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Sì degli Stati al programma d’armamento 2001

L'oppisizione agli Stati non è riuscita a far stralciare dagli acquisti i blindati per il recupero di carri armati Keystone Archive

Il dipartimento federale della difesa potrà spendere i 980 milioni di franchi del programma di armamento 2001.

Dopo il Nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha dato con 32 voti senza opposizione il suo benestare. Le nuove spese permetteranno di prolungare l’attuale livello di equipaggiamento dell’esercito, ha rilevato a nome della commissione Pierre Paupe (PPD/JU), commentando: «la neutralità armata richiede una pianificazione; i giovani svizzeri non sono carne da cannone e devono poter far fronte al nemico».

Dopo gli attentati dell’11 settembre negli USA, si pone la questione di un rafforzamento dei Servizi di informazione, ha proseguito il «senatore» giurassiano, anche se si tratta di un problema di sicurezza interna che chiama in causa il dipartimento di giustizia e polizia. La commissione invita quindi il DDPS a rivedere dal 2002 la sua pianificazione degli acquisti (30 miliardi nei prossimi 15 anni).

Constatando che nel frattempo la natura delle minacce è cambiata, diversi parlamentari hanno tentato invano di ottenere una riduzione del credito da 980 a 593 milioni, sopprimendo alcuni acquisti, come i blindati per il recupero di carri armati in difficoltà, alcuni simulatori e munizione di artiglieria detta «intelligente».

Dall’autunno di quest’anno la Svizzera non è più la stessa: l’incendio nella galleria del San Gottardo e il crollo di Swissair comporteranno spese per 2,5 miliardi di franchi, ha rilevato Michel Béguelin (PS/VD), e il Consiglio federale «che martella sul rigore finanziario deve passare dalle parole ai fatti».

Sebbene la minaccia di un conflitto classico sia diminuita – ha ribattuto il ministro della difesa Samuel Schmid – la situazione può ancora cambiare. La neutralità armata ha un suo prezzo e il programma d’armamento 2001 è il più modesto degli ultimi 15 anni. Rientra nel piano di rinnovamento che prevede una spesa di 30 miliardi nei prossimi 15 anni.

Se qualcuno due giorni prima dell’11 settembre avesse detto quel che poi è avvenuto, sarebbe stato preso per matto, ha proseguito Schmid. «L’esercito ha bisogno di un periodo di preparazione di 10-15 anni e gli acquisti previsti gli permetteranno di assicurare la sua missione centrale che è la difesa del territorio».

La riduzione del programma di armamento è stata quindi respinta con 32 voti a 10. Oltre agli obici d’artiglieria, il programma 2001 prevede l’acquisto di equipaggiamenti per gli F/A-18, 640 nuovi missili Mark 2 e 25 «carri di ricupero» per le formazioni blindate. Sulla lista figurano anche nuovi simulatori di condotta dei carri armati e otto sistemi elettronici mobili per la sorveglianza d’infrastrutture. Il Consiglio federale ha invece rinunciato, in un futuro immediato, a due aerei per il trasporto delle truppe.


swissinfo e agenzie

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