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La variante Omicron arriva in Svizzera. Riusciremo a salvare il Natale?

Sara Ibrahim

Il Natale è alle porte, ma che Natale sarà? Molti di noi stavano già pianificando le feste in famiglia o un tanto agognato viaggio invernale in qualche meta esotica. E poi è arrivata lei, Omicron, l’ennesima variante “preoccupante” del coronavirus.

La variante è stata finora intercettata in più di 20 Paesi, tra cui la Svizzera, dove tre persone sono state messe in isolamento. Ma quanto dobbiamo preoccuparci? Nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) abbia classificato questa variante come “preoccupante”Collegamento esterno, per via di alcune caratteristiche che potrebbero renderla più trasmissibile e rischiosa, sono ancora molte le incertezze. L’OMS si aspetta di ricevere più informazioni sulla trasmissibilità “entro pochi giorni”.Collegamento esterno

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L’epidemiologa dell’istituto di medicina sociale e preventiva di Berna Emma Hodcroft ha spiegato sulla tv britannica che la mutazione Omicron potrebbe non essere riconosciuta dal sistema immunitario.

“Quello che differenzia la variante Omicron dalle altre è che presenta molte mutazioni, specialmente a livello della proteina spike. La proteina spike è la parte del virus che gli permette di penetrare nelle cellule (…) ed è anche quella che il corpo impara a riconoscere quando si è stati precedentemente infettati o quando si è vaccinati. Ma il corpo usa parti molto specifiche della proteina spike, quelle più facili da riconoscere (…), per cui se questa proteina è mutata il sistema immunitario potrebbe non riconoscere il virus”, afferma Hodcroft.

Tuttavia, l’esperta sottolinea che è anche probabile che il corpo impari a riconoscere diverse parti del virus e riesca a individuare piccoli cambiamenti, ecco perché non si è ancora certi degli effetti di questa mutazione. 

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In un’intervista rilasciata a SWI swissinfo.ch qualche tempo fa, Emma Hodcroft aveva spiegato che più il virus si replica, più è alto il rischio che si generi una mutazione. “Più a lungo giochiamo questo gioco, più si alzano le probabilità che la prossima mutazione sia una di quelle che non vogliamo vedere”, aveva detto. Ecco perché è importante tenere bassi i contagi e contenere per quanto possibile la diffusione delle varianti.

Altri sviluppi

In Svizzera, le autorità sanitarie hanno dichiarato che la variante Omicron potrebbe rappresentare un nuovo rischio per la salute e condizionare l’andamento futuro della pandemia, peggiorando le prospettive per le prossime settimane e mesi.

Il consiglio, dunque, rimane quello di vaccinarsi o di effettuare una dose di richiamo (il cosiddetto booster).

Cosa ne pensate della situazione in corso? La variante Omicron vi spaventa? State modificando i vostri piani per le vacanze invernali? Fatemi sapere la vostra opinione!

In fuga da vaccini e lockdown

“Non capisco perché ci siano tutti questi casi anche se tante persone sono vaccinate”, si chiede Lydia*, una ragazza austriaca che ho conosciuto la settimana scorsa a Fuerteventura, durante un ritiro di yoga. Né Lydia, né sua sorella Sylvia* sono vaccinate.

Lydia e Sylvia vivono in un paesino vicino a Salisburgo, in una delle province più colpite dal coronavirus, dove la percentuale di vaccinati con due dosi si attesta al 59,5%, al di sotto della media europea (66,2%). L’Austria ha recentemente reintrodotto un lockdown temporaneo dopo un aumento preoccupante del numero dei casi ed è l’unico Paese europeo ad aver disposto la vaccinazione obbligatoria a partire dal 2022.

“Siamo venute qui per scappare dalla follia in corso nel nostro Paese”, dicono le due sorelle. Ma Alexander Schallenberg, il nuovo cancelliere austriaco, bernese di nascita, subentrato dopo le dimissioni del precedente capo di governo Sebastian Kurz, crede che l’Austria debba fare di più per convincere la popolazione a farsi vaccinare e ha parlato di “attentato al sistema sanitario”Collegamento esterno da parte di alcune forze politiche, dei novax e della disinformazione.

Il timore delle autorità viennesi è che l’attuale tasso di persone vaccinate con due dosi (66,9%) non sia sufficiente per affrontare l’inverno e la nuova variante, nonostante gli ospedali non siano sotto la stessa pressione rispetto agli inizi della pandemia, soprattutto grazie ai vaccini.

Il grafico del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattieCollegamento esterno mostra che, in Europa, i Paesi con un tasso più alto di individui completamente vaccinati sono quelli dove si sono registrati meno morti di coronavirus.

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Proprio mercoledì, anche la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha aperto all’obbligo vaccinale nell’Unione europeaCollegamento esterno, invitando i Paesi membri a intavolare una discussione in questo senso. “L’UE è una regione epidemiologica unica”, ha detto Von der Leyen. “Dobbiamo avere un approccio basato sulla persona e non sui confini, che il virus non rispetta. Per questo servono test, tracciamento, distanziamento sociale e mascherine, che abbiamo visto che funzionano”, ha aggiunto la presidente, parlando delle misure per contrastare la nuova variante.

La Germania ha subito accolto l’invito e ha reagito all’esplosione di casi imponendo un confinamento parzialeCollegamento esterno ai non vaccinati. Come la vicina Austria, anche la Germania potrebbe decretare l’obbligo vaccinale a partire da febbraio 2022.

Cosa ne pensate dell’obbligo vaccinale? Potrebbe aiutarci a dare un giro di vite alla pandemia o è inopportuno? Inviatemi commenti e opinioni.

C’è chi finisce in terapia intensiva e chi sviluppa solo un lieve raffreddore. Perché?

Omicron è una cattiva notizia, ma dalla scienza arrivano anche buone nuove. Due studi che hanno coinvolto scienziate e scienziati svizzeri hanno dimostrato che i geni e i livelli di glucosio nel sangue giocano un ruolo cruciale nel decorso della malattia da coronavirus. Queste scoperte, insieme ad altri fattori di rischio già noti, contribuiscono a spiegare perché alcune persone sono colpite dalla Covid-19 più duramente di altre.

Ciò potrebbe aprire la strada all’uso di metodi di machine learning (apprendimento automatico) per identificare le persone più a rischio di contrarre il virus, prevedere i casi gravi e comprendere chi necessita di un trattamento prioritario.

Altri sviluppi

“È molto difficile per noi medici lavorare durante una pandemia. A volte arrivano così tanti pazienti che è complicato capire chi è a rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19 e chi no, specialmente sotto pressione di tempo. È di grande aiuto possedere più elementi di valutazione”, ci ha detto Dimitri Patriki, medico presso l’ospedale cantonale di Baden. Durante la prima ondata della Covid-19, Patriki vedeva a volte arrivare intere famiglie gravemente ammalate di Covid-19 senza patologie preesistenti. È così che ha pensato che i geni potessero c’entrare qualcosa.

Avere un quadro completo dei fattori di rischio potrebbe aiutare il personale sanitario a prevedere il comportamento della Covid-19 nei pazienti. “Spero che arriveremo al punto in cui potremo testare i marcatori genetici per dire a una persona se ha un rischio molto alto di contrarre la Covid-19 o di ammalarsi gravemente”, si augura il medico.

Anche noi ce lo auguriamo. Visto che è probabile che dovremo convivere con questa pandemia ancora a lungo, meglio avere qualche asso in più nella manica.

Avete commenti, osservazioni o domande sulle ultime notizie dal mondo della scienza? Parliamone di fronte a un caffè (virtuale).

* I nomi reali delle due ragazze sono stati sostituiti con nomi di fantasia

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