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Lo sviluppo territoriale deve essere rafforzato

Secondo Pro Natura, in Svizzera ogni secondo scompare un metro quadrato di territorio swissinfo.ch

Per far fronte alle sfide future, la Confederazione deve svolgere un ruolo più attivo in materia di pianificazione del territorio. È la conclusione a cui giunge un gruppo di esperti internazionali.

Le imprese sempre più spesso valutano anche la qualità del territorio per scegliere i loro insediamenti.

L’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) dovrebbe poter beneficiare di un ruolo più attivo nella pianificazione del territorio. In un rapporto pubblicato giovedì, un gruppo di esperti stranieri lo invita a dare orientamenti e impulsi su temi e aspetti chiave.

Gli esperti hanno formulato una serie di proposte. In particolare, il gruppo di lavoro considera che dovrebbero essere stabiliti concetti integrati per lo sviluppo dell’urbanizzazione, del paesaggio e delle infrastrutture. Una procedura del genere dovrebbe essere prevista in particolare per le regioni dove sono previsti grossi cantieri, come la Nuova trasversale ferroviaria alpina (NTFA) Basilea-Gottardo-Chiasso.

Territorio ed energia

Gli esperti propongono pure di esaminare gli effetti sul territorio dello sviluppo e dell’approvvigionamento energetico. La necessità di fornire capacità sufficienti e reti di distribuzione efficienti solleverà numerosi problemi, tanto più che la Svizzera svolge un ruolo di paese di transito nel contesto della rete elettrica.

Altra problematica affrontata dagli esperti stranieri: lo sviluppo territoriale transfrontaliero. La Confederazione dovrebbe applicare nuovi principi di soluzione dei conflitti, in collaborazione con i cantoni. Le discussioni dovrebbero servire a rafforzare gli scambi transfrontalieri, associandovi i servizi interessati dei paesi limitrofi.

Per quanto riguarda gli agglomerati, occorre allestire un quadro generale, istituire una banca dati comune, definire le procedure importanti di pianificazione e riunire i mezzi e gli strumenti auspicabili. Per fare ciò, l’ARE dovrebbe disporre di mezzi supplementari.

Si dovrà anche proseguire lo sviluppo delle reti delle città. Per quel che concerne le strettoie nel settore dei trasporti, si tratta di identificarle, di allestire una lista delle misure e di selezionare i casi prioritari.

Visione d’insieme

Infine, gli esperti chiedono al più presto una visione d’insieme dei territori importanti a livello nazionale e degli argomenti chiave della pianificazione e dello sviluppo territoriali. Sulla base di questo documento sarà possibile sviluppare strategie e avviare primi progetti concreti. Quest’iniziativa non dovrà frenare gli altri lavori dell’ARE. Anzi, essi dovranno essere sfruttati meglio e rafforzati.

Il rapporto è stato ordinato dall’ARE lo scorso anno. Un gruppo di cinque esperti stranieri ha analizzato la pianificazione e lo sviluppo territoriali in Svizzera. Il gruppo ha consultato numerosi specialisti e politici nelle diverse regioni del Paese. L’obiettivo era di valutare la situazione attuale nell’ambito della pianificazione territoriale e di individuare le sfide future.

Qualità di vita e economia

Il documento pubblicato giovedì si basa su alcune ipotesi. Gli esperti ritengono che la globalizzazione sia un’ottima opportunità per combinare attrattività della piazza economica e sviluppo territoriale.

«L’evoluzione in corso va verso un’economia fondata sul sapere», si legge nel documento. Per questo, dicono gli esperti, «i vecchi paesi industriali dipendono dalla gioventù, dall’intelligenza e dall’alto livello qualitativo della loro popolazione».

Ora, le persone che corrispondono a questo profilo «danno sempre più importanza alla qualità di vita». La qualità dell’ambiente di vita e di lavoro assumerebbe un ruolo centrale per spingere queste persone a stabilirsi in una determinata regione. In questo senso, la pianificazione del territorio assume agli occhi degli esperti un ruolo importante nello sviluppo economico.

swissinfo e agenzie

In Svizzera, in materia di pianificazione del territorio le autorità federali si limitano a promulgare dei principi piuttosto generali, ad esempio formulando degli obiettivi che tutti i piani di sistemazione devono rispettare.

Ai cantoni e ai comuni è così lasciato un grande margine di libertà.

Ogni cantone deve varare un piano direttore. I comuni, dal canto loro, devono sviluppare dei piani regolatori, che definiscono ad esempio la separazione fra zone edificabili e non.

In un futuro prossimo, il popolo svizzero potrebbe essere chiamato ad esprimersi sull’iniziativa popolare denominata «Spazio di vita».

Essa chiede in particolare di mantenere immutata la superficie delle zone edificabili in Svizzera per 20 anni. Il testo esige una chiara separazione delle zone edificabili da quelli verdi, nonché una migliore protezione delle terre coltivate.

L’iniziativa è sostenuta da 16 organizzazioni, tra cui Pro Natura. La raccolta delle 100’000 firme necessarie per indire una votazione popolare dovrebbe iniziare in primavera.

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