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La Svizzera rende omaggio al grande statista ed europeista

Helmut Schmidt ha continuato ad essere molto attivo ben oltre il cancellierato: qui è a un'assemblea della SPD nel 2011 a Berlino. Reuters

Il lutto per la morte dell’ex cancelliere socialista Helmut Schmidt travalica i confini tedeschi. Anche in Svizzera personalità della politica e giornali esprimono profonda tristezza e rendono omaggio a "un grande" che se n’è andato dopo aver segnato la storia europea

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In prima pagina di quasi tutta la stampa svizzera tedesca e anche di vari giornali delle altre regioni linguistiche della Confederazione figurano il rammarico per la sua scomparsa e l’ammirazione per il suo operato. Oltre agli articoli che ritracciano il percorso dell’ex statista tedesco, scomparso il 10 novembre all’età di 96 anni, vi sono anche giornali che dedicano colonne di commenti alla sua figura. 

Sotto il titolo “Un saldo punto di riferimento per la socialdemocrazia moderna”, il commentatore del Corriere del Ticino (CdT) sottolinea che “Helmut Schmidt fa parte della categoria dei politici che non verranno scordati. Non soltanto per il suo originale modo di porsi, ma anche e soprattutto per la rilevanza delle sue posizioni politiche in Germania e in Europa”. Il commentatore del quotidiano di Lugano rammenta come “il leader SPD cercò di conciliare le istanze sociali tipiche della socialdemocrazia con le esigenze dell’economia di mercato, l’adesione all’alleanza occidentale con la politica di apertura all’Est ancora separato dalla cortina di ferro”. Con un bilancio “nel complesso è importante e positivo, questo è stato riconosciuto anche da molti tra quelli che furono suoi avversari politici”.

Il CdT rileva inoltre come l’amburghese sia stato uno storico protagonista dell’europeismo, sempre con la sua realpolitik. “Attraverso il buon rapporto con il leader francese Valery Giscard d’Estaing, contribuì a creare quell’asse franco-tedesco che, pur tra alti e bassi, avrebbe comunque caratterizzato la scena europea continentale e avrebbe trovato un sigillo più tardi nel rapporto tra François Mitterrand ed Helmut Kohl”.

Nell’autunno tedesco del 1977, quando il terrore minacciava di dilaniare la Repubblica federale di Germania, Helmut Schmidt ha saputo ergersi a “capitano nella crisi”, ricorda inoltre la Berner Zeitung. Il foglio bernese sottolinea che l’uomo con la sigaretta è rimasto un analista politico illuminato fino alla morte. “I suoi segnali di fumo dall’Alster mancheranno alla Germania e al mondo”.

Per il Tages-Anzeiger e Der Bund, Schmid è stato “il cancelliere più capace”. L’uomo proveniente da una famiglia del ceto medio amburghese, che aveva studiato economia, “è stato il primo ministro meglio formato per il suo mandato che la Germania abbia mai avuto”, scrivono i due quotidiani di Zurigo e di Berna.

Nei media elvetici non mancano nemmeno gli omaggi di personalità politiche svizzere in carica e del passato. A cominciare dalla presidente della Confederazione, la socialista Simonetta Sommaruga, che parla di un “grande statista”, un “grande europeista” e un “grande socialista”.

Era al contempo un uomo “pratico che non aveva paura di sporcarsi le mani” nella politica di tutti i giorni e “un grande pensatore” che si proiettava in un orizzonte molto lontano, ha dichiarato l’ex consigliere federale (ministro) socialista Moritz Leuenberger alla Radio svizzera RTS.

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