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Rifiuto di generalizzare l’apertura domenicale

Keystone

La Camera del popolo ha rifiutato a larga maggioranza (106 voti contro 56) la generalizzazione dell'apertura dei negozi la domenica.

La decisione è stata presa due settimane dopo il sì popolare all’apertura domenicale dei negozi nelle grandi stazioni e negli aeroporti svizzeri.

Lo scorso mese di marzo, la Camera del popolo aveva rinviato la discussione sulla generalizzazione dell’apertura domenicale dei negozi in attesa dell’esito della votazione del 27 novembre. Il Consiglio degli Stati l’aveva invece già approvata lo scorso mese di settembre.

Il risultato dello scrutinio sulla modifica della Legge sul lavoro, accettata dal 50,6% dei votanti, con soli 23’000 voti di scarto, si presta a interpretazioni divergenti.

Per il partito socialista, i verdi e i democristiani, il popolo ha sì accettato un’apertura, ma al contempo dimostra di non volerla estendere ulteriormente. Non la pensa così invece il rappresentante dei liberali radicali, Felix Gutzwiller, secondo cui l’accettazione dell’apertura domenicale dei negozi nelle grandi stazioni e negli aeroporti è una prova della volontà degli svizzeri di sentirsi liberi di fare acquisti senza interruzioni.

Competenza cantonale limitata

«Lo scopo della mozione della Commissione dell’economia del Consiglio degli Stati è quello di permettere ai cantoni che lo desiderano di prevedere una maggiore liberalizzazione», ha spiegato il liberale radicale Hans-Rudolf Gysin a nome della Commissione.

«L’orario d’apertura dei negozi compete ai cantoni, ma le disposizioni federali limitano il loro campo d’intervento», ha dal canto suo precisato il ministro dell’economia Joseph Deiss, precisando che lo scorso anno 18 cantoni si erano detti a favore di un alleggerimento della legge. Per il Consigliere federale, i commercianti attivi in prossimità delle stazioni potrebbero sentirsi vittime di una disparità di trattamento.

L’apertura domenicale dei negozi è una «questione vitale» per i cantoni frontalieri, ha aggiunto il ginevrino André Reymond, rappresentante del partito di destra UDC (Unione democratica di centro).

Nessuna necessità economica

«Nemmeno Stalin è riuscito a sopprimere il riposo domenicale», ha fatto notare il socialista sangallese Paul Rechsteiner.

Dal canto suo, Joseph Zisyadis, rappresentante del partito svizzero del lavoro, considera la mozione del Consiglio degli Stati un esempio della «pura ideologia integralista» del consumismo.

«L’estensione del lavoro domenicale non corrisponde ad alcun bisogno economico o sociale, né è rivendicata da chi lavora nel settore della vendita», ha aggiunto il socialista giurassiano Jean-Claude Rennwald.

swissinfo e agenzie

Il Consiglio Nazionale ha rifiutato la generalizzazione dell’apertura domenicale dei negozi.

La mozione era stata accettata dalla Camera dei Cantoni nel settembre del 2004.

Sull’esito del voto ha influito il risultato tirato della votazione federale sull’apertura dei negozi nelle grandi stazioni e negli aeroporti dello scorso 27 novembre.

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