Fine settimana di votazioni in tutta la Svizzera

Al vaglio dei cittadini quattro iniziative e un referendum. I temi sono il pensionamento flessibile per l'AVS a partire da 62 anni, la riduzione delle spese militari, i costi della sanità e la legge sul personale della Confederazione.
La campagna si è focalizzata sulle due iniziative popolari che riguardano l’età del pensionamento. Secondo i promotori, in un periodo in cui l’atteggiamento della società nei confronti del lavoro evolve rapidamente, anche il sistema di previdenza sociale deve essere adattato. Entrambe le iniziative propongono il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni, con modalità leggermente diverse per quanto riguarda le possibilità di continuare ad esercitare un’attività professionale a tempo parziale.
La società svizzera conta sempre più anziani e sempre meno giovani. Di conseguenza, il governo ritiene che il sistema pensionistico proposto dalle due iniziative non possa reggere alla distanza perché troppo caro. Inoltre, le due iniziative vanno in senso opposto rispetto alla riflessione in corso nei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Queste due iniziative, lanciate dalla Società svizzera degli impiegati di commercio e dai verdi, hanno ottenuto l’appoggio di tutta la sinistra, dei sindacati, dei verdi, degli evangelici e della Lega dei ticinesi. Contro si sono schierati i partiti borghesi e il padronato.
Molto si è discusso anche dell’iniziativa ridistributiva lanciata dal Partito socialista. Il punto centrale è la riduzione graduale dei crediti per la difesa nazionale e l’uso delle somme così risparmiate per operazioni di pace, per l’aiuto allo sviluppo e per misure in favore della politica sociale in Svizzera. Entro dieci anni, le spese sarebbero ridotte alla metà rispetto a quelle dei conti dell’anno 1987.
Gli oppositori ritengono invece che l’esercito abbia già risparmiato molto in questi ultimi anni e che sia comunque insensato definire i costi prima di avere fissato i compiti e i mezzi del nuovo esercito. Inserire nella Costituzione l’obbligo di dimezzare in dieci anni le spese per l’esercito è un passo troppo vincolante.
Questa iniziativa ha messo in evidenza il classico schieramento tra la destra, contraria ad altri tagli, e la sinistra.
Il dibattito è stato acceso anche attorno alla revisione delle legge sul personale federale, che prevede l’abolizione dello statuto di funzionario. Per il governo, questa revisione è necessaria per mettere la Confederazione al passo con le esigenze della globalizzazione.
Contro questa revisione, i sindacati e il partito socialista hanno lanciato un referendum perché disapprovano, in particolare, le lacune della legge nel campo della protezione contro i licenziamenti e l’introduzione del concetto di salario al merito. All’inizio del mese, a Berna sono convenuti oltre 20.000 manifestanti, tra i quali molti funzionari federali, per protestare contro l’inasprimento delle condizioni di lavoro.
Dibattito invece quasi inesistente attorno all’iniziativa lanciata dalla catena di supermercati Denner e denominata “per costi ospedalieri più bassi.” Propone di limitare la copertura assicurativa obbligatoria alle sole spese ospedaliere. L’unico partito ad appoggiarla è stata la Lega dei ticinesi. Per tutti gli altri partiti, questa iniziativa è irresponsabile. Se fosse accettata, raggiungerebbe proprio il risultato opposto.
Come sempre, in occasione delle votazioni federali, in tutta la Svizzera sono previste diverse consultazioni: in undici cantoni si vota su un totale di 33 oggetti a carattere regionale. Sono previste anche alcune elezioni, come ad esempio a Berna, dove si rinnova il governo e il parlamento della città.
Mariano Masserini

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