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Sanzioni più severe per il lavoro in nero

Il ricorso al lavoro in nero sarà punitò con maggiore severità Keystone

La nuova legge contro il lavoro in nero, approvata martedì in parlamento, prevede misure molto severe per combattere questa pratica illegale.

In Svizzera, l’ampiezza del fenomeno è stimata e circa 40 miliardi di franchi all’anno, una cifra che corrisponde al 10% del Prodotto interno lordo.

Usufruire dei servizi dei lavoratori in nero sarà più rischioso in futuro. In caso di infrazioni gravi e ripetute, i datori di lavoro fraudolenti andranno in contro, oltre che a multe e a pene detentive, anche a sanzioni più severe.

Eliminando le ultime divergenze sulla legge contro il lavoro in nero, il Consiglio nazionale (Camera del popolo) si è infatti allineato al Consiglio degli Stati (Camera dei cantoni) finalizzando un testo che inasprisce sensibilmente le sanzioni contro chi agisce illegalmente.

La decisione di martedì condanna con la stessa severità i contravventori del settore edilizio e agricolo: in caso di infrazioni gravi e ripetute, gli imprenditori edili rischiano un’esclusione dagli appalti pubblici fino a un massimo di cinque anni, mentre gli agricoltori potranno subire tagli nei sussidi per lo stesso lasso di tempo.

In disaccordo per tre anni

Ci sono voluti tre anni di dibattiti per raggiungere questo risultato, che rallegra maggiormente la sinistra della destra più radicale.

Sebbene nessuno dubitava della necessità di punire i datori di lavoro che agiscono illegalmente, i parlamentari si sono a lungo trovati in disaccordo per quel che concerne le sanzioni per i casi più gravi.

Fino alla decisione odierna, la maggioranza del Nazionale, guidata dalla destra nazionalista (UDC) e dai radicali, si era infatti sempre opposta all’idea di punire i comportamenti fraudolenti con tagli dei sussidi statali.

Tagliare i sussidi agli agricoltori fraudolenti

Per convincere il plenum, i partigiani di questa soluzione hanno sottolineato a più riprese che non si tratta di sopprimere le sovvenzioni ai contadini, ma piuttosto di ridurle «in modo appropriato» a seconda della gravità e del numero di infrazioni commesse.

«Non vogliamo assassinare gli agricoltori», ha dichiarato il deputato verde Luc Recordon.

Una minoranza, guidata dall’esponente bernese dell’Unione democratica di centro (UDC) Hansruedi Wandfluh, stimava dal canto suo che era sufficiente punire i contadini recidivi con multe fino a un milione di franchi e pene detentive di un massimo di 5 anni.

«Tagliare a livello di sussidi statali è altrettanto scorretto che ridurre le allocazioni familiari per chi ingaggia una domestica in nero», ha commentato invano Wandfluh.

Semplificazioni amministrative

Durante la sessione sono pure state accordate delle semplificazioni amministrative per alleggerire il lavoro di conteggio che i piccoli datori di lavoro devono eseguire per le casse di compensazione AVS.

In materia di controlli, la legge affida inoltre la competenza ai cantoni, i quali potranno assicurare la sorveglianza tramite uffici speciali, la polizia commerciale o commissioni tripartite.

L’unica condizione da rspettare è che tali controlli siano condotti dalle autorità e non da organi privati.

swissinfo e agenzie

La nuova legge contro il lavoro in nero prevede multe fino a un milione di franchi e pene detentive fino a 5 anni.

Con queste misure, il governo spera di mettere fine al fenomeno del lavoro in nero, considerato un vero e proprio flagello economico e sociale.

Gli imprenditori edili che ricorrono a lavoratori in nero rischiano inoltre l’esclusione dagli appalti pubblici per un periodo di al massimo 5 anni.

Per gli agricoltori, le sanzioni prevedono tagli nei sussidi statali per lo stesso lasso di tempo.

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