Prospettive svizzere in 10 lingue

Perché l’e-voting potrebbe mettere alla prova la democrazia

elezioni federali smistamento posta 1951
Lo smistamento della posta durante elezioni federali del 1951: un'immagine del passato. Keystone / Bg

In tre Cantoni, le elettrici e gli elettori possono votare online. Questa opportunità, dal punto di vista della tempistica, non arriva in un momento molto favorevole. Infatti, la fiducia nelle competenze digitali della Confederazione è stata recentemente minata da alcune fughe di dati.

È un calvarioCollegamento esterno che dura da vent’anniCollegamento esterno. La Svizzera, il Paese con il maggior numero di votazioni al mondo, prova spasmodicamente da due decenni a introdurre un canale di voto digitale.

Dopo una lunga pausa forzata è di nuovo possibile votare online nelle prossime elezioni federali. I Cantoni Basilea-Città, San Gallo e TurgoviaCollegamento esterno stanno testando il nuovo sistemaCollegamento esterno fino al 2025. Tuttavia, l’entusiasmo è piuttosto contenuto. Ad esempio, il cancelliere federale uscente Walter Thurnherr, che per anni ha promosso la digitalizzazione, non menziona affatto l’argomento in una recente intervistaCollegamento esterno.

Ciò non è un caso. La storia del voto elettronico è stata infatti caratterizzata da fallimenti, sfortune e problemi, e il suo revival potrebbe essere di breve durata.

Per comprendere meglio la situazione, riavvolgiamo la bobina del tempo e ripercorriamo le tappe del progetto: la Cancelleria federale è responsabile delle votazioni e delle elezioni e nel 2003 ha avviato la revisione della legge federale sui diritti politiciCollegamento esterno per rendere possibile l’introduzione dell’e-voting e soddisfare la richiesta di votare online da parte delle svizzere e degli svizzeri all’estero e delle associazioni delle persone disabili.

Nel 2005, il Canton Neuchâtel ha condotto i primi test con il sistema di voto digitale della Posta, utilizzando un software sviluppato dalla controversa ditta spagnola ScytlCollegamento esterno. Altri otto CantoniCollegamento esterno hanno successivamente sperimentato l’e-voting, ma impiegando il programma della ditta UnisysCollegamento esterno.

Nel 2015, il programma è stato confrontato con la prima battuta d’arresto a causa delle lacune nel sistema del consorzio, un software che non garantiva la segretezza del voto, obbligando la Cancelleria ad interrompere l’esperimentoCollegamento esterno.

Il problema del monopolio

Il cancelliere federale Walter Thurnherr, un fervente sostenitore dell’e-voting, è stato costretto a bloccare il programma. In caso contrario, il progetto avrebbe incontrato l’opposizione della società civile digitale e di politiche e politici interessati alla digitalizzazione. Infatti, il voto elettronico presenta rischi sia concezionali che tecnici.

  • I rischi dell’idea: poche persone sono in grado di comprendere la complessità dei sistemi di e-voting e di individuare le possibili vulnerabilità. Le aventi e gli aventi diritto di voto devono avere fiducia nel programma che deve impedire qualsiasi manipolazione del voto digitale, ad esempio da parte di una collaboratrice cantonale.
  • I rischi tecnici: il voto digitale fa capo a un browser collegato alla rete pubblica, rendendolo vulnerabile. Un attacco informatico del sistema di voto elettronico non interessa un singolo voto, ma potrebbe coinvolgerne centinaia di migliaia. Inoltre, non è possibile ricontare i voti poiché non sono espressi in forma scritta su una scheda cartacea.

La Cancelleria federale chiede alle società fornitrici di pubblicare il codice sorgente e di avviare programmi chiamati “bug-bounty” (programmi che premiano chi segnala errori nel sistema o problemi a livello di sicurezza) e test per valutare la capacità del software di resistere agli attacchi informatici.

Nel 2019, il Cantone di Ginevra ha gettato la spugna per ragioni di costi, interrompendo lo sviluppo del suo sistema open source.

Da quel momento in poi, l’unica azienda a proseguire il progetto è stata la Posta che di fatto detiene il monopolio sull’e-voting. Ma anche il suo software non è risultato sicuro, come ha evidenziato un’indagine condotta dal giornale online RepublikCollegamento esterno. Nel 2015, lo Stato australiano di New South Wales aveva usato lo stesso software, ma alcuni esperti in materia di sicurezza avevano individuato delle lacune a livello di sicurezza. In effetti, la crittografia nel browser non funzionava correttamente.

Anche in Svizzera, Scytl, il partner tecnologico della Posta, non ha superato la prova nel 2019: la ricercatrice canadese Sarah Jamie, insieme al suo team, ha scoperto due problemi di sicurezza durante la fase di sperimentazione.

La Posta ha ritirato il sistema e la politica ha permuto il bottone reset.

Un nuovo tentativo

Nel 2020, il Parlamento ha sostenuto un nuovo tentativo e ha creato nuove basi legali per testare il voto elettronico. La novità principale: vengono ammessi solo sistemi verificabili e che hanno superato un controllo indipendenteCollegamento esterno.

Ciò significa che sia le elettrici e gli elettori sia il Cantone devono essere in grado di verificare che il voto sia stato correttamente registrato nell’urna digitale. Inoltre, non più del 30% dell’elettorato deve potere usare questo sistemaCollegamento esterno. I Cantoni si rivolgono in maniera particolare alle svizzere e agli svizzeri residenti all’estero.

Nel frattempo, la Posta ha fatto bene i suoi compiti. Ha acquistato il codice sorgente del suo fornitore e lo ha ulteriormente sviluppato. Per ora, il sistema ha superato tutti i test relativi alla sicurezza. Inoltre, la Posta ha un programma “bug-bounty”, a cui nel 2022 hanno partecipato 3’400 personeCollegamento esterno, senza riuscire a trovare una falla nel software o a manipolare il voto. Questo risultato è stato accolto con un sospiro di sollievo dalla Cancelleria federale. Nel giugno 2023, 4’329 aventi diritto di voto dei Cantoni Basilea-Città, San Gallo e TurgoviaCollegamento esterno hanno votato in forma elettronica. Pare che la Posta sia riuscita a superare il grande test della Confederazione.

Il sistema attuale di voto elettronico sembra sufficientemente sicuroCollegamento esterno. Attualmente 65’000 personeCollegamento esterno (pari al 1,2% dell’elettorato) possono usarlo fino al 2025. Dunque, tutto bene ciò che finisce bene? Purtroppo non è così semplice.

+ Partecipazione politica della Quinta Svizzera, una responsabilità condivisaCollegamento esterno

La responsabilità spetta all’elettorato

Nell’estate 2023, la Cancelleria federaleCollegamento esterno e i CantoniCollegamento esterno hanno presentato rapporti sui rischi che non hanno quasi catturato l’attenzione dei media. Il blog specializzato in tematiche informatiche “dnip.ch” ha analizzato questi rapportiCollegamento esterno ed è giunto alla seguente conclusione: nonostante i progressi tecnici, il sistema presenta ancora un alto numero di rischi. La Confederazione e i Cantoni tendono a minimizzarli o ad affrontarli con misure come una maggiore trasparenza o documentazione.

Un possibile rischio potrebbe essere rappresentato dal fatto che il risultato emerso dall’urna sia completamente diverso da quello espresso tramite il voto elettronico. Questo potrebbe minare la fiducia nei confronti dell’e-voting. Sebbene i Cantoni valutino poco probabile questo scenario poiché non è mai successo in passato, è importante chiedersi se ciò non possa accadere in futuro.

La Cancelleria federale scarica la responsabilità all’elettorato. Oltre a verificare tramite il codice se il voto elettronico è stato trasmesso in maniera corretta, le aventi e gli aventi diritto di voto devono possedere competenze informatiche. Ad esempio, devono essere in grado di riconoscere attraverso certificati se sono connessi al server corretto, utilizzare dispositivi elettronici privi di virus informatici e scaricare le ultime versioni del software.

Inoltre, non devono essere vittime di campagne di disinformazione condotte da hacker, non installare mai estensioni del browser sospette e non cliccare su link dubbi. Le persone dovrebbero riconoscere quando qualcosa non quadra e segnalare eventuali dubbi al servizio cantonale competenteCollegamento esterno.

Se si considerano attentamente tutti questi requisiti, si giunge alla conclusione che sarebbe meglio iscriversi a un corso di informatica per votare elettronicamente.

La migliore misura di sicurezza, come menzionato in precedenza, è limitare il numero di elettori e di elettrici che possono votare in forma digitale.Collegamento esterno In questo modo si riduce la possibilità che, in caso di problemi, il risultato del voto venga influenzato.

Ma anche questa è una misura non priva di rischi. Ad esempio, in alcune occasioni, poche centinaia di schedeCollegamento esterno hanno deciso l’esito di una votazione. Il blog “dnip.ch” solleva ulteriori problematiche: cosa accade in caso di manipolazione del voto elettronico e quando è necessario ripetere una votazione? Cosa reagiscono le autorità se la parte sconfitta mette in dubbio il risultato scaturito attraverso il voto online?

Segni di stanchezza tra chi deve vigilare sull’e-voting

Il revival dell’e-voting potrebbe mettere alla prova la democrazia, specialmente a causa di una tempistica non proprio ottimale.

Da una parte, durante la pandemia si è formata una minoranza critica nei confronti della politica e dello Stato che ha utilizzato applicazioni di messaggistica come Telegram per far sentire la propria voce. Queste persone potrebbero sistematicamente mettere in dubbio i risultati del voto elettronico e, in caso di gravi errori, minare la democrazia.

In secondo luogo, la Svizzera è stata oggetto di ripetuti attacchi informatici. È importante ricordare che molti di questi problemi vanno attribuiti a programmi degli anni 2000 e 2010, come lo scandalo degli appalti che ha coinvolto l’azienda XplainCollegamento esterno o il libretto di vaccinazione elettronico Meineimpfungen.chCollegamento esterno, che nel frattempo non è più online. Tuttavia, ogni notizia negativa mina la fiducia nei progetti digitali promossi dallo Stato.

+ In corsa per il Parlamento svizzero da 16’600 chilometri di distanzaCollegamento esterno

Inoltre, la vulnerabilità nei sistemi privati è un rischio per l’e-voting. Ad esempio, 425’000 indirizzi postali di svizzere e svizzeri all’estero sono finiti nel darknet a causa di un attacco informatico da parte del gruppo Ransomware Play a una tipografia del gruppo mediatico CH-Media. Per chi pratica la pirateria informatica non sarebbe un problema scaricare gli indirizzi di chi vota in forma elettronica, inviare loro una mail e invitarli ad accedere a un sito di e-voting manipolato del proprio Cantone.

Infine, la vigilanza si sta indebolendo. Dopo vent’anni di dibattito, si notano segni di stanchezza nella scena informatica locale. Lo Swiss IT Magazineha giustamente criticatoCollegamento esterno il fatto che le associazioni informatiche svizzere non si siano praticamente occupate degli aspetti tecnici durante la consultazione sulla revisione dell’ordinanza sul voto elettronicoCollegamento esterno. I contributi sulle vulnerabilità provengono piuttosto da hacker etici di tutto il mondo. Tuttavia, il monitoraggio dell’e-voting richiede un’attenzione costante, perché la situazione di pericolo nella rete è in continua evoluzione.

Prendere una decisione di principio

La lunga storia dell’e-voting ha anche una componente positiva. In tutti questi anni è emersa una nuova consapevolezza politica riguardo allo sviluppo di software nel settore pubblico. Le verifiche pubbliche riguardanti la sicurezza e la trasparenza del codice sorgente stanno diventando sempre più la norma e seguono una prassi che viene adottata da altri progetti come quello che ha portato allo sviluppo della Swiss-Covid-App.

È difficile comprendere come la Confederazione definisca le sue priorità in ambito di digitalizzazione. Di conseguenza chi segue attentamente questa tematica non capisce perché venga promosso l’e-voting, un progetto sconsigliato da rinomati esperti ed espertCollegamento esternoe.

Sarebbe opportuno se la popolazione svizzera prendesse una decisione di principio sul voto elettronico. Finora, coloro che hanno promosso il progetto si sono basati sui risultati favorevoli di un sondaggio. In passato, un’ampia alleanza aveva lanciato senza successo un’iniziativaCollegamento esterno per introdurre una moratoria sull’e-voting. Una votazione farebbe chiarezza sulla volontà popolare.

Nota a titolo di trasparenza: l’autrice è co-editrice di dnip.ch.

Questo articolo è apparso per la prima volta su republik.chCollegamento esterno.

Traduzione dal tedesco: Luca Beti

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR