“New deal” per migranti
Le migrazioni devono essere maggiormente integrate nei programmi di cooperazione per lo sviluppo, secondo un rapporto dell'ONU. La Svizzera si sta già muovendo in questo senso.
“I migranti favoriscono l’innovazione tecnica e gli scambi culturali”, ha spiegato venerdì, in una conferenza stampa a Berna, Cécile Molinier, direttrice del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD). Per non ostacolare tale contributo positivo, i paesi di destinazione sono però chiamati ad adottare una serie di misure, una sorta di “new deal” per i migranti.
Diverse le misure proposte: i paesi interessati vengono esortati a liberalizzare e semplificare i canali di emigrazione legale per le persone poco qualificate, a garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti e a ridurre i costi amministrativi che spesso favoriscono l’illegalità.
Nel contempo i paesi di destinazione devono rafforzare la loro cooperazione internazionale e considerare la mobilità all’interno dei paesi poveri come un motore di sviluppo.
Grazie a questi movimenti i migranti e le loro famiglie possono beneficiare di un maggior reddito, di un miglior accesso all’educazione e al sistema sanitario, nonché di prospettive più rosee per i bambini.
Il totale dei soldi inviati dai migranti ai parenti rimasti nei paesi di origine è pari al triplo di quanto i paesi donatori spendono per l’aiuto pubblico allo sviluppo, ha osservato il capo della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), Martin Dahinden.
Anche se è ancora prematuro definire in dettaglio le future priorità, la DSC intende soprattutto favorire l’attuazione dei diritti fondamentali nei paesi di provenienza e ancorare il tema della migrazione nei programmi di sviluppo dei paesi partner. Inoltre vuole partecipare al dialogo internazionale e promuovere la ricerca.
swissinfo.ch e agenzie

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