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Ucraina: no anche in appello, Timoshenko resta in carcere

(Keystone-ATS) Iulia Timoshenko resta in carcere. Anche la Corte d’appello di Kiev ha deciso di non concedere la libertà provvisoria dietro cauzione all’eroina della Rivoluzione arancione filo occidentale del 2004, e lo ha fatto senza neanche prendere in considerazione la richiesta della difesa perché secondo il giudice, Olga Efimova, in base al codice penale “la revisione delle condizioni di arresto non può essere discussa in appello”.

In aula, dove Timoshenko non c’era perché secondo il magistrato la sua presenza non era “necessaria”, dopo la lettura della motivazione da parte del giudice, le decine di sostenitori di ‘Iulià presenti hanno gridato “Vergogna!” e ancora più dure sono state le parole degli avvocati della ex premier ucraina.

Iuri Sukhov ha parlato di “giustizia sommaria” e ha definito “giuridicamente infondata” la decisione della Corte d’appello perché “è assurdo che una persona detenuta non abbia il diritto di appellarsi a questa decisione”. Secondo un altro avvocato dell’ex lady di ferro, Mikola Sirii, la decisione “è stata scritta al di fuori del tribunale”, e cioè dal governo.

I legali di Timoshenko hanno però intenzione di giocare fino all’ultima carta e hanno annunciato che faranno ricorso alla Corte suprema dell’Ucraina. Sukhov ha assicurato che “senza dubbio” sarà presentato “ricorso davanti alla Corte suprema contro questa sentenza”, ma si è anche detto consapevole che “la cosa più probabile è che anche la Corte suprema si comporti allo stesso modo”.

La richiesta di scarcerazione dietro cauzione era stata respinta la prima volta lunedì mattina dal tribunale distrettuale di Pechersk, che si occupa del caso. Il giudice che presiede la corte, Rodion Kireiev, ha motivato la sua decisione affermando che la mozione non indicava “il venir meno delle cause” che hanno portato all’arresto.

Nonostante le centinaia di persone scese in piazza e l’esortazione a liberarla di alcuni capi religiosi, gli avvocati della leader dell’opposizione si sono visti respingere la richiesta di scarcerazione per ben cinque volte in quattro giorni. Timoshenko, già gravata da un provvedimento di obbligo di dimora, è stata arrestata venerdì scorso in aula per il suo atteggiamento irriverente verso corte e testimoni. La detenzione dell’eroina della Rivoluzione arancione sta creando non pochi grattacapi a Kiev a livello di relazioni internazionali. Le critiche europee rischiano di compromettere il progetto di un’area di libero commercio tra l’Ue e l’Ucraina.

Critiche sono piovute anche dagli Usa e dalla Russia, che non ha intenzione di rivedere il contratto per le forniture di gas come chiesto dal premier ucraino, Mikola Azarov. ‘Iulià è accusata di aver imposto alla società statale energetica Naftogaz un accordo con il colosso russo Gazprom per le importazioni di gas nel 2009, senza il parere del governo da lei guidato. Secondo l’accusa, il prezzo concordato sarebbe stato svantaggioso per l’Ucraina. Timoshenko, che rischia fino a dieci anni di carcere, si è sempre detta innocente e ha definito quello a suo carico un “processo farsa” orchestrato dall’attuale presidente, Viktor Ianukovich, per sbarazzarsi di lei in vista delle elezioni parlamentari del 2012 e delle presidenziali del 2015.

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