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Il Papa per salvare il ghiacciaio dell’Aletsch

In passato pregavano affinché il ghiacciaio dell'Aletsch non avanzasse; ora gli abitanti cattolici dei comuni dell'alto Vallese di Fiesch e Fieschertal vorrebbero pregare per salvare il ghiaccio dal riscaldamento climatico. Ci vuole però l'autorizzazione del Papa.

Le ripercussioni del riscaldamento del globo sull’economia o sulle popolazioni sono note. Più insolite le conseguenze sulla fede.

Dalla fine del 17esimo secolo, i residenti cattolici di Fiesch e Fieschertal rivolgono una preghiera al Signore per ridurre l’avanzata dell’Aletsch, il ghiacciaio più grande d’Europa, e scongiurare così il rischio di inondazioni.

Dal 1862 hanno persino istituito una processione annuale. L’ultima si è tenuta lo scorso venerdì, ha indicato il parroco Pascal Venetz, precisando che vi hanno partecipato oltre 100 credenti.

Ma i tempi sono cambiati: «Molto ghiaccio si è sciolto» ed è ora di adattare le preghiere alla realtà, ha detto Venetz. Meglio quindi pregare contro i cambiamenti climatici, che minacciano l’esistenza del ghiacciaio stesso, patrimonio dell’umanità dell’Unesco dal 2001.

Per poterlo fare – puntualizza Venetz in una nota – è tuttavia necessaria un’autorizzazione formale da parte di Papa Benedetto XVI.

Solo il Papa può in effetti autorizzare una modifica della preghiera vecchia di ormai 331 anni: una richiesta in questo senso è stata presentata al parroco, che la inoltrerà al vescovo. Benedetto XVI dovrebbe prendere una decisione in settembre-ottobre.

swissinfo.ch e agenzie

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