il Consiglio federale, Couchepin non vede alternativa alla concordanza. “Nella situazione attuale è difficile fare accettare proposte al popolo senza l’UDC e il PS”.

A suo avviso sarebbe stato sbagliato non eleggere Christoph Blocher nel governo e avere così una “opposizione permanente” da parte del suo partito.

Non per questo però, il ministro degli interni è disposto ad accettare la libera interpretazione della collegialità da parte di Blocher.

“Sono in politica da molto tempo e non permetterò che questa faccenda continui”, dichiara senza mezzi termini Couchepin.

Riforme per Pro Helvetia

Nell’intervista domenicale, Couchepin ha pure evocato il futuro di Pro Helvetia, parlando di “un bisogno di riforme”.

Un’integrazione dell’organizzazione culturale nell’amministrazione federale non entra però neanche in linea di conto, visto che ciò sottoporrebbe troppo Pro Hlevetia al potere politico.

swissinfo e agenzie

Il peso politico dopo le elezioni federali del 2003:

Unione democratica di centro: 26,6% (22,5% nel 1999)

Partito socialista: 23,3% (22,5)

Partito liberale radicale: 17,3% (19,9%)

Partito popolare democratico: 14,4% (15,9%)

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