
Alluvioni anche in Ticino e nell’Italia del nord

Il Verbano è salito ai massimi storici, allagando Locarno e Ascona, mentre sul fronte della meteo si prevedono miglioramenti per martedì. Permane intanto drammatica la situazione nel Piemonte e nella Valle d'Aosta.
Nella giornata di lunedì, il Verbano ha raggiunto un livello record, superiore anche a quello dell’alluvione di sette anni fa. Le acque, che già domenica avevano invaso alcune zone di Locarno, costringendo all’evacuazione di un albergo e di una clinica privata, hanno raggiunto il centro storico della città, allagando anche la famosa Piazza Grande.
Intanto, in Italia, la pioggia non dà tregua alla Valle D’Aosta, dove si contano almeno nove morti e sette dispersi. Incalcolabili i danni già provocati dallo straripamento dei torrenti. Aziende sommerse, case distrutte, attività economiche bloccate, senza calcolare la distruzione del territorio. Impossibile al momento prevedere quando potrà la Valle d’Aosta essere ricollegata con l’Italia e la Svizzera (anche la strada del San Bernardo è chiusa) e quando l’alta e bassa valle potranno di nuovo essere collegate con Aosta, il capoluogo.
Anche in Piemonte, dove ci sono state almeno tre vittime, la situazione è catastrofica. La città di Torino è praticamente rimasta isolata, l’aeroporto è stato chiuso e il sindaco, Valentino Castellani, ha tra l’altro invitato la popolazione a non bere acqua del rubinetto, senza averla prima fatta bollire. La Fiat ha dovuto mettere in cassa integrazione 6’000 operai, mentre diverse scuole sono rimaste chiuse. Frattanto, in varie parti della regione, si è assistito a una vera e propria corsa agli acquisti di generi di prima necessità, che ha praticamente lasciato i negozi senza scorte.
Il Piemonte ha già chiesto al governo di Roma un finanziamento immediato di 350 miliardi di lire per i primi interventi d’urgenza, più 110 miliardi per la copertura delle prime iniziative che assumeranno i sindaci.
Anche in Lombardia la situazione è tuttora di grave disagio. Le maggiori preoccupazioni sono per il fiume Ticino, il cui livello continua a salire di cinque centimetri all’ora, contro i dieci di lunedì mattina.
La situazione più critica è al Ponte della Becca, dove il fiume si collega con il Po, rendendo possibili onde di rigurgito. Gli argini, seppur rinforzati con sacchi di sabbia, potrebbero cedere e gli esperti prevedono una nuova onda di piena.
Preoccupazione anche sul lago Maggiore, a causa del continuo innalzamento del livello dell’acqua. La situazione è particolarmente preoccupante a Luino, che ormai è raggiungibile solo via lago, e a Sesto Calende. Sale anche il livello del lago di Como, mentre nel mantovano si prevede una ondata di piena.
Secondo le previsioni, la situazione meteorologica dovrebbe migliorare lentamente a partire da martedì, con l’afflusso di aria dal Mediterraneo, più fresca e meno umida rispetto agli scorsi giorni. Il limite delle nevicate, relativamente basso, dovrebbe inoltre fare in modo che parte delle precipitazioni sia trattenuta.
swissinfo e agenzie

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