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Sessione dei giovani per l’adesione all’ONU

Un istantanea dell'assemblea dei giovani a Palazzo Federale Keystone

Si è conclusa la decima sessione del Parlamento dei giovani. Una risoluzione finale sostiene una maggiore presenza svizzera nel concerto internazionale.

Ultimo giorno sabato, della decima sessione parlamentare dei giovani nella sala del Consiglio Nazionale a Berna. Al centro dei dibattiti il ruolo della Svizzera nel mondo. Alla discussione è intervenuto anche il ministro degli esteri Joseph Deiss.

Nel suo intervento il consigliere federale ha sostenuto che la Svizzera deve impegnarsi a livello internazionale: infatti un’identità propria si può scoprire solo in relazione con gli altri. Il ministro degli esteri elvetico ha anche auspicato che nella sala ci fossero molti Henri Dunant.

Attualmente, ognuno vuole essere «collegato» e il ruolo del suo dipartimento non è nient’altro che quello di creare queste connessioni. La Svizzera deve essere in rete, ossia nell’ONU. Non è possibile che manchi «l’appuntamento con la pace» – ha sottolineato.

La politica estera è la rappresentazione di se stessi. L’identità la si può scoprire solo quando si è confrontati con gli altri, solo con il paragone, ha detto Deiss ai circa 200 giovani fra i 14 e i 20 anni riuniti nella sala del Consiglio Nazionale.

Ogni paese sostiene i propri interessi e deve attenersi a certe regole. Per far rispettare queste regole la Svizzera, come piccolo paese, ha solo l’arma dei deboli: il diritto. E questo diritto comprende anche quello umanitario. Oggi si commemora il centenario dell’assegnazione del Premio Nobel per la Pace al fondatore della Croce Rossa, Henri Dunant, ha ricordato il consigliere federale aggiungendo che la Svizzera è fortunata e deve essere solidale.

Sì all’ONU

I parlamentari in erba hanno sostenuto a un’integrazione del paese nel concerto internazionale con un voto consultivo positivo sull’entrata della Svizzera nelle Nazioni Unite.

Dai dibattiti si evince che i giovani riuniti a Berna sono critici, ma anche consapevoli di vivere in un Paese privilegiato, come la Svizzera: “Ci sono delle cose che non funzionano benissimo – ha sottolineato un partecipante – e la sessione ha proprio il compito anche di proporre dei cambiamenti. Comunque dobbiamo ammettere che siamo fortunati ad abitare in Svizzera”.

L’universo giovanile elvetico, come emerge anche dalla sessione federale di Berna, non è monolitico. Ce lo conferma anche l’ interlocutore: “Sui giovani ci sono degli stereotipi, come quello che si pensa siano tutti favorevoli all’adesione della Svizzera all’ONU ed all’integrazione nell’Unione europea. In realtà anche tra i giovani ci sono opinioni molto differenziate, per cui non si può generalizzare”.

In altre risoluzioni, accettate all’unanimità, i giovani hanno ribadito l’importanza della promozione della pace. Per questo si aspettano un ruolo ancora più attivo da parte della diplomazia elvetica per favorire i processi riappacificazione ovunque nel mondo. Le loro petizioni sono dirette al presidente del Consiglio Nazionale Peter Hess.


swissinfo e agenzie

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