Max Göldi si è visto ridurre in appello da sedici a quattro mesi di carcere la pena per «violazione delle normative sui visti».
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Nell’altro procedimento giudiziario che lo vedeva alla sbarra in Libia per violazione della legislazione locale sul commercio, Göldi è stato condannato la scorsa settimana a una multa di mille dinari, circa 800 franchi.
Per l’avvocato Zahaf la sentenza odierna costituisce «una cattiva notizia». Ha tuttavia precisato che il suo cliente può ancora ricorrere – entro tre giorni – presso l’Alta corte libica.
Daniel Graf, portavoce di Amnesty International (AI), si è detto «molto deluso» della sentenza. AI si aspettava infatti un’assoluzione di Göldi e quindi l’organizzazione fa ora leva affinché i procedimenti nei confronti dell’uomo d’affari elvetico vengano archiviati.
Hamdani, l’altro ostaggio svizzero-tunisino, è stato assolto invece da entrambi i capi di accusa (soggiorno illegale e violazione della legislazione legale sul commercio), ma non ha ancora potuto lasciare la Libia: il pubblico ministero del paese maghrebino ha infatti 30 giorni di tempo per ricorrere contro il non luogo a procedere per «attività economiche illegali» deciso domenica da un tribunale di Tripoli.
Il 55enne ingegnere bernese Göldi, che dirigeva la filiale libica di ABB, e il 70enne Rachid Hamdani sono bloccati nel paese nordafricano dal 19 luglio 2008.
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