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Più di 230 000 lavoratori vivono nella precarietà

Aumenta in Svizzera il numero dei working poor Keystone

Per la prima volta in quattro anni è aumentato il numero dei lavoratori a tempo pieno che vivono sotto la soglia di povertà.

Nel 2003 la loro proporzione ha raggiunto il 7,4% della popolazione attiva, ossia l’1% in più dell’anno precedente. Inquieti padronato e sindacati.

Secondo le cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica (UST), i «lavoratori poveri» nel 2003 erano in cifre assolute 231’000, suddivisi in 137’000 economie domestiche, comprendenti un totale di 513’000 persone, di cui 233’000 bambini.

La percentuale si riferisce alle persone attive in età dai 20 ai 59 anni, che vivono in economie domestiche il cui volume d’attività corrisponde almeno ad un posto a tempo pieno.

Sindacati e padronato si dicono entrambi allarmati per le cifre. I primi pensano che potrebbe essere d’aiuto la fissazione di salari minimi, il secondo ritiene invece che questi ultimi debbano essere oggetto di negoziato tra partner sociali.

Il responsabile dell’informazione dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI) Hans Reis nota che non sono più i lavoratori anziani i più esposti a una caduta nella povertà, sostituiti piuttosto dalle famiglie monoparentali e numerose e dagli indipendenti.

Disoccupazione e impoverimento dei lavoratori

Sono considerati “lavoratori poveri” le persone che guadagnano meno di 2450 franchi al mese: 4550 franchi per una coppia con due figli.

Dopo una prima metà degli anni ’90 contraddistinta da un netto rialzo del tasso di working poor, la situazione si è stabilizzata durante la seconda metà del decennio ed è addirittura migliorata tra il 1999 e il 2002.

Il fenomeno dei working poor può essere messo in relazione al tasso dei senza lavoro. La quota di lavoratori poveri sembra ricalcare infatti quello dei disoccupati, ma con 2-3 anni di ritardo.

L’incremento della disoccupazione va di pari passo con uno sviluppo dei posti di lavoro precari, come ha rivelato un recente studio del Segretariato di Stato dell’economia. E la precarietà dei posti di lavoro è un fattore d’impoverimento dei lavoratori.

Precari, stranieri, senza formazione

Sono maggiormente minacciati gli occupati con un contratto di lavoro a durata determinata, o che riprendono un’attività dopo un’interruzione (15,9% e 10,1% rispettivamente).

Le persone di nazionalità straniera sono più colpite degli svizzeri, soprattutto i cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea dei Quindici. Anche i lavoratori senza formazione, tra cui sono sovrarappresentati gli stranieri, sono più esposti al rischio di povertà.


swissinfo e agenzie

231’000 lavoratori vivevano nella precarietà in Svizzera nel 2003.
Il 7,4% della popolazione attiva (tra 20 e 59 anni).
Un working poor su cinque è a capo di una famiglia monoparentale o numerosa.

Più di mezzo milione di persone, compresi i membri della famiglia, sono toccati dal fenomeno dei working poor.

Nel complesso i principali fattori di rischio di povertà dei lavoratori sono: avere dei figli nell’ambito di una famiglia monoparentale e/o numerosa; avere la cittadinanza di un paese non membro dell’Unione Europea, non avere una formazione.

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