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2008 – L’anno di Eveline Widmer-Schlumpf

Eveline Widmer-Schlumpf: dall'UDC al PBD, fra amarezze e soddisfazioni Keystone

Attaccata ferocemente dal proprio partito - l'UDC che alla fine l'ha espulsa -, Eveline Widmer-Schlumpf ha proseguito imperterrita il lavoro nel suo primo anno in governo federale. I successi che ha raccolto hanno dato ragione alla sua tenacia.

Sin dal giorno in cui accetta il mandato contro la volontà del proprio partito appare evidente che la maggioranza dell’Unione democratica di centro (UDC) le renderà la vita difficile. Nessuno, probabilmente, immagina però fino a che punto arriverà lo psicodramma.

Esclusa, assieme al collega di governo Samuel Schmid, dal Gruppo UDC, la ministra di giustizia e polizia non si scoraggia e non perde tempo in polemiche con il proprio partito. Si immerge subito nei dossier e prepara il proprio programma di attività quadriennale.

Il 2 aprile la direzione dell’UDC, dopo la diffusione di un servizio televisivo, la accusa di aver tramato assieme ai socialisti per prendere il seggio di Christoph Blocher. Le intima quindi di dimettersi dal partito e dal Consiglio federale entro l’11 aprile.

La data coincide con la conferenza stampa che ha indetto, in occasione dei suoi primi cento giorni in governo, per presentare il suo piano di legislatura. Quel giorno Eveline Widmer-Schlumpf illustra le sue priorità e la sua linea alla testa del Dipartimento federale di giustizia e polizia per i quattro anni a venire.

L’accanimento dell’UDC suscita un’ondata di solidarietà con la grigionese. Circa 12mila persone accorrono in Piazza federale a Berna l’11 aprile per dimostrarle solidarietà. Una petizione lanciata lo stesso giorno per esprimerle sostegno è firmata da oltre 126mila persone nel giro di due settimane.

Verso un nuovo partito

Ma la guerra della dirigenza del partito è ormai inarrestabile e la frattura all’interno dell’UDC, fra l’ala liberale moderata e quella nazional-conservatrice, è diventata insanabile. Non potendo escludere direttamente la Widmer-Schlumpf dal partito a livello nazionale, la direzione esige che lo faccia l’UDC grigionese. Pena l’espulsione dell’intera sezione cantonale. È proprio quello che succederà il 1° giugno, poiché né la ministra né la sezione retica cedono alle ingiunzioni.

L’indomani Samuel Schmid e i suoi alleati dell’UDC bernese decidono di staccarsi dal partito nazionale e di crearne uno nuovo. Lo stesso fanno l’espulsa sezione grigionese e i dissidenti dell’UDC glaronese. Il 1° novembre sarà fondata una nuova formazione politica nazionale: il Partito borghese democratico (PBD) svizzero.

Consensi nella votazione popolare e in governo

Le traversie con l’UDC non distolgono comunque la consigliera federale dai compiti ministeriali. Eveline Widmer-Schlumpf dimostra le sue competenze con fatti e risultati concreti.

Così, nella sua prima campagna governativa per una votazione federale, batte l’UDC sul suo terreno. Il 1° giugno l’iniziativa popolare “per naturalizzazioni democratiche”, lanciata dall’UDC, è sonoramente bocciata in votazione federale.

Una nuova e imprevedibile prova l’attende alla fine di settembre. Il 20 il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz ha un collasso cardio-circolatorio e l’indomani è operato al cuore. Il tesoriere della Confederazione è sostituito a interim da Eveline Widmer-Schlumpf, che si prende dunque carico di due dipartimenti.

È un periodo estremamente delicato: si è in piena crisi finanziaria. In gran segreto governo, Banca nazionale e Commissione federale delle banche preparano un pacchetto di misure per stabilizzare il sistema finanziario elvetico. L’operazione plurimiliardaria, che comporta il piano di salvataggio dell’UBS, è svelata pubblicamente il 16 ottobre. La Widmer-Schlumpf è in prima linea. Al rientro dal congedo malattia, Merz non mancherà di ringraziarla e complimentarla pubblicamente per l’operato.

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Una nuova sfida

Il 12 novembre c’è una spiacevole sorpresa per la grigionese: il collega Samuel Schmid rassegna le dimissioni per la fine dell’anno. La ministra di giustizia e polizia resterà sola in governo a rappresentare il PBD. Alla successione di Schmid, è eletto Ueli Maurer, quell’ex presidente dell’UDC che aveva denigrato Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schmid e che appena un anno prima aveva annunciato il passaggio del suo partito all’opposizione.

Il ritorno dell’UDC in governo significa che Maurer dovrà sedersi a discutere allo stesso tavolo della Widmer-Schlumpf: il dialogo che lei ha sempre cercato, ma che l’UDC le aveva finora negato, alla fine lo ha ottenuto.

swissinfo, Sonia Fenazzi

Il 12 dicembre 2007 il parlamento conferma solo sei dei sette membri del governo uscenti: al posto dell’UDC Christoph Blocher, la maggioranza elegge la collega di partito Eveline Widmer-Schlumpf, sebbene la grigionese non sia candidata.

Il 13 dicembre la neoeletta accetta il mandato, nonostante il parere contrario del proprio partito.

L’UDC dichiara di non sentirsi più rappresentata nell’esecutivo dai suoi due ministri – oltre alla Widmer-Schlumpf, l’uscente Samuel Schmid – e annuncia il passaggio all’opposizione.

Il 1° gennaio 2008 Eveline Widmer-Schlumpf entra in carica, diventando ministra di giustizia e polizia.

Eveline Widmer-Schlumpf è stata:

– la prima donna eletta nell’esecutivo del cantone dei Grigioni (1998);

– la prima a essere eletta nel governo svizzero al posto di un ministro uscente dello stesso partito, che il parlamento non ha riconfermato;

– la prima consigliera federale espulsa dal proprio partito;

– la prima consigliera federale, assieme al collega Samuel Schmid, che ha partecipato alla fondazione di un nuovo partito.

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