Quinta Svizzera "existe"
Obiettivo centrato, nonostante la pioggia, per gli organizzatori della giornata degli svizzeri all'estero.
Sabato ad Expo.02, sull'arteplage di Bienne si sonao dati appuntamento i rappresentanti della Quinta Svizzera.
La corrente è passata tra gli svizzeri dell'estero e la madrepatria. L'operazione di relazioni pubbliche dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero (ASO) ha avuto successo.
La giornata della Quinta Svizzera ad Expo.02 ha infatti consentito di raggiungere il duplice obiettivo prefissato dagli organizzatori: farsi conoscere e rendersi conto della realtà del Paese.
I mass media hanno amplificato il messaggio. Gli oltre 598 mila connazionali, emigrati nel mondo intero ed iscritti nei registri consolari, sono parte integrante della Svizzera, anche se vivono e lavorano fuori dei confini nazionali.
Immagini a confronto
Lontano dalla Svizzera, la realtà sbiadisce: l'immagine diventa personale. Lo conferma a swissinfo uno dei volti televisivi più noti in Svizzera, il giornalista Filippo Leutenegger: "Gli svizzeri dell'estero hanno una visione della Svizzera molto più bella ed anche più forte di quello che poi all'interno si discute.
"Nel Paese abbiamo un virus che si chiama crisi d'identità. Gli svizzeri dell'estero invece sono molto fieri di essere svizzeri".
Se lo dice Filippo Leutenegger bisogna credergli, perché è figlio di svizzeri dell'estero e lui stesso è nato e cresciuto, in parte, a Roma. Quando parla italiano si può percepire ancora il tipico accento romanesco: lo si può verificare nell'audio in calce all'articolo.
Il cordone ombelicale
Con la giornata ad Expo.02, gli svizzeri hanno preso consapevolezza della Quinta Svizzera. Si sono resi conto che un connazionale su dieci è emigrato; che gli svizzeri all'estero sono numericamente superiori alla popolazione del Canton Argovia e che la metà dei circa 600 mila nostri emigranti sono giovani tra i 20 ed i 30 anni.
Nina Bergmann è una ventenne connazionale che vive a Walldorf, in Germania. Secondo lei gli svizzeri dell'estero conoscono meglio la Svizzera dei connazionali che vivono in patria: "Una svizzera all'estero come me sa molte più cose sulla Svizzera che non chi ci abita. Chi vive in Svizzera ha una maggiore esperienza diretta, ma non una migliore conoscenza. Noi che stiamo in altre nazioni siamo affamati di informazioni sul nostro Paese d'origine".
Sete d'informazioni
Lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione di massa offre un impulso alla soddisfazione della sete di conoscenze sulla Svizzera degli svizzeri all'estero. E' il messaggio che l'ente radiotelevisivo pubblico elvetico, SRG SSR idée suisse, ha presentato ai circa 500 membri dell'ASO attraverso swissinfo, il cordone ombelicale in nove lingue dell'informazione svizzera nel mondo.
Una sete di conoscenze centenaria, che rientra quasi nel patrimonio genetico dei "moderni elvezi". Tant'è vero che la prima scuola svizzera all'estero è aperta da ben 110 anni: venne infatti inaugurata nel 1892 in Italia, a Ponte San Pietro in provincia di Bergamo.
L'operosità elvetica nel mondo
In questo scambio binario di conoscenze tra Quinta Svizzera e madrepatria non ci si può esimere dall'aggiungere un paio di elementi, che possono aiutare a focalizzare meglio l'immagine dei connazionali emigrati nel mondo, il loro ingegno, la loro operosità.
Se invece di un paio di robuste scarpe "Handmade in Switzerland", calzate un modello dal design italiano, allora ricordatevi che la colorazione della pelle durante la concia si deve ad uno svizzero emigrato in Italia: Walter Hürzeler di Arzignano, in provincia di Vicenza.
E se per caso vi trovate a passare dalle Filippine ed avete sottomano una carta stradale del Paese o della capitale Manila, ebbene, non dimenticatevi di Heinrich Engeler, un altro svizzero emigrato in Italia, a Levico Terme in provincia di Trento.
Il legame della solidarietà
Esempi simili di svizzeri all'estero ce ne sono a centinaia. Non tutti i nostri connazionali emigrati sono però riusciti a fare, come si suol dire, "fortuna". Per loro la Svizzera rappresenta l'ancora di salvezza. Un'ancora che per essere lanciata necessita una maggiore solidarietà dall'interno del Paese stesso.
E' l'augurio per la Svizzera di domani di Joe Broggini, patrizio di Losone, da 32 anni architetto e urbanista a Londra: "La Svizzera deve dotarsi di una nuova solidarietà, di rigenerarsi, rinnovarsi continuamente per far fronte alle grandi sfide economiche e politiche che si affacciano all'orizzonte".
Sergio Regazzoni

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Partecipa alla discussione!