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Armi svizzere in mostra a Londra

La RUAG e quasi tutte le principali aziende svizzere di armamenti sono presenti alla fiera di Londra (swissinfo) swissinfo

Si tiene in questi giorni a Londra il DSEi 03, la più grande mostra europea – ed una delle maggiori al mondo – di armi, sistemi e accessori militari.

Migliaia di metri quadri di esposizione per decine di migliaia di compratori e venditori giunti da tutto il mondo, Svizzera compresa.

Il commesso viaggiatore dell’EADS, consorzio-colosso europeo che mette a punto sistemi integrati per decine di governi, non riesce a trattenere la sua felicità: “È meraviglioso, anziché viaggiare come una trottola per tutto il continente, basta venire qui ogni due anni, per fare eccellenti affari”.

Al DSEi, ospitato nell’enorme struttura fieristica dell’Excel ai Docks di Londra, molti addetti ai lavori esprimono soddisfazione per un evento internazionale che sta crescendo.

“Non è un posto dove si comprano armi, né si concludono accordi” si affanna comunque a dichiarare ai media il portavoce della Spearhead, che ha organizzato la fiera in collaborazione con il governo britannico.

Dai carri armati ai coltellini

L’esposizione è davvero imponente: decine di migliaia di metri quadri ospitano 950 imprese specializzate in missili e carri armati, pallottole e fucili, ma anche giunti idraulici, cavi, sistemi per le telecomunicazioni e informatici.

Dai simulatori per gli addestramenti militari agli accessori per la sopravvivenza in una zona di conflitto, dai completi per proteggersi da un attacco batteriologico ai coltellini Victorinox.

Sostanzioso eppure discreto anche l’apparato di sicurezza: 2600 agenti ed un numero incalcolabile di guardie del corpo di ogni sorta.

Fra conferenze, dimostrazioni e stand dove provare mitragliatori e programmi informatici, nelle sale dell’Excel è tutto un brulicare di professionisti della difesa e dell’attacco militari.

Scopi dissuasivi?

Nei corridoi e nei punti di ristoro si incontrano i rappresentanti commerciali e istituzionali di paesi che si fanno la guerra.

Ecco il compratore pakistano che saluta con un cenno della mano il manager indiano Premjit Singh, che racconta a swissinfo la sua missione londinese: “Costruire partnership con aziende internazionali per portarle nel nostro paese, l’area di massimo sviluppo in questo momento per il mercato delle armi”.

Spiega che con gli stati limitrofi “ci sono questioni aperte, ma abbiamo la ferma intenzione di diventare sempre più amici”. E perché armarsi, allora? “A scopo dissuasivo: sanno che siamo ben difesi e si tengono alla larga”.

Bombe a frammentazione

Una considerazione univoca emerge dalle riflessioni dei tanti addetti ai lavori: il presente è fatto di sistemi integrati, prodotti da diverse aziende che si consorziano per rispondere adeguatamente alle esigenze specifiche dei vari governi internazionali.

È la costruzione di un “sistema Europa”: joint venture e accordi che mettono insieme paesi del continente, in risposta alla grande industria americana degli armamenti.

Generali e comandanti con divise di ogni angolo del pianeta si incrociano e si fanno il saluto militare e ci sono anche quelli che secondo Amnesty International violano i diritti umani: per esempio Cina, Siria e Turchia.

Allo stand della Israel Military Industry Ltd, lo specialista militare del quotidiano The Guardian scova una nuova versione di cluster bombs, le bombe a frammentazione che il DSEi aveva chiesto agli espositori di non portare “per ragioni etiche”.

Stand svizzero

Nel padiglione svizzero ci sono la rivista specializzata Armada International, Victorinox e Katadyn, i cavi ad alta tecnologia della Brugg e la ticinese Macroswiss. Altre aziende elvetiche sono ospitate dagli spazi delle ditte straniere a cui forniscono i loro servizi.

Allo stand della RUAG, un funzionario molto cortese confessa che non sono stati contenti della collocazione all’interno della fiera. Il padiglione della Confederazione si trova nella parte più interessante della mostra, con i colossi inglesi, italiani e americani.

Ma è giusto alle spalle di un enorme elicottero Apache, che impedisce la visuale del padiglione e si accende ogni quindici minuti, con un frastuono assordante che “evidentemente disturba i nostri visitatori”.

La RUAG insieme alle armi espone gli impianti per lo sminamento e conferma che loro, le cluster bombs le hanno lasciate a casa. E rilancia: “Le può trovare nello stand dell’azienda di stato turca”. Il responsabile della MKEK ha preferito non rispondere alle domande di swissinfo.

swissinfo, Serena Tinari, Londra

9 – 12 settembre: Fiera internazionale DSEi 03 a Londra
950 aziende espositrici e 80 paesi rappresentati
20’000 persone sono attese a questa edizione

Nel 2002 la Svizzera ha esportato materiali di guerra per un totale di 277,6 milioni di franchi (nel 2001 erano stati 258,2).

I migliori acquirenti: Germania (66,7 milioni di franchi), Austria (33,4), Stati Uniti (30,8), Irlanda (22) e Gran Bretagna (18,1).

Alla fiera di Londra la Svizzera dispone di un proprio padiglione. Tra le aziende svizzere presenti figurano la RUAG, la più grande impresa elvetica di armamenti, Victorinox, Brugg, Macroswiss e Katadyn.

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