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Ugo Rondinone trasfigura il Museo d’arte e di storia di Ginevra

L'artista svizzero Ugo Rondinone mette a confronto le sue creazioni con, fra le altre, quelle di Ferdinand Hodler. KEYSTONE/MARTIAL TREZZINI sda-ats

(Keystone-ATS) Il Museo di arte e storia di Ginevra (MAH) ha invitato Ugo Rondinone ad appropriarsi delle sale e delle collezioni. Fino al 18 giugno, l’artista svizzero di fama internazionale fa dialogare 500 opere dell’istituzione con una cinquantina di proprie creazioni.

“Questa carta bianca è un momento piuttosto eccezionale per il MAH”, ha dichiarato il direttore Marc-Olivier Wahler oggi davanti ai media. “La magia sta nel talento di Ugo Rondinone di creare un’atmosfera che esalti l’insieme dell’edificio e il patrimonio del museo”.

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Intitolata “When the sun goes down and the moon comes up” (“Quando il sole tramonta e la luna sorge”) questa è la terza esposizione “Carte blanche” del museo. Amore, morte, introspezione, natura, desiderio: l’artista ha messo questa carta bianca sotto il segno del romanticismo.

Simmetria e circolarità

“La simmetria del museo e la sua architettura mi hanno guidato”, ha raccontato Rondinone nel corso di una visita. Nell’entrata, ad accogliere il visitatore l’opera “The sun”, una scultura circolare in bronzo di 5 metri di altezza, alla quale risponde in un’altra sala “La Lune”, presentata per la prima volta al pubblico.

Questi giochi di simmetria, riflessi e contrari si incontrano in ogni spazio, creando un sistema di echi e di corrispondenze inedite. A cominciare dal confronto fra gli artisti scelti da Rondinone: Félix Vallotton e Ferdinand Hodler.

In risposta ai nudi di Vallotton, grandi quadri di guerrieri svizzeri di Hodler posati su piedistalli che si trasformano in sculture. La stanza contenente i disegni di Hodler sull’agonia della compagna risuona profondamente con la serie di intimità di Vallotton.

Rondinone consacra due sale alla ricreazione fittizia degli appartamenti di Hodler e Vallotton, frutto della sua immaginazione. Li popola di centinaia di oggetti della collezione del museo (porcellane, orologi, statuine di nudi maschili, ecc.) e li decora con una carta da parati disegnata da lui stesso, ispirandosi anche qui a disegni che rappresentano figure maschili, trovate nelle riserve del MAH.

Vetri arcobaleno

Un’altra sorprendente comparazione è costituita dai paesaggi lacustri di Hodler con gli undici cavalli di vetro blu di Rondinone, riempiti di aria e acqua prelevata da diversi mari del mondo. Più avanti, accanto ai tramonti di Vallotton, l’artista posa struggenti figure di ballerine nude.

I contrasti si ritrovano anche in “Love invents us” (“L’amore ci inventa”), installazione che consiste nel posare filtri colorati ogni volta diversi sulle finestre del MAH, tingendo l’esperienza visiva dei visitatori e facendo del museo un’opera d’arte appena cala la sera.

Nato nel 1964 a Brunnen (SZ) e installatosi a New York, Rondinone è una delle figure maggiori dell’arte contemporanea. Abituato alle esposizioni di vasta portata, l’artista ha sottolineato quanto sia raro e apprezzabile che un direttore di museo apra le porte dandogli carta bianca e dicendo “fai quello che vuoi”.

Rondinone è l’unico artista ad aver incluso le sue proprie opere in una “Carte blanche”, ha sottolineato Wahler. Quelle precedenti erano state realizzate da Jacob Lena Knebel nel 2021 e Jean-Hubert Martin nel 2022.

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