Gli svizzeri si dicono favorevoli alla tecnologia genetica per fini medici
Gli svizzeri non vanno pazzi per i cibi transgenici ma sono favorevoli all'uso della tecnologia genetica per usi medici. Sono questi i risultati principali di un sondaggio compiuto nel luglio scorso dall'istituto Gfs su un campione di 1207 elettori.
I due terzi degli interpellati accettano di buon grado le ricerche in corso sulla decifrazione del genoma umano, in particolare se possono accelerare la diagnosi precoce e la cura di gravi patologie. Diametralmente opposta l’opinione sui cibi transgenici. Benché nessuno si sia espresso per divieti assoluti, il 75 percento degli intervistati chiede comunque che venga data ai consumatori la possibilità di scegliere tra cibi contenenti ingredienti manipolati geneticamente e biologici: una scelta che il consumatore potrebbe fare se tutti gli alimenti in vendita fossero muniti delle apposite etichette informative.
Secondo l’istituto Gfs, i giudizi sulla tecnologia genetica dipendono meno dall’esperienza che dalle aspettative: tre sono gli atteggiamenti che si delineano dalle interviste. Gli intervistati si dividono in ottimisti ad oltranza, pessimisti e pragmatici. I pessimisti formano il gruppo più piccolo: 18 percento. Tra di loro vi sono persone che alle ultime elezioni hanno votato per i Verdi.
Gli ottimisti sono il 34 percento. Essi credono fermamente nell’utilità di queste ricerche. La maggioranza si riconosce nei partiti di ispirazione liberale. Non mancano quelli che votano democristiano. Ma il grosso del campione afferma di avere, al riguardo, un atteggiamento pragmatico. Essi ritengono necessario l’uso di queste tecnologie per la cura delle malattie,ma credono che sia poco ragionevole utilizzarle per produrre cibi manipolati geneticamente.
swissinfo e agenzie
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