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Via libera per il fondo di coesione

L'allargamento ad Est dell'Unione europea costerà 1 miliardo di franchi alla Svizzera Keystone

Dopo la Camera alta, anche il Consiglio nazionale ha approvato le basi legali per la concessione del miliardo di franchi ai 10 nuovi membri dell'Unione europea.

Il contributo elvetico al fondo di coesione non dovrebbe compromettere il programma di aiuti versati dalla Svizzera all’Europa dell’Est e ai paesi del Sud.

Nonostante l’opposizione delle forze parlamentari di destra, a cominciare dall’Unione democratica di centro (UDC), la Svizzera continuerà ad aiutare l’Europa orientale per altri dieci anni.

Anche la Camera del popolo ha infatti approvato la legge sulla cooperazione con gli Stati dell’Est, che prolunga di un decennio i programmi di sostegno economici lanciati dopo la caduta del Muro di Berlino.

Questo testo, che serve anche da base per l’attribuzione del miliardo di franchi svizzero al fondo di coesione dell’Unione europea, è stato adottato con 116 voti favorevoli, 40 contrari e 1 astenuto.

Referendum non ancora escluso

Per gli aiuti ai paesi dell’ex blocco dell’Est, la Confederazione ha già sborsato 3,5 miliardi di franchi dagli anni Novanta.

Entro la fine dell’anno, il Consiglio federale dovrebbe sottoporre alle Camere un nuovo credito-quadro generale per la cooperazione, come pure un credito «speciale» per il miliardo di franchi che la Svizzera verserà in favore dei dieci nuovi Stati membri dell’UE.

Sebbene voglia rinunciare ad attaccare il progetto di legge con un referendum – una minaccia è agitata invece dalla Lega dei Ticinesi e dai Democratici Svizzeri – l’UDC ha comunque cercato di sabotarlo in fase di gestazione.

Il miliardo di franchi di coesione non piace infatti alla destra anti-europea.

Con l’estensione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone, i paesi interessati – ha fatto notare il rappresentante dell’UDC Walter Wobmann – hanno già ottenuto un accesso al mercato svizzero più che mai interessante.

Secondo lui, la Svizzera si appresta ad aprire un rubinetto finanziario al quale Bruxelles potrà attingere a ogni futura estensione dell’UE.

UDC in minoranza

Per il momento non è nostra intenzione spingerci oltre ai dieci nuovi membri dell’UE, ha dichiarato invece la ministra degli affari esteri Micheline Calmy-Rey.

L’aiuto all’Europa dell’Est è nell’interesse della Svizzera: esso permetterà in futuro di intensificare gli scambi economici con questi paesi e di limitare l’immigrazione, ha dal canto suo rilevato il consigliere nazionale del Partito liberale radicale John Dupraz.

Rifiutando di seguire l’UDC, il Consiglio nazionale è entrato in materia con 129 voti contro 45. Con 127 voti contro 48 ha anche deciso di non rinviare il dossier al Consiglio federale.

L’UDC voleva, in cambio del miliardo di coesione, che l’UE s’impegnasse a evitare qualsiasi discriminazione dell’aeroporto di Zurigo, a rispettare il segreto bancario elvetico e la sovranità della Svizzera in materia fiscale.

Questi dossier non hanno nulla a che vedere con l’aiuto all’Est, ha sottolineato Dupraz.

Non a scapito del Sud

La parte essenziale del dibattito si è concentrata sul miliardo di coesione. Alla fine di febbraio la Svizzera ha firmato con l’UE un memorandum d’intesa sulle modalità di ripartizione di questa somma.

L’aiuto assumerà la forma di progetti concreti, scelti dalla Svizzera in modo assolutamente autonomo, in collaborazione con i paesi beneficiari.

Il miliardo sarà compensato il seno al Dipartimento federale dell’economia e al Dipartimento federale degli affari esteri, nonché eventualmente attingendo ai redditi provenienti dalla fiscalità del risparmio, ha spiegato Micheline Calmy-Rey.

La ministra degli esteri ha nuovamente garantito che l’aiuto ai paesi del Sud sarà risparmiato da tagli.

Per sincerarsene il Nazionale, con 94 voti contro 64, ha comunque trasmesso un postulato in cui si precisa che il miliardo di coesione non deve essere compensato attraverso riduzioni dei fondi destinati all’aiuto allo sviluppo. Il dossier ritorna agli Stati per alcune divergenze minori.

swissinfo e agenzie

Dei dieci nuovi paesi membri dell’Ue, la Polonia sarà il maggiore beneficiario del contributo elvetico al fondo di coesione, con 489 milioni.
L’Ungheria riceverà 131 milioni, la Cechia 110, la Lituania 71, la Slovacchia 67, la Lettonia 60, l’Estonia 40, la Slovenia 22, Cipro 6 e Malta 3.
Due milioni saranno a disposizione per progetti prioritari.

La Svizzera verserà un miliardo di franchi in cinque anni al fondo di coesione dell’Unione europea, destinato ad appianare le disparità economiche e a favorire lo sviluppo dei 10 nuovi membri.

Dopo il Consiglio degli Stati, anche la Camera del popolo ha approvato la nuova legge federale sulla cooperazione con i paesi dell’Europa dell’Est.

Nonostante la probabile rinuncia da parte dell’Unione democratica centro, non è ancora esclusa la possibilità di un referendum da parte delle altre forze di destra dello scacchiere politico svizzero.

Il miliardo di franchi sarà attinto soprattutto dai budget dei Dipartimenti dell’economia e degli affari esteri. Questa somma non andrà invece a scapito dell’aiuto alla cooperazione e allo sviluppo.

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