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Il Nazionale non vuole vietare i cani da combattimento

Museruola obbligatoria e registro centralizzato per l'identificazione e la registrazione dei cani da combattimento Keystone

Il possesso di cani da combattimento non va vietato in Svizzera. Con 64 voti contro 40, il Consiglio nazionale ha bocciato mercoledì una mozione del deputato evangelico argoviese Heiner Studer per chiedere al governo di legiferare in senso restrittivo.

Appoggiando la mozione, il socialista friburghese Erwin Jutzet ha rimproverato al Consiglio federale di non tenere sufficientemente in considerazione i timori suscitati dai cani da combattimento tra la popolazione. Secondo il deputato socialista ginevrino, occorre una legislazione federale, evitando di lasciare questa competenza ai cantoni.

Intervenendo nel dibattito, il consigliere federale Pascal Couchepin ha ammesso che l’argomento suscita emozione, ma ha criticato l’accostamento fatto dall’autore della mozione. Couchepin ha ricordato che non vi è una definizione scientifica dei cani da combattimento.

Negli Stati Uniti, i cani pastori tedeschi sono stati inseriti in questa categoria, a causa d’incidenti. Statisticamente – ha ricordato Pascal Couchepin – l’80 percento degli incidenti avviene nell’ambito familiare. Non vi è una sicurezza assoluta: un animale resta un animale. Alla fine dei conti la decisione di detenere un cane, fa parte della responsabilità individuale.

Le persone che allevano cani da combattimento, per soddisfare i loro impulsi e far credere che sono diventati i «padroni del mondo», costituiscono un caso particolare, ha osservato il ministro dell’economia. Ha comunque garantito che saranno compiuti sforzi per trovare una soluzione.

Couchepin ha in particolare citato le conclusioni di un convegno che ha riunito, a fine agosto, l’Ufficio federale di veterinaria, il gruppo di lavoro cani pericolosi e gli ambienti interessati. I partecipanti hanno proposto d’identificare e registrare in modo centralizzato gli «amici dell’uomo» cattivi. La museruola dovrebbe essere obbligatoria. Dovrebbe anche essere istituito un ufficio di consulenza, d’informazione o di mediazione. Inoltre gli allevatori avrebbero una responsabilità civile, mentre i proprietari sarebbero sottoposti a corsi di formazione o ad esami per proprietari di cani.

swissinfo e agenzie

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