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In un cantone svizzero c’è chi spinge per il voto obbligatorio

Come combattere l'astensionismo? Rendendo obbligatorio il voto, propongono i deputati del Partito cristiano sociale indipendente nel canton Giura. Keystone

Le preoccupazioni per la scarsa affluenza alle urne hanno indotto alcuni deputati del parlamento del Giura a proporre l'introduzione del voto obbligatorio nel cantone. Una regola che attualmente vige soltanto in uno dei 26 cantoni della Svizzera: quello di Sciaffusa.

Il parlamento cantonale potrebbe discuterne entro la fine dell’anno. In una mozione, si chiede che il governo elabori un disegno di legge per rendere il voto obbligatorio. L’elettorato del cantone, che confina con la Francia, avrebbe poi l’ultima parola sulla relativa modifica costituzionale.

Intitolata “Il voto obbligatorio, quando un diritto diventa un dovere”, la mozione è stata depositata dal Gruppo cristiano-sociale indipendente, il quarto partito per numero di eletti nel parlamento cantonale di 50 deputati.

“Quando il cittadino resta in disparte, la democrazia è indebolita e perde senso”, esordisce nell’atto parlamentare il capogruppo Philippe Eggerswyler. Il deputato sottolinea quindi che “votare è innanzitutto un diritto acquisito a caro prezzo nel corso dei secoli scorsi e per il quale molti popoli si battono ancora”.

Per il deputato cristiano-sociale, attualmente c’è una profonda crisi della rappresentazione elettorale dei cittadini, che mostrano disinteresse o persino diffidenza verso la politica e le istituzioni e che sono sempre più numerosi a disertare le urne. In proposito, oltre al tasso di partecipazione del 42% registrato nel Giura alla votazione dello scorso 12 febbraio, cita anche quello del 33% registrato nel vicino cantone di Neuchâtel alle elezioni dello scorso aprile.

Eggerswyler e i suoi colleghi di partito chiedono che il governo presenti un disegno di legge per introdurre per gli elettori giurassiani l’obbligo di voto a tutti i livelli, ossia comunale, cantonale e federale.

Nel testo si fa riferimento all’esempio del cantone di Sciaffusa, nella Svizzera settentrionale, che ha introdotto l’obbligo di votare nel 1892 e ha resistito a tutti i tentativi di fare abbandonare questo sistema, a differenza di quanto avvenuto in altri cantoni svizzeri.

Alle votazioni federali, Sciaffusa registra regolarmente una partecipazione di 10-15 punti percentuali sopra la media nazionale. Nel piccolo cantone tedescofono al confine con la Germania, agli astensionisti è inflitta una multa di 6 franchi. Le ammende sono riscosse attraverso le imposte: sono aggiunte dall’autorità locale sulla fattura delle tasse alla fine dell’anno.

Il parlamentare giurassiano rammenta pure che il voto è obbligatorio in una trentina di paesi in tutto il mondo.

Attualmente, in seno ai paesi dell’Unione europea, questo obbligo vige in Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Liechtenstein, Grecia e a Cipro. Il voto obbligatorio è diffuso in America latina: Brasile, Messico, Ecuador, Perù, Paraguay, Panama, Bolivia, Argentina, Costa Rica, Honduras, Repubblica Dominicana. Tra paesi di altri continenti, lo si ritrova per esempio in Australia, Turchia, Egitto, Gabon e Libano.

Pareri divisi

Le opinioni riguardo ai presunti vantaggi di tale prassi divergono. Georg Lutz, professore di scienze politiche all’università di Losanna, non è affatto convinto che sia un buon sistema. Il politologo resta fermo su quanto ha già dichiarato nel 2014 alla televisione pubblica svizzerotedesca SRF.

“È improbabile che [il voto obbligatorio] porti le persone a impegnarsi di più nella politica o ad informarsi meglio o ad interessarsi maggiormente. È invece piuttosto probabile che questo si traduca in un numero maggiore di persone disinteressate che partecipano alle decisioni “, ha detto il professore di scienze politiche.

Secondo gli osservatori politici, la possibilità che la mozione di Philippe Eggerswyler ottenga l’approvazione della maggioranza nel parlamento del Giura è realistica.

Quanto alle probabilità che poi il relativo emendamento alla costituzione cantonale sia avallato dal popolo, dipenderanno probabilmente dai dettagli del disegno di legge. Se questo contemplasse severe misure punitive, le sue possibilità di successo sarebbero piuttosto limitate, in una regione tradizionalmente legata alla libertà individuale.

A vostro avviso, il voto obbligatorio è la soluzione ideale per rafforzare la democrazia diretta o è controproducente? Perché? Quali potrebbero essere le misure per invogliare i cittadini a partecipare attivamente alle decisioni politiche del paese? Scriveteci: le vostre opinioni ci interessano!

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(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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