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Un adolescente su cinque in Svizzera preso a pugni o a calci

Nachgestellte Szene: Gewalt in der Familie
La violenza famigliare fa ancora parte della vita quotidiana in Svizzera. Keystone

Pugni, calci, lancio di oggetti: un adolescente su cinque in Svizzera è vittima di gravi violenze domestiche. È quanto emerge da uno studio dell'Alta scuola zurighese di scienze applicate (ZHAW). Ad essere maggiormente a rischio sono i figli di immigrati e i ragazzi cresciuti in famiglie povere.

Realizzata su un campione di 4’600 diciassettenni, l’inchiesta dell’istituto zurighese rivela che un giovane su cinque ha subito nella sua vita gravi violenze corporali da parte dei genitori, come pugni e calci, mentre uno su cinque è stato preso a sberle.

La situazione famigliare svolge un ruolo determinante, afferma Dirk Baier, autore dello studio. Il rischio di violenza nei confronti dei minorenni è infatti molto più alto tra gli stranieri e nelle famiglie meno abbienti.

Il 40% circa dei ragazzi vittime di violenze gravi è di origine balcanica. Al secondo posto di questa triste classifica si trovano i ragazzi portoghesi (37%), seguiti da spagnoli (24%) e italiani (22,7%). Per quanto riguarda i 17enni svizzeri, “solo” uno su dieci ha dichiarato di essere stato preso a pugni o a calci. Tra le famiglie che dipendono dall’aiuto sociale o da un’indennità di disoccupazione la quota di genitori violenti raddoppia.

In alcuni paesi, le punizioni corporali sono considerate parte integrante dell’educazione dei figli, come accadeva fino a qualche decennio fa anche in Svizzera. Fino al 1978, infatti, il Codice civile autorizzava i genitori a «usare i mezzi di correzione necessari per l’educazione dei figli». Ancora oggi non esiste in Svizzera un divieto esplicito delle punizioni corporali. In risposta a una mozione sul temaCollegamento esterno, nel 2015 il governo elvetico ha argomentato che «un sistema ben impostato di assistenza ai bambini e agli adolescenti (…) èdi gran lunga più efficace di un esplicito divieto legale».

Secondo Dirk Baier, tuttavia, l’introduzione di una legge che vieti espressamente punizioni corporali quale metodo educativo potrebbe suscitare dibattiti in grado di condurre a una sensibilizzazione della società.

In Germania, dal 2000 è vietato esercitare violenza sui bambini. Da uno studio effettuato su 15enni tedeschi, emerge che “solo” il 13% subisce gravi violenze da parte dei genitori. Il tema della violenza è inoltre oggetto di dibattiti frequenti a serate per genitori.

In Svizzera, gli immigrati dovrebbero essere meglio sensibilizzati a questo argomento, sottolinea ancora Baier. Dalla Germania, ad esempio, articoli riguardanti l’educazione dei figli non violenta sono stati pubblicati sul quotidiano turco “Hürriyet”.


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