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Voli su Zurigo, raggiunta un’intesa con Berlino al WEF

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A margine del Forum economico di Davos, i ministri dei trasporti di Svizzera e Germania hanno sottoscritto una dichiarazione d'intenti sull'annosa questione dell'inquinamento acustico provocato dai voli in partenza e in arrivo da Zurigo-Kloten.

«La Svizzera si è impegnata a ridurre il traffico aereo sopra la Germania meridionale», ha dichiarato la consigliera federale Doris Leuthard in conferenza stampa. «In cambio Berlino dovrebbe consentire un aumento dei voli al mattino e alla sera, fascia oraria nella quale la Svizzera aveva bisogno di maggiore flessibilità».

I due ministri si sono detti soddisfatti dell’accordo raggiunto a Davos, che permetterà di mettere fine a una vertenza che negli ultimi dieci anni ha oscurato le relazioni bilaterali tra Svizzera e Germania. «È un grande passo avanti», ha detto il tedesco Peter Ramsauer. Il trattato potrebbe essere sottoscritto già entro la fine dell’estate, ma per entrare in vigore dovrà ancora ottenere il nullaosta delle Camere federali.

Commenti positivi sono giunti anche dal mondo politico ed economico, anche se in molti hanno ricordato che una certa prudenza è d’obbligo. «Sono i dettagli che contano», hanno detto il consigliere nazionale PLR Markus Hutter e la collega socialista Jaqueline Fehr.

Più critica invece l’Unione democratica di centro: «Una volta di più, abbiamo ceduto di fronte alle pressioni della Germania», ha detto il presidente Toni Brunner.

La vertenza tra i due paesi si trascina sin dagli anni Ottanta, quando i comuni della Germania meridionale avevano cominciato a lamentarsi per il rumore provocato dagli aerei da e per Zurigo-Kloten. Nel 1984 era stato firmato un accordo amministrativo per “spartirsi” i voli, ma a seguito di nuove proteste il governo tedesco lo aveva disdetto per la fine del 2001.

L’allora ministro dei trasporti Moritz Leuenberger era poi riuscito a raggiungere un nuovo accordo che prevedeva una riduzione degli avvicinamenti e un’estensione del divieto di volo notturno. Il nuovo trattato aveva però suscitato vive critiche da parte dei partiti borghesi e le Camere federali si erano così rifiutate di ratificarlo nel marzo 2003. Come conseguenza Berlino aveva messo in vigore nell’aprile successivo un’ordinanza ancora più restrittiva.

Da allora la vertenza ha ripreso vigore – con accresciute lamentale anche all’interno dei confini elvetici nei cantoni di Zurigo e Argovia – e si è trascinata fino ad oggi passando anche per le istanze giudiziarie europee.

Lo scorso agosto Doris Leuthard aveva definito “talebane” le autorità della Germania meridionale, accusate di bloccare la ricerca di una soluzione. Di fronte all’indignazione delle stesse aveva poi dovuto scusarsi.

Dal 2009 un gruppo di lavoro tedesco-svizzero conduce un’analisi congiunta dell’inquinamento acustico causato qua e là del confine, alla ricerca di nuove soluzioni.

(KEYSTONE/Jean-Christophe Bott)

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