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I politecnici federali puntano all’élite mondiale

Il politecnico di Zurigo, il più antico centro federale di formazione e ricerca. ETH

Il consiglio degli istituti politecnici federali è intenzionato a portare le sue scuole tra le prime dieci della classifica mondiale.

Per raggiungere questo risultato, Alexander Zehnder, il nuovo presidente del consiglio dei politecnici, punta sulla realizzazione di poli di competenza regionali e su una selezione degli studenti.

Alexander Zehnder, professore di biotecnologie dell’ambiente a Zurigo, è stato nominato presidente del consiglio degli istituti politecnici federali in luglio. Il consiglio raggruppa i politecnici di Zurigo (ETHZ) e Losanna (EPFL), l’Istituto Paul Scherrer, l’Istituto federale per la ricerca sulle foreste, la neve e il paesaggio, l’Empa (scienza e tecnologia dei materiali) e l’Istituto per le scienze e le tecnologie dell’ambiente.

Durante una conferenza stampa tenutasi a Berna martedì, Zehneder ha illustrato una serie di provvedimenti che dovrebbero far migliorare la quotazione internazionale dei centri svizzeri di ricerca scientifica.

Tra le proposte si trova lo sviluppo di cosiddetti centri di competenza, basati sul principio della collaborazione tra i politecnici e partner esterni.

Zehnder vede di buon occhio anche una selezione più severa degli studenti. Ritiene, inoltre, che bisognerebbe adottare una strategia più aggressiva per quanto riguarda la ricerca di fondi.

swissinfo: In che modo pensa di dare il via alle riforme che ha illustrato?

Alexander Zehnder: Dobbiamo prendere in considerazione l’opportunità di chiudere i dipartimenti che non sono competitivi sul piano internazionale. Vogliamo poi fare in modo di attirare i professori e gli studenti migliori.

Più del 75% del nostro budget proviene dal gettito fiscale. Dobbiamo trovare il modo di renderci più indipendenti dalle decisioni politiche.

swissinfo: Si tratta di un cambiamento radicale per la Svizzera?

A.Z.: A dire il vero, in Svizzera un cambiamento è radicale per definizione. Il nostro obiettivo è di seguire una strada che avevamo già imboccato, ma di farlo in modo più deciso.

Non basta parlare di cambiamento, se ci si limitiamo a questo perderemo il nostro posto nella parte alta della classifica.

swissinfo: Lei afferma di voler migliorare l’immagine dei politecnici in patria e all’estero. Quanto è difficile quest’impresa quando ci si trova a competere con nomi come Harvard o Oxford?

A.Z.: Noi abbiamo già un nome molto conosciuto. Se si va in università americane come Harvard o Stanford, ci si rende conto che la gente sa che in Svizzera ci sono delle grandi scuole e un buon ambiente accademico.

Nell’ultima classifica delle università mondiali, stilata dalla Shanghai Jiao Tong University, il politecnico di Zurigo si piazza al 27esimo posto mondiale ed è ritenuta la migliore università dell’Europa continentale. Ma abbiamo ancora molta strada da fare. Il mio obiettivo è di essere tra le scuole migliori in tutti i tipi di classifica.

swissinfo: Di questi tempi, le università tendono a concentrarsi più sulle applicazioni che sulla ricerca. È la strada che volete seguire anche voi?

A.Z.: Non ci distanzieremo dalla ricerca fondamentale. È la base di tutto. Ma nello stesso tempo non si può tralasciare di sviluppare dei prodotti. I centri di competenza che stiamo costruendo ci permetteranno di creare delle piattaforme sulle quali l’industria, gli scienziati e la società civile potranno incontrarsi.

Ci piacerebbe che le nostre innovazioni fossero sempre in anticipo sui tempi e pronte per le domande di domani. Ma non spetta a noi rispondere direttamente ad una domanda.

swissinfo: Lei afferma di voler attirare gli studenti migliori. Come intende procedere?

A.Z.: Stiamo pensando d’innovare il sistema universitario svizzero, introducendo dei colloqui con gli studenti intenzionati ad iscriversi alle nostre scuole. Vogliamo che sappiano cosa li aspetta e cosa noi ci aspettiamo da loro.

Il colloquio rappresenta un primo contatto con il mondo accademico e aiuta a creare dei contatti. Bisogna sostenere un colloquio ogni volta che ci si candida per un posto di lavoro. Dovrebbe diventare un’ovvietà anche per gli studenti.

swissinfo: L’idea di una selezione sembra andare contro la natura svizzera. Una proposta del genere è politicamente accettabile?

A.Z.: Non ci aspettiamo di farlo l’anno prossimo. Dobbiamo elaborare le basi per realizzare questa proposta. Ma le discussioni che abbiamo avuto con i responsabili dell’educazione e con i legislatori ci hanno dimostrato che c’è comprensione per il nostro bisogno di cambiare le procedure. Potrei dirmi soddisfatto se riuscissimo a mettere in pratica i nostri propositi fra due o tre anni.

swissinfo: Lei sembra ritenere difficile l’ottenimento di altri fondi dal governo federale. Pensa di andare alla ricerca di fonti di finanziamento alternative?

A.Z.: Sì, abbiamo bisogno di maggiori finanziamenti da parte di terzi. Dobbiamo fare in modo di aumentare le nostre dotazioni. Nei prossimi 10-20 anni dovremo probabilmente trovare 20 miliardi di franchi per mandare avanti i politecnici federali.

Dobbiamo anche fare in modo di ricavare più denaro dagli innumerevoli brevetti in nostro possesso.

swissinfo: L’uso dell’inglese è sempre più diffuso tra il corpo insegnante, ma non tutti gli studenti sono a loro agio con questo cambiamento. L’inglese dovrebbe diventare la principale lingua d’insegnamento?

A.Z.: L’inglese sarà sempre più usato per i nostri master. Ci saranno solo poche eccezioni. Personalmente, mi piacerebbe che si usasse l’inglese anche nei corsi di base. Fra tre o quattro anni saremo probabilmente a questo punto.

Un ingegnere che costruisce un ponte in Svizzera non ha bisogno dell’inglese, ma la scienza è un affare globale. E in qualsiasi impresa globale, oggi la lingua prescelta è l’inglese. Se vogliamo essere competitivi, non possiamo sfuggire a questa logica.

Intervista swissinfo, Scott Capper
(traduzione, Doris Lucini)

1855: il governo elvetico fonda il primo politecnico federale a Zurigo
1969: da una precedente scuola d’ingegneria, nasce il politecnico di Losanna
Ai due politecnici si aggiungono quattro altri piccoli istituti di ricerca
19’000 studenti e 550 professori
2,3 miliardi di budget
12’000 posti di lavoro

Alexander Zehnder è stato nominato alla direzione del consiglio dei politecnici federali il primo luglio 2004.

Zehnder ha studiato al politecnico federale di Zurigo. Ha ottenuto il grado di PhD nel 1976.

La sua carriera l’ha portato in Marocco, a Stanford e nei Paesi Bassi.

Vorrebbe rafforzare il settore della ricerca svizzero e portarlo ai primi posti dell’élite mondiale.

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