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Nuova drastica cura dimagrante per la Posta

Entro il 2008, la rete degli uffici postali subirà una profonda riorganizzazione Keystone

Nei prossimi due anni, la Posta svizzera sopprimerà tra 400 e 500 impieghi. La riorganizzazione degli uffici dovrebbe permettere risparmi per 50 milioni di franchi.

Mentre la reazione dei partiti di destra è contrastata, i sindacati e la sinistra considerano la ristrutturazione votata al fallimento. Alcuni ambienti economici ritengono invece la riforma insufficiente.

Le cifre erano già trapelate durante il fine settimana e martedì è giunta la conferma: nell’ambito della nuova fase di ristrutturazione, la Posta svizzera cancellerà dai 400 ai 500 posti di lavoro.

L’obiettivo di questa nuova organizzazione, soprannominata «Ymago», è di «ottenere un miglioramento annuo degli utili di oltre 50 milioni di franchi», scrive l’azienda in un comunicato, ricordando che lo scorso anno la rete degli uffici postali ha registrato conti in rosso per più di 400 milioni di franchi.

200 uffici postali principali

Con la riorganizzazione, entro la fine del 2008, circa 200 uffici postali principali gestiranno da 2 a 20 succursali ciascuno. Ai primi spetteranno compiti di pianificazione e attività amministrative. Ai secondi saranno affidate la vendita e la consulenza agli sportelli.

Parallelamente La Posta prosegue fino alla metà del 2007 la sperimentazione con gli «imprenditori postali» che gestiscono autonomamente un’attività extra-postale. Abbandona invece gli apparecchi automatici di versamento perché troppo poco utilizzati dalla clientela nella fase pilota.

Critiche dai sindacati

Il Sindacato della comunicazione e il Sindacato cristiano dei servizi pubblici e del settore terziario della Svizzera (Transfair), fanno chiaramente sapere la loro posizione: «No allo smantellamento di posti di lavoro, no ai tagli salariali, no ai licenziamenti», indicano con un comunicato.

«Si tratta di un progetto di smantellamento puro e semplice della rete postale», sottolinea il sindacato della comunicazione. La riduzione degli impieghi toccherà soprattutto gli impiegati a tempo parziale, per la maggior parte donne impiegate agli sportelli, prevede l’organizzazione, che per martedì ha indetto manifestazioni di protesta nelle diverse regioni linguistiche della Svizzera.

Dal canto suo, Transfair sottolinea la pressione futura: «Il dipendente che conserverà il proprio posto di lavoro sarà sottoposto a stress permanente dato che le stesse prestazioni dovranno essere fornite da un numero minore di impiegati». Transfair denuncia pure il peggioramento della situazione per la clientela, con ore d’apertura ridotte e offerta limitata.

Opinione diametralmente opposta invece sul fronte di economiesuisse, che saluta la ristrutturazione. Per l’associazione mantello dell’economia elvetica, la nuova organizzazione va nella giusta direzione ma è ancora troppo timida.

Reazione dei partiti

Il Partito socialista (PS) e i Verdi accolgono la ristrutturazione con scetticismo. I due partiti considerano buona l’attuale situazione finanziaria della Posta e esprimono preoccupazione per i previsti licenziamenti e per l’eventuale diminuzione delle prestazioni alla clientela.

I democristiani (Partito popolare democratico, PPD) non si oppone di principio al progetto dell’ex regia federale ma anch’esso si chiede se il servizio pubblico non ne patirà e se il licenziamento di 500 persone sia veramente necessario.

Per i liberali radicali (PLR) questa decisione dipende unicamente dalla Posta: spetta a lei decidere se la ristrutturazione è positiva sia per l’azienda che per i clienti. Il PLR riconosce inoltre che il gigante giallo deve affrontare una concorrenza che si fa ogni giorno più agguerrita.

L’Unione democratica di centro (UDC, destra populista), reagisce invece positivamente al progetto di ristrutturazione, che giudica una scelta sensata e ben ponderata, perché permette al gigante giallo di risparmiare dei costi.

swissinfo e agenzie

La storia della Posta nella sua forma attuale inizia nel 1995, quando il governo decide di dividere le PTT (Poste Telefoni Telegrafi) in due entità distinte, la Posta appunto e Telecom PTT (oggi Swisscom). La riforma entra in vigore il 1° gennaio 1998.

Nel gennaio del 2001, la Posta annuncia un primo piano di ristrutturazione, che prevede la riduzione degli uffici postali da 3’390 a 2’500 per un risparmio annuo di 100 milioni di franchi.

Nel maggio del 2003, la Posta comunica che la distribuzione di lettere verrà in futuro affidata a tre centri principali e a sei sottocentri. I posti a tempo pieno persi sono 2’390.

A partire dal 2004 il mercato postale viene progressivamente liberalizzato. Oggi la Posta ha il monopolio solo sui pezzi fino a 100 grammi.

Nel maggio del 2006, il governo chiede al Dipartimento delle comunicazioni di preparare un nuovo progetto di revisione della legge sulla posta. L’ex regia federale potrà così essere trasformata in società anonima. È prevista anche una liberalizzazione totale del mercato postale, pur con qualche barriera.

Nel 2005 la Posta ha registrato un ricavo d’esercizio di 7,5 miliardi di franchi e un utile di 811 milioni.
Il gruppo è il secondo datore di lavoro del paese. Nel 2005 gli impieghi a tempo pieno erano 41’073 (42’884 nel 2004).

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