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Richemont: Bluebell sconfitta in battaglia contro famiglia Rupert

Nessuna rivoluzione nel consiglio d'amministrazione del gruppo ginevrino del lusso Richemont. Keystone/EPA/RICHEMONT / YVES-ANDRE.CH / HAND sda-ats

(Keystone-ATS) Gli azionisti pubblici di Richemont hanno appoggiato oggi, in occasione dell’assemblea generale, la famiglia fondatrice Rupert, principale proprietaria del gruppo ginevrino del lusso.

L’investitore Bluebell Capital Partners voleva far entrare nel consiglio d’amministrazione l’ex direttore di Bulgari Francesco Trapani. Ma sarà Wendy Luhabe a rappresentare gli azionisti “A”, come raccomandato dal consiglio di amministrazione (Cda) di Richemont. La sudafricana, da due anni membro indipendente, è stata eletta con una quota dell’84,0%, contro il 9,5% per Trapani.

Solo gli azionisti “A” avevano diritto di voto. La famiglia Rupert, che con le sue azioni “B” non quotate detiene quasi il 10% della società e il 51% dei diritti di voto, non ha quindi potuto esprimersi.

Il presidente del Cda Johann Rupert si era opposto pubblicamente alla nomina di Trapani: a suo avviso l’ex membro della direzione e dell’organo di sorveglianza di LVMH ha legami troppo grandi con la concorrente francese e il suo azionista di maggioranza Bernard Arnault.

Ma anche le altre proposte di Bluebell non hanno riscosso successo: il fondo britannico chiedeva adeguamenti negli statuti, in particolare che i rappresentanti degli azionisti “A” divenissero addirittura la metà del Cda. I partecipanti all’assemblea hanno affossato le proposte con una quota superiore ai quattro quinti.

Nei confronti dell’agenzia AWP Johann Rupert si è detto “molto felice”. Da parte sua Giuseppe Bivona, a nome di Bluebell, si è dichiarato soddisfatto che gli azionisti “A” disporranno di un rappresentante nel Cda, ma ha avvertito che “si tratta solo di un inizio, c’è ancora lavoro da fare, bisognerà essere pazienti ma continueremo”.

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