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Agenda 21: i comuni svizzeri sono agli inizi

Meno del 3% dei comuni svizzeri stanno realizzando un progetto nell'ambito dell'»Agenda 21 locale» per lo sviluppo sostenibile, decisa a Rio.

A livello europeo ci sono nazioni maggiormente impegnate, ma alcuni dei progetti svizzeri fanno ben sperare.

Svezia all’avanguardia

L’Agenda 21 è il programma d’azione per uno sviluppo sostenibile ratificata dai 170 Paesi che parteciparono al primo summit dell’ONU per lo sviluppo sostenibile. Parallelamente fu decisa anche la realizzazione di un’»Agenda 21 locale», attraverso la quale «ogni comune e ogni città si impegna nel processo di attuazione a livello locale» degli obiettivi scaturiti dal vertice.

Secondo i dati dell’International Council for Local Environmental Initiatives (ICLEI) aggiornati all’inizio del 2002, in Svizzera sono state finora elaborate 83 agende locali o regionali, su un totale di 3000 comuni.

La nazione che in Europa è più attiva è la Svezia: grazie al sostegno del governo quasi tutti i comuni stanno realizzando un’agenda per lo sviluppo sostenibile. In Germania, il 12 per cento dei comuni hanno un’agenda locale, mentre il fanalino di coda sembra essere la Francia, con soltanto 69 agende locali su un totale di 36’000 comuni.

Bilancio elvetico piuttosto modesto

Il bilancio elvetico è piuttosto modesto perché al tema dello sviluppo sostenibile non viene data alcuna priorità politica, afferma Claudia Drexler, della Società svizzera per la protezione dell’ambiente (SPA). Per smuovere le acque non basta la buona volontà dei comuni. L’esempio della Svezia dimostra quanto sia importante il sostegno del governo centrale.

Berna ha lanciato nel 1997 un programma per il promozione di simili progetti che alla fine del 1998 ha portato alla fondazione dell’associazione «Agenda 21 locale». Nel 2000 il nuovo Ufficio federale dello sviluppo territoriale (USTE) ha assunto la supervisione di questi programmi, che era prima di competenza dell’Ufficio federale dell’ ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP).

Il passaggio di consegne ha probabilmente influito sul ritardo nell’applicazione di Agenda 21, afferma Andrea Meier, responsabili presso l’USTE dei programmi sugli indicatori della sostenibilità. In Svizzera molti progetti sono ancora in fase embrionale, ma si spera che molti altri comuni seguano l’esempio.

L’USTE ha speso 250’000 franchi nel 2001 e altri 650’000 quest’anno per l’attuazione di agende locali. Ogni progetto riceve un sostegno finanziato fino ad un massimo di 25’000 franchi. In vista del «Vertice della terra II» che si apre lunedì prossimo a Johannesburg, la SPA esorta la Confederazione a stanziare 10 milioni di franchi per l’attuazione dei progetti locali di sviluppo sostenibile. L’obiettivo è di rendere possibile al 10 per cento dei comuni elvetici di lanciare simili progetti.

Cosa sono esattamente le agende locali

Ma in che cosa consistono praticamente le agende locali? Un esempio arriva da St. Martin, comune vallesano di circa 1000 abitanti nella Val d’Hérens. Per contrastare il progressivo spopolamento della vallata, le autorità hanno lanciato un progetto di sviluppo sostenibile basato sull’ecoturismo: sono state restaurate capanne alpine e alpeggi dove potranno pernottare gli escursionisti. Gli interventi, che hanno già permesso di creare posti di lavoro, dovrebbero essere terminati entro il 2005, per un costo complessivo di 14,2 milioni di franchi.

Un altro esempio di agenda locale è quello di Windisch, in Argovia: qui i 6500 abitanti hanno avuto la possibilità di partecipare a gruppi di lavoro che hanno elaborato 350 idee per una migliore convivenza delle prossime generazioni. Fra le proposte emerse figurano la ristrutturazione del centro del villaggio, la creazione di nuovi passaggi pedonali e piste ciclabili e la fusione con la vicina cittadina di Brugg.

swissinfo e agenzie

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