Svizzeri all’estero: come pianificare un ritorno “a casa”
Ogni anno circa 24'000 svizzeri residenti all’estero decidono di rientrare in patria. Una scelta non priva di ostacoli, soprattutto per chi non ha un lavoro. Ma quali strumenti esistono per facilitare la transizione?
«Rientrare senza un vero e proprio piano può rivelarsi difficile», afferma Anne-Christine Favrod. «È necessario avere dei risparmi che permettano di vivere per almeno un anno».
Nata e cresciuta nel canton Vallese, Anne-Christine Favrod è tornata da poco in Svizzera dopo 12 anni trascorsi in Gran Bretagna, senza però avere un lavoro in linea di mira. Vive grazie ai risparmi e al sostegno di amici e parenti. Il tempo necessario per trovare la sua strada.
Al momento sta cercando un lavoro a tempo parziale, nell’attesa di poter lanciare un’attività in proprio nel settore della medicina complementare. Un’impresa non facile, sostiene, poiché il mercato dell’impiego sembra essere meno flessibile rispetto a quello britannico, che le permetteva di combinare più attività. Il suo ultimo contratto, nel campo della ricerca medica, è stato accorciato dopo il sì popolare alla Brexit e la conseguente minaccia di tagli sui fondi europei.
«Ho bisogno che qualcuno mi dia una possibilità, perché non ho una carriera tradizionale. In Svizzera è però più difficile che un’azienda corra il rischio di assumermi. La cultura del lavoro inoltre non è molto distesa», sottolinea Anne-Christine Favrod.
Direttrice dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), Sarah Mastantuoni spiega che il suo ufficio riceve ogni anno circa 350 richieste di informazioni da parte di espatriati che desiderano rientrare. Molte domande riguardano il costo della vita e la ricerca di un impiego. Due temi che preoccupano anche i lettori di swissinfo.ch, al pari di Roberto, che su Facebook commenta:
«Se è vero che il rapporto stipendio/spese è ben più alto in Svizzera che in Italia, d’altra parte chi si trasferisce, in un primo momento avrà grossi problemi a reggere le spese proprio a causa dell’alto costo della vita (…). A ciò si aggiunge un secondo problema, trovare lavoro! Se da un lato sembrerebbe più facile trovare posti di lavoro in Svizzera piuttosto che in Italia, dall’altro ottenerli è dura! Le aziende svizzere preferiscono persone che già vivono nel paese (che quindi non hanno il problema di trasferirsi) piuttosto che gli “stranieri” sebbene questi siano anche cittadini elvetici; diventa necessario essere già inseriti nel paese per poter sperare di trovare facilmente lavoro!».
Ritornare da un paese UE/AELS
In linea di principio, i cittadini svizzeri che hanno vissuto all’estero hanno diritto all’assicurazione disoccupazione e all’assistenza sociale una volta rientrati in patria. Tuttavia, una persona che perde il lavoro in un paese dell’Unione europea (UE) o dell’Associazione europea di libero scambio (AELS) deve di norma far valere i propri diritti nell’ultimo luogo in cui ha esercitato un’attività professionale.
La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) precisa che prima di lasciare il paese di residenza, è necessario riempire un modulo per l’esportazione delle prestazioniCollegamento esterno. Il formulario dovrà essere consegnato all’ufficio di collocamento del nuovo comune di residenza.
Altri sviluppi
Quando lontano da casa va male
Per il resto, i cittadini rimpatriati sono soggetti alle stesse condizioni di chi vive in Svizzera, previste dalla legge sull’assicurazione contro la disoccupazioneCollegamento esterno e dalla relativa ordinanzaCollegamento esterno. Tra queste, l’obbligo di scrivere un certo numero di candidature al mese.
Le prestazioni vengono versate dall’ultimo paese di residenza, per un periodo da tre a sei mesi dalla data del rientro in Svizzera. Dopo questo momento, se una persona non ha ancora trovato lavoro ma vuole continuare a ricevere le indennità disoccupazione, deve rientrare nel paese dell’UE/AELS da cui proviene. Se intende invece restare in Svizzera, può far capo all’assistenza pubblica.
Ignara dell’esistenza di un modulo da compilare per l’esportazione delle prestazioni, Anne-Christine Favrod ha perso il diritto alla disoccupazione in Svizzera. È comunque convinta che questo aiuto finanziario non l’avrebbe portata lontano, poiché le indennità in Gran Bretagna ammontano a un massimo di 70 sterline (92 franchi) la settimana, per un adulto di più di 24 anni. In Svizzera, invece, le indennità ammontano generalmente al 70-80% dell’ultimo salario.
Ritornare da un paese non europeo
In linea di massima, anche i cittadini svizzeri che ritornano nella Confederazione dopo aver soggiornato in un paese extra UE/AELS possono far capo alla disoccupazione nel nuovo comune di residenza. Ciò a patto che rispettino le seguenti condizioniCollegamento esterno: aver soggiornato all’esterno per almeno un anno, aver lavorato per almeno 12 mesi negli ultimi 2 anni, presentare un attestato del datore di lavoro, rivendicare il diritto entro un anno dal rientro in Svizzera.
Le indennità versate non corrispondono forzatamente all’80% dell’ultimo salario, come avviene invece per i salariati residenti in Svizzera. L’ufficio disoccupazione calcola l’importo dovuto caso per caso, spesso in base al livello di istruzione e al tipo di occupazione precedente.
Pianificare la partenza
Oltre ad aver perso il diritto alla disoccupazione, Anne-Christine Favrod si è trovata in una situazione piuttosto paradossale al momento del suo ritorno in Svizzera. Per stipulare un’assicurazione malattia, obbligatoria in Svizzera, aveva bisogno un documento che attestasse il suo nuovo domicilio, mentre le autorità comunali avevano bisogno della prova che fosse assicurata per poterla registrare. Fortunatamente, racconta, aveva già contattato diverse casse malattie prima di trasferirsi in Svizzera. Una strategia che consiglia di adottare, in modo da evitare ritardi e problemi logistici.
Anne-Christine Favrod raccomanda inoltre di consultare il sito web del nuovo comune di domicilio per sapere quali documenti presentare, come ad esempio il certificato del luogo d’origine, la copia del passaporto o il libretto famigliare.
La direttrice dell’OSE Sarah Mastantuoni afferma che molti svizzeri contattano con largo anticipo le autorità comunali per informarsi sulla prassi da seguire. Ma non tutto fila sempre liscio. «Molte persone pensano di conoscere bene la Svizzera, ma con 26 cantoni e diversi uffici competenti, può risultare difficile districarsi e sapere a chi rivolgersi».
Assicurazione disoccupazione
Tutti i lavoratori dipendenti in Svizzera che non hanno ancora raggiunto l’età di pensionamento sono assicurati obbligatoriamente contro la disoccupazione. I contributi per l’assicurazione contro la disoccupazione sono pagati in parti uguali da datori di lavoro e dipendenti.
Chi vuole ottenere prestazioni dall’assicurazione contro la disoccupazione deve rispettare le seguenti condizioni:
- nei due anni precedenti la disoccupazione deve aver lavorato per almeno 12 mesi
- domicilio (residenza) in Svizzera
- permesso di lavoro
- registrazione presso un ufficio regionale di collocamento
- impegno nella ricerca di un nuovo posto di lavoro
L’indennità per la disoccupazione corrisponde al 70% del salario medio degli ultimi 6-12 mesi di lavoro. Non sono assicurate le parti di salario eccedenti i 10’500 franchi al mese e i salari sotto i 500 franchi al mese. I disoccupati con figli a carico possono ottenere un’indennità dell’80% del salario medio.
Assistenza sociale
La Costituzione federale sancisce il diritto a un’assistenza pubblica in caso di indigenza ad ogni persona residente in Svizzera e incapace di coprire autonomamente le proprie necessità vitali. L’assistenza copre le spese per l’alloggio, l’assicurazione malattia e la sussistenza (cibo, vestiti, spostamenti…). La Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (COSAS) ha fissato la sussistenza essenziale per una persona sola a 986 franchi e a 2110 CHF per una famiglia di quattro persone, ma i comuni hanno grande autonomia in materia e gli aiuti versati possono variare molto.
Traduzione dall’inglese, Stefania Summermatter
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.