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La Posta non “Rema” più

Nuova chance per i 18 centri di smistamento della Posta? (foto: www.post.ch) Erhard Hofer

Colpo di scena: la Posta ritira il progetto di ristrutturazione dei suoi centri di smistamento. Cadono così sia la variante a 3 che quella a 5 centri che tante proteste e timori avevano generato.

La misure saranno ora riesaminate in collaborazione con i sindacati.

Nella breve nota diffusa lunedì, la Posta, il Sindacato della comunicazione ed il Sindacato cristiano sociale dei servizi pubblici “transfair” sottolineano come da oggi si riparta alla ricerca di una nuova soluzione.

In questo senso saranno tenute in debita considerazione le esigenze in materia di politica del personale, la politica regionale e le ripercussioni sull’ambiente. I valori guida della ristrutturazione non saranno più soltanto “economico-finanziari e tecnologici”, si legge nel comunicato.

2500 posti di lavoro in bilico

Lo scorso 22 ottobre, la Posta aveva presentato il suo progetto Rema (Reengineering Mailprocessing) in cui prevedeva di concentrare tutto lo smistamento delle lettere in tre nuovi centri principali sull’Altopiano: Friburgo Ovest, Langenthal/Aarau e Zurigo. Una regione all’origine della stragrande maggioranza degli invii postali dell’intero paese.

Il progetto prevedeva tra il 2006 e la fine del 2008 la soppressione di 18 centri regionali con il taglio di circa 2’500 posti di lavoro, occupati da 3500 persone. Particolarmente colpite sarebbero state nuovamente le regioni periferiche, già confrontate con la chiusura di uffici postali e con il ridimensionamento più in generale dell’intero apparato delle ex regie federali.

Rema avrebbe dovuto permettere al gigante giallo di migliorare la redditività mantenendosi competitivo in un mercato aperto, risparmiando circa 240 milioni di franchi all’anno.

Indignazione

Gli ambienti sindacali, i politici ed i dipendenti della Posta non avevano tardato a reagire e si erano scagliati contro quello che i sindacati hanno definito “un progetto ricco di lacune, frutto di tecnocrati con una vista da talpa”.

Di fronte alle veementi critiche, la Posta si era detta disposta a studiare soluzioni più consone ai bisogni regionali, con eventuali richieste finanziarie alla Confederazione.

Due le soluzioni alternative concretamente proposte: cinque centri disposti sull’asse dell’Altopiano, oppure l’affiancamento ai tre centri principali di «un numero limitato di unità regionali più piccole». Nel rapporto sul progetto Rema pubblicato lo scorso 14 novembre era stata valutata pure un’alternativa a 6-8 centri che teneva conto pure dell’asse Nord-Sud.

Lunedì, il sorprendente annuncio del completo ripensamento da parte dei vertici del gigante giallo. Come chiedevano i sindacati, Rema è stato affossato. La palla torna dunque a centrocampo. La partita ricomincia.

swissinfo e agenzie

Attualmente, in Svizzera, esistono 18 centri di smistamento della corrispondenza;
Il progetto Rema intendeva mantenerne da 3 a 5, praticamente soltanto nell’altopiano;
La ristrutturazione avrebbe cancellato 2’500 posti di lavoro e riguardato 3’500 persone.

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